Norme italiane ostacolano ingressi. La denuncia degli operatori dalle agenzie di viaggio agli albergatori
I turisti stranieri, pur desiderando venire in Italia, hanno sempre maggiori difficoltà a trascorrere le vacanze nel nostro Paese a causa delle restrizioni per il covid 19 adottate dal governo. Ultima in ordine di tempo, che entrerà in vigore il 1 febbraio, è la validità del Super green pass (ottenibile solo con vaccino o guarigione) che passa da 9 mesi a 6. Anche il mancato riconoscimento della validità di alcuni vaccini somministrati all'estero, peraltro molto diffusi, fa recedere molte persone dal viaggiare in Italia. Tanto che in questi giorni sta arrivando una pioggia di cancellazioni negli alberghi, soprattutto delle città d'arte, dove si riversa normalmente la maggior parte del turismo internazionale.
Gli operatori del settore, dalle agenzie di viaggio agli albergatori, interpellati dall'Adnkronos sono davvero disperati, a fronte della crisi che si è abbattuta e chiedono al Parlamento e all'esecutivo di cambiare rotta, prevedendo di cambiare le regole in corner, come suggerisce Franco Gattinoni, presidente della Federazione Turismo Organizzato, (Fto).
La validità più ristretta del super green pass "è una anomalia che sta generando migliaia di cancellazioni e dunque è un danno che si aggiunge al danno, in un momento difficilissimo per il Turismo organizzato" afferma Gattinoni che auspica che "il governo e il Parlamento correggano subito l’incongruenza: si tratta di norme che, peraltro, compromettono i meccanismi della corretta circolazione delle persone nello spazio europeo. Ci sono delle proposte alle Camere e si potrebbe intervenire subito, ad esempio nel decreto Milleproroghe".
"Serve assolutamente un allineamento europeo sul green pass" aggiunge Maria Carmela Colaiacovo, presidente dell'Associazione Italiana Confindustria Alberghi, secondo la quale bisogna "trovare soluzioni più snelle e più elastiche garantendo a tutti la sicurezza, siamo i primi a volerla, ma serve una formula per il turismo straniero in vista della stagione primaverile".
A sottolineare questa incongruenza tutta italiana è anche Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi. "Siamo l'unico paese in Europa che ha portato la validità del super green pass da 9 mesi a 6 mesi e quindi, un turista francese che si è vaccinato da 7 mesi e non può fare la dose booster in Francia perché non viene autorizzata, non può venire in Italia" che rimarca il "grave danno" derivante dal mancato riconoscimento di molti vaccini esteri usati in paesi extra europei come ad esempio lo Sputnik dai quali provengono grandi flussi turistici.
Su questo tema interviene anche la Fiavet, in rappresentanza delle agenzie di viaggio. "Anche se non possiamo entrare nell'aspetto sanitario di un vaccino rispetto ad un altro, osserviamo che sicuramente il non riconoscimento di vaccini in uso in paesi importanti, come ad esempio la Russia, è una grande penalizzazione per il nostro mercato, soprattutto alla luce del fatto che altri paesi europei li accettano" afferma la presidente Ivana Jelinic. "Il vaccino cinese poi - prosegue - è utilizzato da mezzo mondo e invece, da noi, ci sono infinite riserve. Dobbiamo trovare una maniera formale e giuridica per poterli riconoscere altrimenti rischiamo che sempre più turisti stranieri, che investirebbero e spenderebbero cifre significative, andranno in altre nazioni".