Piste da sci aperte a Natale solo per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. E' la proposta lanciata dagli assessori delle Regioni Alpine al Governo al governo in vista del prossimo Dpcm per le vacanze sulla neve in sicurezza e evitare un completo tracollo del settore turistico invernale. "Consentire l'ingresso alle piste da sci a chi ha una camera di hotel o una seconda casa non è la proposta delle Regioni per gli impianti, è un'idea degli assessori. Definiamola una clausola di salvaguardia, ma non è la base della trattativa con Roma. Come a dire, oltre a questo livello qui non si può andare, è il minimo sotto il quale è impossibile scendere", spiega il presidente del Veneto, Luca Zaia.
La proposta trova d'accordo il presidente di Federalberghi Bernabò Bocca: "Chi trascorre le vacanze in hotel è solito prenotare con discreto anticipo. Il che ci consente di aiutare le comunità a organizzare i servizi necessari per accogliere i vacanzieri in condizioni di sicurezza. Inoltre, le strutture ricettive si impegnano a invitare tutti i propri ospiti a prenotare gli skipass, per prevenire le code agli impianti di risalita, e ne garantiscono la totale tracciabilità, grazie alle procedure di registrazione, obbligatorie per legge". Bocca sottolinea infine che le strutture ricettive italiane garantiscono un elevato grado di sicurezza, anche grazie al protocollo "Accoglienza sicura", realizzato da Federalberghi a tutela degli ospiti e dei collaboratori.
Presentata dalle Regioni del Veneto, Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Bolzano e di Trento, la proposta prevede, in sintesi, la possibilità di tenere aperti i comprensori sciistici per coloro che durante le festività natalizie pernotteranno nella seconda casa o in una struttura ricettiva.
Questa la nota sottoscritta dai rappresentanti delle Regioni e delle Province:
Delle vacanze di Natale diverse, con la possibilità di sciare solo per chi pernotta almeno una notte nelle diverse destinazioni o per chi possiede o affitta una seconda casa nelle zone sciistiche: è la proposta degli Assessori delle Regioni alpine per evitare gli assembramenti nelle località turistiche. "Concedere lo skipass a chi ha pernottato in una struttura ricettiva e a chi possiede o prende in affitto una seconda casa consente di controllare al meglio l’afflusso all’impianto sciistico. Il pendolarismo può infatti essere un problema in certe giornate", affermano gli Assessori di Piemonte, Valle d’Aosta, Lombardia, Provincia di Bolzano, Provincia di Trento, Veneto e Friuli Venezia Giulia.
“La soluzione che proponiamo al Governo Conte permette di avviare la stagione invernale con gradualità, in questo modo si potranno applicare i protocolli di sicurezza che abbiamo approvato lunedì scorso e metterli alla prova" - proseguono gli Assessori delle Regioni alpine - infatti, se consentiamo l’acquisto degli skipass solo a chi ha pernottato in una struttura ricettiva o in una seconda casa saremo in grado di sapere con precisione il numero degli avventori per ogni giorno e in questo modo potremo gestire al meglio l’afflusso e il deflusso agli impianti di risalita. Si tratta di una soluzione ragionevole, da adattare alle esigenze di ciascun territorio. Il Governo ci ascolti, consenta l’apertura degli impianti di risalita con questo criterio e permetta la mobilità regionale”.
Permettere la mobilità regionale durante le festività è infatti un requisito necessario per il settore. “Se il Comitato Tecnico Scientifico e il Governo intendono vietarla per evitare feste e momenti di aggregazione, consentano perlomeno la mobilità tra Regioni per chi ha prenotato in una struttura ricettiva almeno una notte”, sottolinea.
La proposta degli Assessori delle Regioni alpine di aprire gli impianti per chi soggiorna nelle località turistiche arriva dopo la constatazione della differenza di vedute tra gli Stati delle Alpi, con la Svizzera fuori dall’Unione Europea già aperta e l’Austria in procinto di aprire gli impianti. “La nostra proposta – rimarcano le Regioni – non è legata agli aspetti ludici dello sci e dello svago della “settimana bianca” ma, al contrario, deriva da un’attenzione particolare al mondo del lavoro e all’occupazione che l’industria dello sci genera sui nostri territori montani. Trovare un compromesso con il Governo di Roma per scongiurare una chiusura totale delle località turistiche invernali è d’obbligo, ne va della sopravvivenza della montagna, dei suoi lavoratori e del suo indotto di 20 miliardi.