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Nasce 'Molise Art', polo tecnologico Gemelli per lotta al cancro

Nasce 'Molise Art', polo tecnologico  Gemelli per lotta al cancro
23 novembre 2020 | 19.06
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Un vero e proprio cuore ipertecnologico, immerso nella bellezza dell’arte per garantire le migliori cure ai pazienti colpiti da patologie oncologiche. Si tratta di 'Molise ART', il nuovo centro di radioterapia oncologica inaugurato oggi a Campobasso presso il Gemelli Molise e diretto da Francesco Deodato che - sulla scia di quanto già realizzato negli spazi del Gemelli Art di Roma - alla tecnologia dei macchinari di ultima generazione affianca un progetto artistico per accompagnare i pazienti in questo complesso percorso di cura.

“Siamo molto orgogliosi del traguardo raggiunto oggi - ha dichiarato Vincenzo Valentini, Presidente di Gemelli Art e ordinario di Radiologia all’Università Cattolica-. Molise Art entra a pieno titolo a far parte del Network Art, progetto della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs unico nel panorama nazionale ed europeo. Un’idea nata dal profondo desiderio di coniugare la possibilità di offrire ai pazienti oncologici le migliori cure e le più moderne e sofisticate tecnologie con un approccio moderno alla terapia, ospitando l'arte che sempre più oggi è considerata un'arma in più per la guarigione".

Il nuovo centro nato al Gemelli Molise - dettaglia una nota - è frutto di una importante ristrutturazione, che ha visto la creazione di nuove sale di attesa per i pazienti, nuovi ambulatori e aree tecniche nell’ottica dell’umanizzazione delle terapie. Già attivo da circa 20 anni, è l’unico centro di radioterapia del Molise che da sempre offre ai pazienti oncologici molisani e delle regioni vicine la possibilità di poter usufruire della radioterapia, fondamentale nei trattamenti oncologici e necessaria nel 50-60% dei pazienti neoplastici, utilizzando, tra i primi centri Italiani, anche tecniche innovative come la radioterapia stereotassica body (SBRT), la radioterapia a modulazione d’intensità (Imrt), quella volumetrica ad arco (Vmat) e la radioterapia con il controllo del respiro (Dibh-Rt).

Con 'Molise Art' - prosegue la nota - è stato totalmente rinnovato il parco tecnologico, sono stati acquisiti una Tac dedicata alla radioterapia - in grado di utilizzare tutti i dispositivi di posizionamento ed immobilizzazione dei pazienti - e introdotti nuovi sistemi di pianificazione del trattamento radiante, con sofisticati algoritmi di calcolo. "In particolare - ha spiegato Deodato - sono stati acquisiti due nuovi Acceleratori lineari di ultima generazione, ‘gemelli’, che permettono di eseguire trattamenti mirati, risparmiando gli organi sani e migliorando sensibilmente l’efficacia delle cure. L’accuratezza dell’erogazione del trattamento è garantita anche da sistemi di correzione del posizionamento del paziente mediante l’uso di lettini robotizzati e sistemi di collimazione millimetrica del fascio radiante”.

Molise Art dispone infine di nuove apparecchiature dosimetriche per controlli di qualità giornalieri necessari a garantire l’adeguato funzionamento di apparecchiature così complesse. Anche logisticamente gli ambienti del reparto sono stati ripensati per ottimizzare al meglio il flusso dei pazienti. E ancora: l'alto livello di innovazione e il numero di strumentazioni tecnologiche consentono un altissimo standard di servizio, che va dalla riduzione dei tempi d'attesa alla possibilità di personalizzare in maniera estremamente versatile i tempi di trattamento del paziente, ponendolo al centro del percorso di cura.

"Così Art - ha spiegato Celeste Condorelli, Amministratrice Delegata di Gemelli Molise - acquista un doppio significato: è acronimo di Advanced Radiation Therapy, ma anche sinonimo di arte e di bellezza, tipiche di questo territorio che affonda le sue radici lontane, lungo le vie di erba che collegavano i monti dell’Abruzzo e del Molise con le pianure della Puglia: i tratturi. Due cammini di transizione, quello dei pastori un tempo e quello dei pazienti oggi, nei quali ci si sente lontani dalla quotidianità familiare, dalle certezze di tutti i giorni, indeboliti forse dal viaggio ma anche arricchiti dalle storie e dagli incontri fatti durante il percorso. Accogliere quindi i pazienti, accompagnarli in un luogo che racconti una storia di bellezza e di cultura contribuirà ad 'addolcire' l’angoscia che inevitabilmente il paziente prova sul lettino della terapia".

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