"Guerra a Gaza finisca ora", 25 Paesi chiedono stop al conflitto: c'è anche l'Italia

Dichiarazione congiunta firmata dai ministri degli Esteri, no di Tel Aviv. Tajani: "Chiediamo immediato cessate il fuoco". Israele lancia offensiva nel centro della Striscia: è la prima volta. Attacco via terra su Deir al-Balah

Gaza, fumo dopo raid a Deir el-Balah - Afp
Gaza, fumo dopo raid a Deir el-Balah - Afp
21 luglio 2025 | 07.24
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"La guerra a Gaza deve finire ora". Questo il messaggio "semplice e urgente" di una dichiarazione congiunta firmata dai ministri degli Esteri di 25 Paesi, tra cui l'italiano Antonio Tajani e gli omologhi di diversi Paesi europei più Canada, Australia e Nuova Zelanda, in cui si chiede al governo israeliano di "revocare immediatamente le restrizioni al flusso degli aiuti" e permettere a Onu e ong umanitarie di "svolgere il loro lavoro salvavita in modo sicuro ed efficace".

"La sofferenza dei civili a Gaza ha raggiunto nuovi livelli. Il modello di distribuzione degli aiuti del governo israeliano è pericoloso, alimenta l’instabilità e priva i gazawi della loro dignità umana. Condanniamo il rilascio graduato degli aiuti e l’uccisione disumana di civili, compresi bambini, che cercano di soddisfare i bisogni fondamentali di acqua e cibo", scrivono i firmatari, sottolineando quanto sia "orribile" che "oltre 800 palestinesi siano stati uccisi mentre cercavano aiuti" e definendo "inaccettabile" il rifiuto israeliano di fornire assistenza umanitaria essenziale alla popolazione civile.

I 25 ministri degli Esteri esortano sia Israele che tutte le parti coinvolte a rispettare i propri obblighi in base al diritto umanitario internazionale e proteggere i civili. A tal proposito, "le proposte di trasferire la popolazione palestinese in una 'città umanitaria' sono completamente inaccettabili. Il trasferimento forzato permanente è una violazione del diritto umanitario internazionale", scrivono. C'è un riferimento anche agli ostaggi "crudelmente" in mano a Hamas dal 7 ottobre 2023 che "continuano a soffrire terribilmente", proseguono, condannando la loro continua detenzione e chiedendo il rilascio immediato e incondizionato. "Un cessate il fuoco negoziato rappresenta la migliore speranza di riportarli a casa e di porre fine all’agonia delle loro famiglie", aggiungono.

"Siamo fermamente contrari a qualsiasi passo volto a cambiare la situazione territoriale o demografica nei Territori palestinesi occupati. Il piano di insediamento E1 annunciato dall’Amministrazione civile israeliana, se attuato, dividerebbe uno Stato palestinese in due, costituendo una flagrante violazione del diritto internazionale e compromettendo gravemente la soluzione dei due Stati. Nel frattempo, la costruzione di insediamenti in tutta la Cisgiordania, compresa Gerusalemme Est, è accelerata, mentre la violenza dei coloni contro i palestinesi è aumentata vertiginosamente. Tutto ciò deve cessare", scrivono i firmatari della dichiarazione congiunta.

I venticinque esortano tutte le parti coinvolte e la comunità internazionale a "unirsi in uno sforzo comune per porre fine a questo terribile conflitto, tramite un cessate il fuoco immediato, incondizionato e permanente", evidenziando che "altri spargimenti di sangue non servono a nulla" e reiterando il loro "pieno sostegno agli sforzi degli Stati Uniti, del Qatar e dell’Egitto per raggiungere questo obiettivo".

Oltre a Tajani, la lettera è firmata dai ministri degli Esteri di Australia, Austria, Belgio, Canada, Danimarca, Estonia, Finlandia, Francia, Islanda, Irlanda, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Paesi Bassi, Nuova Zelanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Slovenia, Spagna, Svezia e Regno Unito, Giappone e Svizzera oltre alla commissaria Ue per l'Uguaglianza, la Preparazione e la Gestione delle crisi, Hadja Lahbib.

