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Eruzione Etna e turisti in fuga, è polemica dopo i video: "Perché erano in quota?"

Sindaco Biancavilla: "Sicurezza prima di tutto, fuggi fuggi indecoroso, serve rigore". Carlo Caputo: "Si è corso un grave pericolo". Guide vulcanologiche: "Nostri gruppi a distanza di sicurezza"

Eruzione dell'Etna - (Afp)
Eruzione dell'Etna - (Afp)
03 giugno 2025 | 12.38
LETTURA: 5 minuti

Decine di persone sull'Etna in fuga dopo l'eruzione che ieri ha causato il collasso di una parte del cratere Sud-Est. E' polemica dopo i video diffusi e diventati virali sui social che mostrano l'esplosione e concitati momenti vissuti da tanti turisti ed escursionisti vicini al fronte della nube eruttiva.

Se da una parte le guide vulcanologiche Etna Nord sottolineano che non c'era nessun pericolo perché "i gruppi si trovavano a distanza di sicurezza", dall'altra per i sindaci dei paesi sotto al vulcano e l'associazione italiana di Vulcanologia quelle persone non dovevano essere in quota.

Sindaco Biancavilla: "Sicurezza prima di tutto, fuggi fuggi indecoroso, serve rigore"

"La sicurezza viene prima di tutto, anche della fruizione turistica. Quanto accaduto ieri sull’Etna, con decine di escursionisti nella parte sommitale nonostante l’allerta, non può e non deve ripetersi. Solo per fortuna non si sono verificati incidenti, ma l’indecoroso fuggi-fuggi rimane un campanello d’allarme", afferma all'Adnkronos è Antonio Bonanno, sindaco di Biancavilla (Catania). "Se esiste un livello di allerta diramato dagli esperti - sottolinea il primo cittadino -, è doveroso che a questo seguano azioni concrete: occorre interdire le aree del vulcano a rischio e far sì che il divieto venga rispettato. Perché, ragiona il sindaco, in caso contrario "l’allerta si trasforma in una 'sirena muta', svuotata di efficacia e credibilità". "L’Etna è una meraviglia che dobbiamo tutelare e valorizzare, ma non a scapito dell’incolumità di chi lo visita - conclude Bonanno -. Il sistema Etnas, voluto dal direttore generale del dipartimento di Protezione civile della Regione siciliana, Salvatore Cocina, c’è già e funziona bene. Serve più rigore e coordinamento nelle decisioni operative".

Carlo Caputo: "Si è corso un grave pericolo"

Anche secondo il sindaco di Belpasso (Catania), Carlo Caputo, "si è corso un grave pericolo e mi spiace se ne parli poco". "Alle 5.30 del mattino ci giunge la chiamata e l'sms inviato dal sistema automatico Etnas 'altissima probabilità di accadimento'. Perché si è consentito di portare turisti in quota?", si chiede il primo cittadino, secondo il quale quella di ieri è stata "una giornata di fortuna, solo fortuna ma non si può contare sempre sul caso". "Il sistema di preavviso Etnas voluto dal dirigente della Protezione civile, Salvo Cocina, funziona benissimo, a cosa serve se poi non ci sono azioni conseguenziali? A svegliarti di notte o di primo mattino? Occorre una forte presa di coscienza sui rischi e occorre interdire il perimetro individuato dalla Protezione civile quando necessita. Non possiamo guardare solo al denaro", conclude Caputo.

Guide vulcanologiche: "Nostri gruppi si trovavano a distanza di sicurezza"

"I nostri gruppi si trovavano a distanza di sicurezza, in punti ideali per osservare l'evento in tranquillità, sempre sotto la guida di personale esperto. Alcune immagini possono impressionare, ma spesso la prospettiva inganna, e la reazione emotiva è naturale. Il nostro compito è proteggere e guidare con professionalità", scrivono su Facebook le guide vulcanologiche Etna Nord.

