
Idf: "Colpiti nella notte obiettivi Hamas e Jihad islamica". E ordina evacuazione "zone pericolose di combattimento". Kallas: "Inaccettabili nuovi raid"
Sono 970 le vittime degli attacchi da parte di Israele a Gaza delle ultime 48 ore . Lo rende noto il ministero della Sanità dell'enclave gestito da Hamas, secondo cui, il bilancio totale della guerra nella Striscia di Gaza, che si rifà ai dati di ieri, è pari a 48.577 persone uccise.
Il bilancio degli attacchi di ieri, dopo la fine della tregua, è cresciuto via via con il passare delle ore. Nuovi attacchi da parte di Israele sono stati segnalati nella notte e anche nella mattinata di oggi, mercoledì 19 marzo. La difesa civile dell'enclave parlava di 13 persone uccise durante la notte.
Sono stati segnalati attacchi da parte di aerei israeliani nei pressi di Khan Younis, nel sud di Gaza, nonché in diverse aree a sud di Gaza City, vicino all'estremità settentrionale della Striscia. Quds news, organo di informazione legato ad Hamas, afferma intanto che il bilancio delle vittime dell'offensiva israeliana di martedì è salito a 429. In precedenza, le autorità sanitarie controllate da Hamas avevano indicato un bilancio di 408 morti. Nessuna delle due cifre può essere confermata. Non ci sono commenti da parte dell'esercito israeliano. I funzionari israeliani hanno dichiarato martedì che l'esercito stava sparando solo contro obiettivi terroristici.
Due dipendenti delle Nazioni Unite sono stati uccisi in un attacco che ha colpito un edificio dell'Onu a Deir el-Balah, nel centro della Striscia di Gaza. Lo ha riferito una fonte delle Nazioni Unite all'Afp. Le vittime lavoravano per conto dell'Ufficio Onu per i servizi ai progetti (Unops) e per il Servizio per l'azione contro le mine (Unmas), ha aggiunto la fonte.
Durante la notte, l'esercito israeliano ha condotto un'ondata di attacchi contro obiettivi di Hamas e della Jihad islamica palestinese nella Striscia di Gaza. L'aeronautica militare israeliana afferma di aver colpito circa 20 obiettivi, tra cui un sito militare di Hamas nel nord di Gaza, dove ha individuato preparativi per attacchi missilistici contro Israele.
Inoltre, la Marina israeliana ha preso di mira diverse imbarcazioni appartenenti alla Jihad islamica palestinese al largo della costa di Gaza, che secondo l'Idf venivano utilizzate per attività terroristiche.
L'esercito israeliano ha poi lanciato un nuovo appello alla popolazione di Gaza affinché evacuino le "zone pericolose di combattimento" nel nord e nel sud del territorio palestinese, all'indomani degli intensi bombardamenti che, secondo Hamas, hanno causato la morte di oltre 400 persone.
L'ordine di evacuazione si applica alle regioni di Beit Hanoun (nord), Khirbet Khuza'a, Abasan al-Kabira e Abasan al-Jadida (sud), dove l'esercito "ha iniziato le sue operazioni contro gruppi terroristici", ha scritto su X il portavoce di lingua araba dell'esercito, Avichay Adraee, invitando i residenti a "spostarsi in rifugi nella parte occidentale di Gaza City e nella città di Khan Younis".
Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati. Lo ha dichiarato un funzionario del gruppo islamista, dopo che Israele ha lanciato i suoi attacchi più intensi su Gaza dal cessate il fuoco del 19 gennaio. "Hamas non ha chiuso la porta ai negoziati, ma insistiamo sul fatto che non c'è bisogno di nuovi accordi", ha detto Taher al-Nunu, chiedendo anche che Israele sia costretto a implementare il cessate il fuoco. Israele afferma di aver lanciato gli attacchi dopo che Hamas si è rifiutato di estendere il cessate il fuoco liberando altri ostaggi.
L'Alto rappresentante della politica estera dell'Unione europea (Ue) Kaja Kallas ha definito ''inaccettabili'' i nuovi raid aerei che Israele ha ripreso sulla Striscia di Gaza. Kallas ha poi dichiarato di aver chiesto ieri al ministro degli Esteri israeliano Gideon Saar: "Perché lo state facendo?". Alle autorità israeliane ha quindi trasmesso "il messaggio che ciò è inaccettabile", riferendosi specificamente alla "perdita di vite civili". Su 'X', Kallas aveva precedentemente scritto che ''Israele deve mettere fine alle sue operazioni militari e permettere la ripresa di aiuti umanitari nella Striscia di Gaza e la fornitura di elettricità''.
Di un "drammatico passo indietro" ha parlato il presidente francese Emmanuel Macron parlando con al fianco re Abdullah di Giordania, in visita a Parigi. "La ripresa degli attacchi israeliani, ieri, nonostante gli sforzi dei mediatori, rappresenta un drammatico passo indietro" rispetto alla tregua che era in vigore da due mesi e ai negoziati in corso per passare alla fase 2 dell'accordo, con il ritiro totale israeliano dalla Striscia ed il rilascio di altri ostaggi, ha denunciato Macron.
Il governo israeliano ha intanto approvato nella notte il ritorno di Itamar Ben Gvir alla carica di ministro della Sicurezza nazionale. Lo ha indicato in un comunicato stampa l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu.
"Il governo ha approvato all'unanimità la proposta del primo ministro Benjamin Netanyahu di rinominare il deputato Itamar Ben Gvir ministro della Sicurezza nazionale", si legge nel testo. Ben Gvir si è dimesso dal suo incarico il 19 gennaio, in disaccordo con la decisione di tregua con Hamas che ha definito “scandalosa”.
Gli Houthi hanno condotto una "operazione militare di alta qualità" contro la USS Harry S Truman, ha reso noto un portavoce dell'organizzazione terroristica, secondo cui l'operazione, la quarta in 72 ore, prevedeva anche un attacco a "diverse navi da guerra nemiche" e ha sventato "un attacco aereo che si stava preparando contro il nostro Paese".
Allo stesso tempo hanno riferito anche di almeno 10 attacchi americani che hanno colpito alcune zone dello Yemen, tra cui la provincia di Saada e Hodeidah. Gli Stati Uniti hanno lanciato un'ondata di attacchi nelle zone dello Yemen controllate dagli Houthi, alleati dell'Iran, che la scorsa settimana hanno dichiarato di voler riprendere gli attacchi alle navi mercantili del Mar Rosso per sostenere i palestinesi a Gaza.