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Uccisa a Fregene, nuora cercava sul web come togliere il sangue dal materasso

Il corpo di Stefania Camboni trovato ieri dal figlio, vittima ammazzata a coltellate. La 30enne fermata aveva cercato anche come uccidere per avvelenamento una persona

La villa del delitto a Fregene, Roma - Adnkronos
La villa del delitto a Fregene, Roma - Adnkronos
16 maggio 2025 | 13.24
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La nuora di Stefania Camboni, la donna di cinquantotto anni uccisa nella sua abitazione a Fregene, aveva cercato sul web come cancellare tracce ematiche sul materasso e come uccidere per avvelenamento una persona. Alla donna di 30 anni, fermata poco prima della mezzanotte, vengono contestate le accuse di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità.

A scoprire il corpo della vittima era stato ieri mattina il figlio di rientro dal lavoro che aveva trovato la madre riversa per terra vicino al letto matrimoniale dell'abitazione, coperta da cuscini, con numerose tracce di sangue. I carabinieri intervenuti sul posto hanno constatato, insieme al medico legale, numerosi colpi inferti sul torace della donna con un’arma da taglio.

Per la compagna del figlio, che aveva riferito di dissapori con la vittima, il pm di Civitavecchia ha proceduto al fermo. Nel corso della mattinata verrà conferito l’incarico per l’autopsia che dovrebbe svolgersi domani. Sempre domani, informa il procuratore di Civitavecchia Alberto Liguori, si dovrebbe svolgere l’udienza dinnanzi al gip di Civitavecchia per la convalida del fermo.

La mia assistita ha proclamato la sua innocenza, è molto provata ma ferma e determinata a ribadire tutto davanti al giudice" ha detto l'avvocata Anna Maria Anselmi, difensore della trentenne fermata per l’omicidio. "Agli inquirenti ha già raccontato che dopo aver cenato tutti insieme, lei e il suo compagno sono andati in stanza insieme, poi lui è uscito per andare al lavoro mentre lei si è messa a letto e come tutte le sere ha messo i tappi alle orecchie, addormentandosi profondamente. Un’abitudine che conoscono tutti e non ha sentito nulla fino a quando il fidanzato tornando a casa l’ha svegliata di soprassalto trovando la porta aperta”.

Alla trentenne, ora detenuta nel carcere di Civitavecchia, vengono contestate le accuse di omicidio aggravato dalla minorata difesa e con abuso di relazioni domestiche e di ospitalità. “Vivevano in quella casa dal 29 marzo in attesa di trasferirsi in un’altra abitazione”, spiega. I rapporti con la suocera “erano normalissimi, solo qualche banale discussione per la spesa”. In relazione alle ricerche, che sarebbero state effettuate sul web dalla donna su come cancellare tracce ematiche dal materasso e sulle modalità per uccidere per avvelenamento, la penalista dice: “La mia assistita ha spiegato che la prima ricerca era relativa a eliminare eventuali tracce delle mestruazioni e quella sull’avvelenamento non riguardava le persone ma le piante, per eliminare quelle invasive dal giardino. Poi ricordo che la signora è morta accoltellata e non avvelenata. E l’arma non è stata ancora trovata”.

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