
L'ayatollah in un messaggio alla Nazione: "Se Usa attaccano avranno danni irreparabili". Anche la Russia avverte Trump: "Non consideri idea assistenza militare a Tel Aviv"
"Gli americani sappiano che l'Iran non si arrenderà mai e che qualsiasi intervento militare da parte loro gli causerà senza dubbio danni irreparabili". La Guida Suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei, si rivolge così in un messaggio alla Nazione, stando a quanto riferito dai media della Repubblica islamica, dopo che ieri il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha invocato via social la "resa incondizionata" di Teheran.
Israele ha commesso "un errore enorme" bombardando i siti militari e nucleari iraniani, oltre che infrastrutture non militari. E per questo verrà "punito", ha proseguito Khamenei. "Il presidente degli Stati Uniti ci minaccia. Con la sua assurda retorica, chiede che il popolo iraniano si arrenda davanti a lui. Dovrebbero fare minacce contro coloro che temono di essere minacciati. La nazione iraniana non ha paura".
Il popolo iraniano, ha aggiunto, non dimenticherà il sangue versato dai ''martiri'', vittime dei raid israeliani, e l'attacco contro il loro territorio. L'ayatollah ha poi "lodato il comportamento fermo, coraggioso e tempestivo della nazione".
Questa mattina, in un post su X Khamenei, citando un nome spesso usato per Ali considerato dai musulmani sciiti il primo imam e successore del profeta Maometto, ha scritto che "nel nome del nobile Haidar, la battaglia ha inizio". "Dobbiamo dare una risposta forte al regime terrorista sionista. Non mostreremo alcuna pietà ai sionisti", ha aggiunto nel post.
Anche la Russia ha messo in guardia gli Stati Uniti dal fornire assistenza militare a Israele, o anche solo dal prendere questa ipotesi in considerazione. Lo riferisce l'Interfax, citando il viceministro degli Esteri russo Sergei Ryabkov, secondo cui l'assistenza militare diretta degli Stati Uniti a Israele potrebbe destabilizzare radicalmente la situazione in Medio Oriente.
Ryabkov ha affermato che "gli Stati Uniti sono costantemente in prima linea in tutti i processi e dire che prima non sono intervenuti, ma ora lo sono, credo, sarebbe sbagliato. È un'altra questione come vedono la situazione riguardo la fornitura di aiuti militari diretti a Israele. Mettiamo in guardia Washington contro opzioni anche solo speculative e teoriche. Questo sarebbe un passo che destabilizzerebbe radicalmente l'intera situazione".
Sul post di Trump in cui il tycoon afferma che "sappiamo esattamente dove si trova Khamenei ma abbiamo intenzione di eliminarlo, almeno per ora", è intervenuta anche la Cina. "Siamo contrari a qualsiasi azione che violi la Carta delle Nazioni Unite e la sovranità, la sicurezza e l'integrità territoriale di altri Paesi. Un'ulteriore escalation di tensioni in Medio Oriente non sarebbe nell'interesse di nessuno", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Guo Jiakun, in dichiarazioni riportate dal Global Times.
Ieri Xi Jinping - leader di una Cina, partner di Teheran, che vuole accreditarsi come possibile mediatore - ha espresso forte preoccupazione "per l'improvvisa escalation di tensioni causata dall'operazione militare di Israele contro l'Iran".