Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araghchi chiede la condanna degli "atti di aggressione". Domani riunito il Consiglio di Sicurezza Onu. Nuovi raid israeliani in Libano, a sud di Beirut
L'attacco in Iran è stato "preciso e potente e ha raggiunto tutti i suoi obiettivi". A dichiararlo è stato il premier israeliano Benjamin Netanyahu, intervenendo nel corso della cerimonia ufficiale per i militari israeliani uccisi il 7 ottobre e negli scontri successivi.
Netanyahu ha affermato che con l'attacco sono state colpite duramente le capacità di difesa aerea dell'Iran e la sua capacità di produrre missili che minacciano Israele. Gli attacchi di sabato hanno fatto seguito a una campagna sistematica, durata mesi, per "tagliare i tentacoli della piovra iraniana, di Hezbollah e di Hamas", ha aggiunto. "Due giorni fa abbiamo colpito la testa della piovra, il regime iraniano".
Rivolgendosi al popolo iraniano, Netanyahu ha assicurato che "la nostra lotta non è contro di voi", ma invece piuttosto contro il regime che opprime e minaccia la regione. "Il regime deve capire una cosa semplice", "a chi fa del male a noi, faremo del male".
Rispondere agli attacchi di Israele è un nostro diritto. Il ministro degli Esteri iraniano Abbas Araqchi ha definito gli "atti di aggressione" israeliani di sabato come una “flagrante violazione del diritto internazionale” e ha invitato le Nazioni Unite a condannarli, avvertendo che l'Iran si riserva il diritto di rispondere a tali azioni. “Il ministero degli Affari esteri della Repubblica Islamica dell'Iran condanna nei termini più forti" gli attacchi " del regime sionista contro una serie di installazioni militari in Iran": le azioni di Israele "costituiscono una grave violazione della sovranità e dell'integrità territoriale" dell'Iran e sono "una flagrante violazione del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite", è scritto in una lettera al Consiglio della missione permanente dell'Iran. "Sulla base del diritto intrinseco all'autodifesa (...), l'Iran ritiene di avere il diritto e l'obbligo di difendersi dagli atti di aggressione esterna”, si legge ancora.
Il governo iraniano ha sottolineato che per raggiungere questo obiettivo è necessario “utilizzare tutte le (sue) capacità materiali e spirituali (...) per difendere i suoi interessi vitali di sicurezza”, pur essendo “consapevole delle sue responsabilità per la pace e la sicurezza regionale”. A questo proposito, Araqchi ha osservato che le “azioni e i crimini illegali” israeliani sono attualmente la principale fonte di tensione nella regione e ha esortato il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres e il Consiglio di sicurezza ad “assumere una posizione decisa e condannare con forza ed esplicitamente il regime israeliano per aver commesso questi atti di aggressione”. Le autorità iraniane hanno anche invitato la comunità internazionale a “mobilitarsi immediatamente” per “fermare il genocidio, la guerra e l'aggressione del regime israeliano contro Gaza e il Libano” e per “fermare il suo guerrafondaio”.
Queste dichiarazioni giungono dopo che sabato quattro militari iraniani sono stati uccisi in un attacco aereo effettuato dall'esercito israeliano nelle prime ore del mattino contro diverse postazioni militari all'interno dell'Iran, in un'operazione che Israele ha presentato come una risposta agli attacchi aerei iraniani lanciati contro il Paese, da ultimo il 1° ottobre.
Intanto il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite si riunirà domani. Ad annunciarlo è la missione israeliana presso le Nazioni Unite, citata dalla Cnn. L'Iran ha richiesto la riunione dell'esecutivo Onu, accusando Israele di aver violato il diritto internazionale con i suoi attacchi contro l'Iran. L'ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite Danny Danon ha dichiarato che la richiesta dell'Iran è "un altro tentativo di danneggiarci, questa volta nell'arena politica". Danon ha definito "ridicole" le affermazioni secondo cui Israele avrebbe violato il diritto internazionale. "All'Iran non verrà permesso di continuare a nascondersi dietro i suoi affiliati. Finché l'Iran continuerà a minacciare e a cercare di danneggiarci, ne pagherà il prezzo", ha concluso.
L'aviazione israeliana nel frattempo continua le sue operazioni contro la milizia filo-iraniana Hezbollah in Libano. L'agenzia di stampa statale libanese NNA ha riferito nelle prime ore di oggi che gli attacchi israeliani hanno preso di mira ancora una volta i sobborghi meridionali di Beirut. L'esercito israeliano ha dichiarato dal canto suo che sono stati effettuati attacchi “precisi” contro strutture di produzione e manutenzione di armi e contro un deposito di armi di Hezbollah nel sobborgo meridionale di Beirut, Dahiyeh.
Un portavoce dell'esercito israeliano aveva precedentemente esortato i residenti di due quartieri di queste zone a lasciare le loro case, aggiungendo che le strutture di Hezbollah lì sarebbero state presto prese di mira. Nel corso di sabato, circa 70 terroristi di Hezbollah sono stati “eliminati” e più di 120 postazioni della milizia sono state attaccate, ha dichiarato l'esercito secondo cui nel sud del Libano sono state prese di mira le infrastrutture dell'unità aerea di Hezbollah. La milizia fa parte dell'Asse della Resistenza contro Israele, guidato dall'Iran.
Almeno due persone sono rimaste invece ferite ad est di Acri, nella Galilea occidentale, a seguito dell'impatto al suolo di un drone nella zona industriale di Bar Lev. Lo riferisce il Times of Israel citando fonti mediche chiamate ad intervenire sul posto. Poco prima le sirene avevano lanciato l'allarme per il possibile arrivo di un drone, ma non in modo specifico per la zona industriale, precisa il sito.
L'Idf ha annunciato di aver ucciso in meno di 24 ore il comandante di Hezbollah per la regione di Bint Jbeil e il suo successore. Venerdì era stato ucciso Ahmad Jaafar Matouq in un raid aereo, hanno reso noto le Forze di difesa israeliane. Il giorno dopo è stata la volta del suo successore e del comandante di Hezbollah delle forze di artiglieria nella zona, uccisi a loro volta in un raid.