Tajani: "Chiediamo immediato cessate il fuoco"

"Abbiamo firmato un documento con alcuni paesi, Gran Bretagna, Francia, Portogallo, Austria, per chiedere un immediato cessate il fuoco, per far entrare il prima possibile aiuti umanitari, perché la situazione a Gaza è davvero insostenibile", ha poi detto il ministro degli Esteri Antonio Tajani incontrando i giornalisti fuori Palazzo Chigi. "Noi riteniamo che si debbano rilasciare immediatamente, senza condizioni, gli ostaggi israeliani in mano ai terroristi, ma nello stesso tempo Israele deve compiere dei passi in avanti decisi, senza perdere tempo".

"C'è anche il problema che riguarda i coloni - aggiunge il vicepremier -. Noi siamo amici di Israele, ma quello che sta accadendo non va bene, l'abbiamo detto, l'abbiamo ribadito in questo documento, Israele deve affrontare e risolvere la soluzione".

"Sosteniamo l'azione degli Stati Uniti, di Qatar e Egitto per arrivare ad una soluzione, al cessate il fuoco, bisogna fare entrare alimenti, aiutare la popolazione civile, ci stanno ogni giorno troppi morti, questo è inaccettabile, facciamo nostre anche le parole di Papa Leone, aver sparato contro una chiesa cristiana ha provocato un grave turbamento in tutta la popolazione cristiana, anche nel nostro paese", conclude.

Il no di Tel Aviv ai ministri

Il ministero degli Esteri israeliano ha tuttavia annunciato di voler respingere l'appello lanciato dai Paesi, ritenendolo "scollegato dalla realtà". "Tutte le dichiarazioni e tutte le rivendicazioni dovrebbero essere rivolte all'unica parte responsabile della mancanza di un accordo per il rilascio degli ostaggi e di un cessate il fuoco: Hamas, che ha iniziato questa guerra e la sta prolungando. La dichiarazione non concentra la pressione su Hamas e non ne riconosce il ruolo e la responsabilità nella situazione. Hamas è l'unica responsabile della continuazione della guerra e delle sofferenze di entrambe le parti. In questi momenti delicati dei negoziati in corso, è meglio evitare dichiarazioni di questo tipo", la risposta del ministero israeliano.

Israele lancia offensiva nel centro della Striscia: è la prima volta

E' intanto di almeno 8 morti il bilancio delle vittime palestinesi a Deir Al-Balah dopo che i carri armati israeliani sono entrati nella città, nella Striscia di Gaza centrale, in quella che è la prima incursione di terra dell'Idf nell'area. L'esercito israeliano ritiene che alcuni degli ostaggi possano essere trattenuti da Hamas a Deir Al-Balah. Nel raid israeliano sono state colpite otto case e tre moschee nella zona, spiegando fonti mediche palestinesi citate dal Guardian.

L'attacco è iniziato questa mattina, poche ore dopo che l'esercito israeliano aveva diramato avvisi di evacuazione ai residenti di sei isolati residenziali nella parte sud-occidentale della città. Attualmente nella zona ci sono migliaia di sfollati, riporta la Bbc, provenienti da Rafah e Khan Younis, nella striscia di Gaza meridionale. Carri armati e veicoli militari israeliahi sono entrati in città dal posto di blocco di Kisufim sotto la copertura aerea e di artiglieria pesante.

Decine di granate avrebbero colpito i quartieri di Abu al-'Ajin e Hikr al-Jami, mentre le forze di terra avanzavano. Migliaia di residenti sono fuggiti dalla città durante la notte verso la zona costiera di al-Mawasi, vicino a Khan Younis, che è diventata una delle poche zone di rifugio relativo rimaste nella Gaza meridionale.

Idf: "Nuovo piano per prendere il controllo di Gaza"

Il capo di stato maggiore delle Idf, il tenente generale Eyal Zamir, ha elaborato un piano per intensificare ulteriormente le operazioni militari contro Hamas. Lo riporta l'emittente Channel 12 citando fonti a conoscenza della proposta secondo cui si tratta di un ''piano per prendere il controllo di Gaza". Il servizio afferma che il piano è un'alternativa alla controversa "città umanitaria" di Rafah,promossa dal primo ministro Benjamin Netanyahu, a cui Zamir si oppone, e verrebbe attuato se i colloqui per il rilascio degli ostaggi fallissero o in caso di tregua se non si raggiungesse un accordo per porre fine alla guerra dopo il cessate il fuoco di 60 giorni. Secondo quanto riferito, la proposta prevede che le Idf catturino e mantengano il controllo su un territorio molto più ampio nella Striscia di Gaza rispetto a quello attualmente in loro possesso, mentre l'esercito conquisterà gradualmente più terreno ogni giorno per mostrare a Hamas cosa sta perdendo.

