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Lucia Aleotti (Menarini), 'spero di innescare effetto a catena per investire in Italia'

Nuovo stabilimento alle porte di Firenze da 150 mln di euro: 'Una scelta di cuore che vuol essere un segnale per tutti'

Alberto Giovanni e Lucia Aleotti
Alberto Giovanni e Lucia Aleotti
06 giugno 2020 | 15.18
LETTURA: 2 minuti

di Margherita Lopes

"Siamo il primo gruppo italiano, e in questo momento non potevamo non pensare al nostro Paese. Quella di investire in Italia è stata una scelta di cuore, maturata durante la pandemia di Covid-19. E la speranza è quella di innescare un effetto a catena, che spinga ognuno, con le sue possibilità, a dare un segnale e ad investire in Italia". Così Lucia Aleotti, azionista e componente del Board di Menarini, spiega all'Adnkronos Salute la decisione che ha portato il grande gruppo del pharma 'made in Italy' a interrompere la ricerca di una localizzazione internazionale, economicamente più attrattiva, e invece privilegiare l'Italia per la realizzazione del loro nuovo sito produttivo hi-tech da 150 milioni di euro. "Una scelta di cuore", ribadisce Aleotti. Che ha indirizzato una produzione hi-tech e d'eccellenza, come quella farmaceutica.

"Da molti mesi - ricorda Aleotti - avevamo iniziato un confronto internazionale sulla possibile collocazione del nuovo stabilimento, necessario per sostenere la crescita del Gruppo. La governance internazionale ci dà gli indirizzi e ci spinge a guardare in tutto il mondo: molti Paesi fanno ponti d'oro a investimenti come questo. Poi è arrivato Covid-19, e abbiamo visto il nostro Paese duramente colpito, nell'economia ma anche nello spirito. Siamo la principale azienda italiana, e abbiamo avuto un guizzo. Alberto Giovanni (Aleotti, ndr) e io ci siamo detti: basta, non vogliamo sapere più nulla". Così il gruppo ha deciso di 'giocare in casa'. "Il terreno è alle porte di Firenze, costruiamo il nuovo stabilimento nel nostro quartier generale. Con la speranza di dare una spinta alla rinascita del nostro Paese", aggiunge.

Lucia Aleotti non nasconde l'emozione di questi mesi: "I nostri dipendenti hanno sempre lavorato, anche durante il lockdown, e non solo per produrre farmaci: un impianto di Firenze era stato destinato alla produzione di gel disinfettante da donare agli operatori sanitari. Così abbiamo lavorato con la consapevolezza di fare non solo il nostro lavoro, ma anche qualcosa di bello" per medici e infermieri in prima linea contro Covid-19. "Un impegno motivante", assicura.

Quanto al nuovo stabilimento, "per noi è come un bambino, e per la prima volta avrà un nome, che sarà scelto dai nostri dipendenti", dice Aleotti, che tiene a ringraziare "tutte le persone, tecnici e ingegneri, che hanno lavorato giorno e notte per permetterci di fare questo annuncio. Con l'obiettivo di fare presto, e la speranza di innescare davvero un effetto a catena", una 'contagiosità' che promuova investimenti in Italia. "Il nostro vuol essere un segnale, con l'invito a buttare il cuore oltre l'ostacolo", conclude. E chissà che proprio dalle porte di Firenze non si dia inizio ad un nuovo 'Rinascimento italiano', dopo la pandemia di Covid-19.

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