"Desideriamo rassicurare tutti coloro che sono stati con noi, e che lo saranno sull'attenzione e la responsabilità con cui operiamo ogni giorno sul vulcano. Sappiamo che durante le fasi esplosive, specie su crateri attivi come il Sud-Est, possono verificarsi fenomeni improvvisi come cedimenti o colate piroclastiche. Per questo abbiamo valutato in tempo reale la situazione e adottato tutte le misure necessarie. Grazie a tutti coloro che hanno condiviso con noi questa giornata indimenticabile: l'Etna si è fatto sentire, e noi l'abbiamo ascoltato... in sicurezza".

Presidente ass. Vulcanologia: "Durante allerta rossa non dovevano esserci persone"

"Durante un allarme rosso lì non ci dovevano essere persone. I segnali di monitoraggio parlavano in maniera piuttosto chiara già alle 5:30 del mattino, quando è stata diramata l'allerta rossa e, secondo la regolamentazione, era chiaro che oltre una certa quota non si doveva andare. L'area sommitale, che è molto ben perimetrata, è interdetta e teoricamente lì non ci dovrebbe essere nessuno", ribatte all'Adnkronos Marco Viccaro, presidente dell'associazione italiana di Vulcanologia.

Il fuggi fuggi dei turisti, ha continuato Viccaro, "si è avuto alle 11:25 quando c'è stato l'evento esplosivo. Durante la fase più energetica, in cui si sviluppano la colonna eruttiva, c'è emissione di cenere, fontane di lava, il fenomeno si può osservare a debita distanza. Il cedimento ha destato molto interesse, quindi lo sviluppo di una corrente piroclastica, che c'è stato alle 11:25, in concomitanza con il raggiungimento della fase massima energetica dell'episodio". "Per i versanti medio-bassi del vulcano e per tutte le aree urbanizzate non c'è alcun tipo di pericolo", ha assicurato il presidente. "Questi sono fenomeni che rimangono limitati all'area sommitale, soprattutto nei periodi in cui si va incontro a una fruizione turistica importante, le aree sommitali devono essere tenute sotto controllo, perché fenomeni del genere, che hanno una loro imprevedibilità, sia proprio nella dinamica con cui si sviluppa l'evento, sia proprio per delineare anche quelle che possono essere le aree interessate dai cedimenti, può comportare dei problemi se sono presenti, come ieri, delle persone in quota".

"La fruizione turistica dipende ovviamente dai livelli di allerta", ha ribadito Viccaro in merito alla ripresa del turismo sul vulcano. "Queste sono delle attività eruttive che si esauriscono in poche ore. Nel tardo pomeriggio di ieri, infatti, sostanzialmente era già tutto finito, se non per un po' di avanzamento delle colate, ma cose relativamente tranquille. Quindi, - ha sottolineato - quando viene abbassato il livello di allerta dalla protezione civile le attività sulle quote medio-alte riprendono, non essendoci pericoli particolari". Il problema di questi eventi, ha concluso Viccaro, è che "si hanno delle riprese estremamente rapide. Esiste un sistema di monitoraggio tarato per osservare con un elevato tempismo l'evoluzione del fenomeno. Infatti, l'entrata in una fase eruttiva come quella di ieri è stata vista ore prima della fase effettivamente parossistica. Si tratta di adattarsi ai tempi del vulcano. La parte medio-alta è fruibile. I questo momento, invece, sono interdette le aree propriamente sommitali, cioè tutta l'area a 3.350 metri. La parte media del vulcano, intorno alle quote 2.000, l'area sud dei crateri Barbagallo, sono zone che possono essere frequentate nei periodi in cui il livello di allerta ritorna su livelli di verde".

Ingv Catania, 'fase eruttiva conclusa'

Intanto l'Ingv di Catania fa sapere che dopo l'eruzione di ieri, oggi "la fase eruttiva dell'Etna" per l'Ingv è ritenuta "conclusa", anche se i parametri di controllo dell'Etna "sono in risalita". L'Istituto continua a monitorare il vulcano.

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