Il quotidiano Israel Hayom scrive che il piano di Zamir prevede che l'esercito accerchi la maggior parte delle zone di Gaza, non che prenda il controllo dell'intera enclave. Il quotidiano riporta anche che Netanyahu ha impedito a Zamir di presentare la proposta al gabinetto di sicurezza e a un gruppo più ristretto di ministri di deliberare sulla proposta.

Fonti Israele: "Hamas vuole accordo, prevista risposta positiva presto"

Hamas ha interesse a raggiungere un accordo che porti a un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e al rilascio degli ostaggi. Per cui il gruppo dovrebbe accettare a breve, in toto o almeno in parte, l'ultima proposta presentata dai mediatori nel fine settimana. Lo riferiscono fonti politiche israeliane citate dal quotidiano Haaretz. L'ultima bozza include concessioni israeliane in merito al dispiegamento di truppe durante un cessate il fuoco di 60 giorni, anche lungo il corridoio di Morag.

Secondo Haaretz, Israele ritiene che Hamas desideri attualmente un accordo e che ci si aspetta una risposta che consenta alle parti di procedere, anche se include ulteriori riserve. I funzionari israeliani hanno aggiunto che Hamas ritiene che questa proposta possa potenzialmente portare alla fine della guerra e potrebbe quindi favorire l'accordo.

Onu: "Innumerevoli palestinesi uccisi mentre cercavano cibo"

Un gran numero di persone affamate nella Striscia di Gaza sono state uccise dal fuoco israeliano mentre attendevano i camion degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite, secondo il Programma Alimentare Mondiale (Pam), che ha sede a Roma. Poco dopo aver attraversato il valico di Zikim settentrionale per entrare a Gaza, un convoglio di 25 camion del Pam ha incontrato una grande folla di civili in attesa di rifornimenti alimentari, ha dichiarato l'agenzia delle Nazioni Unite via social. "Mentre il convoglio si avvicinava, la folla circostante è stata colpita da carri armati israeliani, cecchini e altri colpi d'arma da fuoco".

L'incidente ha causato la perdita di "innumerevoli vite" e molte altre hanno riportato ferite gravi, ha dichiarato il Pam. "Queste persone stavano semplicemente cercando di procurarsi cibo, per sfamare se stesse e le loro famiglie sull'orlo della fame. Questo terribile incidente sottolinea le condizioni sempre più pericolose in cui sono costrette a condurre le operazioni umanitarie a Gaza".

Le autorità sanitarie locali hanno riferito che 67 palestinesi sono stati uccisi, mentre l'agenzia di stampa palestinese Wafa ha riportato 58 morti e almeno 60 feriti. L'esercito israeliano ha affermato che sono stati sparati colpi di avvertimento in risposta a "una minaccia imminente" e ha espresso dubbi sul numero delle vittime. I dettagli dell'incidente sono oggetto di indagine, ha affermato l'esercito, aggiungendo che una prima verifica ha indicato che il numero di vittime riportato non corrisponde alle informazioni fornite dall'esercito. Non è stato possibile verificare le informazioni in modo indipendente.

L'agenzia Wafa, citando fonti mediche, ha riferito che ieri nella Striscia di Gaza sono state uccise 132 persone, tra cui 94 che stavano cercando di raggiungere gli aiuti. Le Nazioni Unite e le organizzazioni umanitarie segnalano condizioni catastrofiche nella Striscia di Gaza, i cui quasi 2 milioni di residenti dipendono pressoché interamente dagli aiuti per sopravvivere, dopo quasi 22 mesi di combattimenti tra Israele e il gruppo militante palestinese Hamas. Secondo i dati delle Nazioni Unite, centinaia di persone sono morte nelle vicinanze dei punti di distribuzione degli aiuti e attorno ai convogli di aiuti dalla fine di maggio. I filmati condivisi sui social media palestinesi mostrano diversi corpi in seguito ai bombardamenti israeliani nel nord-ovest di Gaza City. Si vedono anche un ragazzo morto e i suoi familiari sconvolti. Non è stato possibile verificare l'autenticità del filmato e dei resoconti in modo indipendente.

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