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India-Pakistan, ancora scontri al confine nel Kashmir: morti e feriti

Nuova Delhi: "Morti 13 civili". Islamabad: "Uccisi 40-50 soldati indiani lungo linea di controllo"

Soldati in India - (Afp)
Soldati in India - (Afp)
08 maggio 2025 | 08.50
LETTURA: 3 minuti

Ancora scontri al confine tra India e Pakistan lungo la "Linea di controllo", la linea che di fatto che separa la regione contesa del Kashmir tra i due Paesi.

Diverse forti esplosioni sono state avvertite nella città di Jammu, nella porzione del Kashmir amministrata dall'India, riferisce il giornale indiano Hindustan Times, che riporta anche di un blackout.

Il fuoco dell'artiglieria pakistana sul territorio indiano ha ucciso 13 civili e ne ha feriti altri 59, ha reso noto il governo indiano, precisando che le vittime, così come 44 dei 59 feriti, sono stati registrati nel villaggio di Poonch (nel nord-ovest del Paese).

Le forze armate pachistane hanno ''ucciso 40-50 soldati indiani'' lungo la linea di controllo che divide le zone controllate da India e Pakistan nella regione del Kashmir, ha dichiarato il ministro dell'Informazione pakistano Attuallah Tarar sostenendo che l'esercito di Islamabad ha ''fatto saltare in aria le loro installazioni militari sul confine de facto''.

"Abbattuti anche 25 droni Harop di fabbricazione israeliana" lanciati dalle forze armate indiane, si legge in una nota diffusa dall'esercito di Islamabad spiegando che alcuni di questi droni sono caduti nei pressi di installazioni militari sensibili. "I detriti dei droni Harop di fabbricazione israeliana vengono recuperati in diverse zone del Pakistan", ha aggiunto la nota.

Le forze armate indiane, dal canto loro, hanno riferito di aver distrutto un sistema di difesa aerea dell'esercito pakistano a Lahore. ''Abbiamo appreso da fonti attendibili che un sistema di difesa aerea a Lahore è stato neutralizzato", si legge nella nota diffusa dal governo di Nuova Delhi.

India: "Risposta ferma"

L'India risponderà ''in modo fermo'' a qualsiasi operazione militare lanciata dal Pakistan, avverte il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar, secondo il quale finora le forze armate di Nuova Delhi hanno risposto in modo ''mirato e ponderato'' all'attacco terroristico che si è verificato lo scorso 22 aprile nel Kashmir indiano. "La nostra risposta è stata mirata e ponderata. Non è nostra intenzione aggravare la situazione", ha dichiarato Jaishankar in un discorso a una delegazione iraniana in visita. "Tuttavia, se dovessimo subire attacchi militari, non ci dovrebbero essere dubbi che la risposta sarebbe molto, molto ferma", ha aggiunto.

Pakistan: "Noi impegnati per armonia della regione"

Dal Pakistan il ministro degli Esteri Ishaq Dar ha rilanciato le accuse all'India affermando che "il Pakistan resta impegnato a favore dell'armonia regionale" mentre l'attacco lanciato dall'India fa parte di "un piano maligno" per incitare sentimenti anti-pakistani, ovvero per "sinistri scopi politici. A differenza della leadership indiana - ha affermato Dar - il Pakistan resta fermamente impegnato a salvaguardare vite innocenti e l'armonia regionale", ha affermato Dar.

"Proviamo una profonda empatia per la popolazione civile dell'India, in particolare per la comunità Sikh del Punjab indiano, poiché le loro vite sono state messe in pericolo dall'India attraverso l'uso di missili per sinistri fini politici", ha aggiunto il capo della diplomazia pakistana.

Le autorità pakistane hanno riaperto gli aeroporti di Islamabad e di Lahore che erano stati chiusi in seguito agli attacchi provenienti dalle forze armate indiane e all'abbattimento di droni partiti dall'India. Lo rende noto l'Autorità dell'aviazione civile del Pakistan aggiungendo che resta chiuso lo scalo aeroportuale internazionale di Karachi.

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