Roma, 17/11/2023 - In Italia l’Istituto Superiore di Sanità mostra numeri ancora allarmanti. “Ancora” perché quest’anno la legge n. 3 art. 51 sulla “Tutela della salute dei non fumatori”, nota a tutti come Legge Sirchia, quella che estese il divieto di fumo a tutti i locali chiusi di qualsiasi natura, compie vent’anni. Eppure, il 20,5% della popolazione italiana, che corrisponde a 10,5 milioni di persone, è fumatrice.
La lotta al fumo ha ancora molta strada da percorrere, molte energie da investire. È per questo che gli esperti in materia (medici, psicologi, presidi, ricercatori, giornalisti) firmano un decalogo con nuove linee guida per affrontare il contrasto al fumo. Servono nuove strategie, nuovi metodi che puntino alla riduzione del rischio del fumo, nuovi approcci che siano davvero efficaci per smettere di fumare.
Gli obiettivi proposti dal decalogo si pongono come una specie di mappa da seguire per contrastare il fumo di tabacco a beneficio della salute pubblica.
Il tabagismo, infatti, rappresenta uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie, nonché uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale e prima causa di morte evitabile nel mondo occidentale. Secondo l’OMS, ogni anno, più di 8 milioni di persone nel mondo muoiono a causa dei danni derivati dal consumo di tabacco.
Il nuovo decalogo, pertanto, punta alla promozione di campagne di prevenzione e informazione a cominciare dalle scuole, in modo da inibire i minori nei confronti della nicotina. Ma anche alla riorganizzazione e il rafforzamento dei centri antifumo, luoghi necessari per il supporto all’abbandono del vizio del fumo.
E ancora, l’introduzione della riduzione del rischio per i fumatori che non smettono, punto da cui partire per elaborare strategie di salute pubblica.
Gli esperti che hanno lavorato al decalogo, dunque, hanno analizzato le strategie che hanno funzionato nel corso di questi vent’anni, le attività da potenziare e individuato nuove iniziative da adottare. L’obiettivo rimane sempre lo stesso, quello a cui mirava la legge Sirchia: salvaguardare la salute pubblica, attraverso la prevenzione e l’informazione e la riduzione del rischio per i fumatori che non smettono.
Ed è a proposito di quest’ultimo punto, infatti, che sono nate le alternative al fumo di sigaretta tradizionale, come i dispositivi senza combustione.
Le strategie di riduzione del danno hanno contribuito ad aumentare la consapevolezza dei fumatori, anche in quella fetta di fumatori che non vuole smettere di fumare pur conoscendone i rischi. È per questo che gli esperti trovano necessaria l’adozione di un approccio strategico di riduzione del danno: non abolire del tutto il rischio, ma almeno ridurlo.
In questo senso, un importante ruolo lo ha ricoperto il mercato delle sigarette elettroniche, che ha permesso di introdurre delle alternative senza combustione, come quelle proposte da Svapostore. Questi dispositivi, infatti, hanno contribuito alla riduzione del danno, poiché i fumatori sempre più consapevoli hanno scelto di passare alle alternative smoke free, disponibili anche nella versione senza nicotina, e ridurre tutti quei danni associati al tabacco da combustione e alla dipendenza da nicotina.
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