Così Francesco Zorgno, presidente di Cleanbnb, la società in rappresentanza dei gestori professionali che fanno affitti brevi. Intanto, nel 2023 il settore è in forte crescita, nei primi 6 mesi ricavi + 65%.
"Il minimum stay, ovvero fissare per legge un numero minimo di notti per gli affitti brevi, non serve a niente perché non si può pensare che sia questo criterio a fare la differenza dell'ospitalità tra un albergo e un appartamento. Anzi è addirittura molto pericoloso perché se passasse il minimum stay a tre notti sarebbe un disastro: si toglierebbe un giro d'affari tra il 30 e il 50% delle case e si farebbero fallire tutte le strutture". Ad affermarlo è Francesco Zorgno, presidente di CleanBnb, in rappresentanza dei gestori professionali che offrono affitti brevi, interpellato dall'Adnkronos sul dibattito in corso sulle nuove regole che il ministro del Turismo Daniela Santanchè vuole dare al settore degli affitti brevi attraverso un disegno di legge.
"In questo modo noi abbiamo sottolineato al ministro che, di conseguenza, potrebbe dilagare il nero. - prosegue Zorgno - Noi come gli albergatori comunque, siamo contro la concorrenza sleale di chi affitta le case in maniera elusiva. Vogliamo regole severe per chi non rispetta determinati standard minimi quali il Codice univoco, l'obbligo di dichiarazione di inizio attività, il codice Ateco, ecc.".
Intanto continua la crescita di CleanBn in termini di volume d'affari e di numero di soggiorni. La società ha presentato i risultati gestionali del primo semestre dell’anno, che non lasciano spazio a dubbi: 41.025 soggiorni gestiti nei primi 6 mesi del 2023 (+54% rispetto al primo semestre 2022). "La performance di CleanBnB si mantiene a ritmi superiori alla media di settore: con un volume di incassi del semestre superiore del 65% rispetto ai risultati dello stesso periodo dello scorso anno" commenta infine Francesco Zorgno.