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Melanoma, maggiore sopravvivenza con immunoterapia adiuvante

Studio CheckMate-76K conferma potenziale beneficio di nivolumab negli stadi iniziali del cancro

Immagine di repertorio - (Fotogramma)
Immagine di repertorio - (Fotogramma)
26 settembre 2022 | 16.44
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Nello studio di Fase 3 CheckMate -76K, che valuta nivolumab in monoterapia nel setting adiuvante nei pazienti con melanoma in stadio IIB/C completamente resecato con l’intervento chirurgico, l’immunoterapia ha soddisfatto l’endpoint primario, dimostrando un beneficio statisticamente e clinicamente significativo della sopravvivenza libera da recidiva (Rfs) rispetto a placebo, all’analisi ad interim predefinita. Tali risultati confermano il potenziale beneficio di nivolumab negli stadi iniziali del melanoma. Non sono stati osservati nuovi segnali di sicurezza al momento dell’analisi. Lo annuncia in una nota Bristol Myers Squibb (Bms), azienda produttrice del farmaco.

Nivolumab è un inibitore del checkpoint immunitario Pd-1 che è stato progettato per potenziare il sistema immunitario al fine di ristabilire la risposta immunitaria anti-tumorale. Come tale, è divenuto un’importante opzione di trattamento per molti tipi di cancro. Lo studio CheckMate -76K fa parte di un programma di sviluppo di Bms che analizza nivolumab, e le associazioni con altri farmaci, negli stadi iniziali del tumore e che attualmente comprende sette tipi di neoplasie.

“I pazienti con melanoma di stadio IIB/C sono a rischio elevato di recidiva, con circa un terzo dei pazienti di stadio IIB e metà di stadio IIC che vanno incontro a recidiva entro cinque anni dall’intervento chirurgico - afferma Gina Fusaro, Phd, responsabile del programma di sviluppo, melanoma, Bms - I risultati dello studio CheckMate -76K rappresentano un progresso significativo per i pazienti con melanoma di stadio IIB/C e una espansione della nostra esperienza nel trattamento del melanoma. La recidiva - aggiunge Fusaro - è un evento che cambia la vita delle persone con il cancro. Il trattamento con nivolumab nelle fasi iniziali di malattia, quando il sistema immunitario può essere più reattivo, potrebbe potenzialmente prevenire la recidiva, un obiettivo fondamentale per migliorare l’outcome dei pazienti”.

Il melanoma - si legge nella nota - è un tumore della pelle caratterizzato da un’incontrollata crescita delle cellule che producono il pigmento (melanociti). Il melanoma metastatico è la forma più letale della malattia e si manifesta quando il cancro si diffonde oltre la superficie della pelle agli altri organi. L’incidenza di melanoma è aumentata costantemente negli ultimi 30 anni. Globalmente, l’Organizzazione mondiale della salute stima che, entro il 2035, l’incidenza di melanoma raggiungerà quota 424.102 casi, con 94.308 decessi correlati. Il melanoma è maggiormente curabile quando trattato negli stadi iniziali: le percentuali di sopravvivenza diminuiscono con la progressione della malattia.

L’azienda completerà l’intera valutazione dei dati dello studio CheckMate -76K e si appresta a condividere i risultati nei prossimi convegni medici, oltre che con le autorità sanitarie.

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