L'allarme: "Non è finita, state a casa". Corpi nelle auto e nei garage. In migliaia ancora senza elettricità. Sanchez: "Restate a casa, la Dana continua"
Decine e decine di persone risultano ancora disperse nel sud-est della Spagna a 48 ore dalle drammatiche inondazioni che hanno già causato almeno 158 vittime. Ad annunciarlo è stato il ministro per le Politiche territoriali, Ángel Víctor Torres, in una conferenza stampa.
“Abbiamo già 155 morti nella regione di Valencia, due in Castilla-La Mancha e un altro in Andalusia, per un totale di 158 persone, a cui vanno aggiunte decine e decine di dispersi”, ha dichiarato il ministro.
Le ricerche dei dispersi vanno intanto avanti senza sosta nelle province dove si concentra la maggior parte delle vittime. Alle operazioni di soccorso partecipano un migliaio di soldati dell'Unità militare di emergenza, oltre a migliaia di guardie civili, vigili del fuoco e agenti di polizia.
Il ministro della Difesa Margarita Robles ha dichiarato alla stazione radio Cadena Ser che un'unità militare specializzata sta setacciando il fango e i detriti con cani antidroga nelle zone più colpite. Alla domanda se il numero delle vittime potesse aumentare, ha detto: "Purtroppo non siamo ottimisti". Le squadre hanno portato con sé 50 obitori mobili. "Ci sono persone morte all'interno di alcuni veicoli", ha affermato dal canto suo il ministro dei trasporti spagnolo Óscar Puente in riferimento a centinaia di auto e camion bloccati su strade macchiate di fango marrone.
Migliaia di utenti sono ancora senza elettricità nelle proprie case e i danni materiali sono incalcolabili. Ci sono ancora molte strade chiuse nella provincia di Valencia, dove migliaia di auto sono rimaste bloccate, spazzate via, e il servizio ferroviario ad alta velocità tra Madrid e la Comunità Valenciana e il corridoio mediterraneo per Barcellona è sospeso, così come la maggior parte dei treni suburbani.
Dopo aver annunciato tre giorni di lutto nazionale e la dichiarazione della zona come “altamente colpita”, il premier spagnolo Pedro Sanchez ha chiesto oggi alle persone che vivono nelle province di Valencia e Castellón "di rimanere a casa perché la Dana continua" e di "rispondere a tutte le chiamate dei servizi di emergenza". A Valencia per partecipare a una riunione della protezione civile Sánchez ha iniziato il suo intervento ringraziando le squadre di soccorso che continuano a lavorare in aiuto della popolazione. "La priorità in questo momento è trovare le vittime, i dispersi, placare l'angoscia che le famiglie stanno vivendo, e in secondo luogo mettere tutte le risorse dello Stato dal punto di vista economico a disposizione della ricostruzione e del ritorno il prima possibile alla normalità".
Un appello "all'unità negli aiuti e nel sostegno" alle persone colpite dalle alluvioni da parte delle amministrazioni e della società civile per superare il "trauma" provocato dall'ondata eccezionale di maltempo è stato lanciato dal sovrano spagnolo Felipe VI. Il re ha elogiato le squadre di soccorso e di emergenza per gli sforzi profusi ed è tornato a ribadire la "desolazione e costernazione" sua e della regina. Felipe VI ha nuovamente esteso le condoglianze alle famiglie delle vittime e la propria solidarietà a quanti hanno subito danni, sottolineando che l'ondata di maltempo non si è ancora conclusa e ci sono ancora "previsioni di rischio".
Il maltempo provocato dal ciclone Dana si è infatti spostato. Questo giovedì, forti piogge minacciano due aree in particolare: il nord-est (allerta arancione nel nord di Castellón e nel sud di Tarragona) e il sud-ovest (allerta gialla nelle province di Cadice, Huelva e Siviglia in Andalusia e in tutta l'Estremadura).
E' polemica intanto per la mancata allerta delle autorità. L'agenzia meteorologica nazionale AEMET ha lanciato un'allerta rossa per la regione di Valencia martedì mattina e le condizioni sono peggiorate nel corso della giornata. Ma solo in prima serata è stato istituito l'organismo regionale incaricato di coordinare i servizi di emergenza. Dopo le 20:00 è stato diramato un avviso da parte della protezione civile che invitava i residenti della città costiera mediterranea di Valencia a non uscire di casa. Ma per molti era già troppo tardi. Centinaia di automobilisti si erano già messi il viaggio per ritrovarsi intrappolati sulle strade e abbandonati alla mercé di impetuosi torrenti d'acqua.