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Coronavirus, "una speranza dal sangue dei guariti"

Per Kedrion Biopharma in "3-6 mesi potrebbe arrivare una terapia mirata"

(Afp)
(Afp)
06 aprile 2020 | 20.01
LETTURA: 3 minuti

Potrebbe arrivare in "3-6 mesi" una terapia efficace per l'infezione da Sars-CoV-2, grazie all'utilizzo di plasma donato da persone che hanno superato la malattia e quindi ricco di anticorpi antivirus, "che richiede l'utilizzo di metodiche per l'inattivazione di patogeni, e dalle immunoglobuline estratte dal plasma di persone guarite ed immuni al virus prodotte a livello industriale". Questo il piano di intervento Kedrion Biopharma ha messo a disposizione per fronteggiare la grave emergenza sanitaria dovuta alla pandemia da Covid-19.

"Nel passato sono state numerose le patologie che hanno beneficiato di questo tipo di trattamento - dichiara Alessandro Gringeri, Chief Medical and R&D Officer di Kedrion Biopharma - La probabilità di efficacia è molto elevata, vicina al 90-95%. Ciò ci ha spinti a concentrare risorse e investimenti per disporre nell'arco di 3-6 mesi di un concentrato di immunoglobuline iperimmuni con alto contenuto di anticorpi specifici neutralizzanti il SarS-CoV-2, in grado di contrastare la malattia in casi sintomatici gravi e - in futuro - di bloccare l’evoluzione della sintomatologia sia nei pazienti già ospedalizzati con Covid-19 sia nei soggetti a maggiore rischio".

"Il plasma è un materiale biologico prezioso, le cui proprietà biochimiche e i cui usi terapeutici sono in larga misura inesplorati, il suo potenziale è quindi ancora enorme e siamo convinti possa essere di grande aiuto anche in questa occasione", aggiunge. In attesa dell’avvio della produzione industriale "sono molto positivi i risultati registrati dalla somministrazione di plasma iperimmune da convalescente a pazienti con Covid-19 in condizioni critiche effettuato da alcuni centri in Lombardia", aggiunge l'azienda.

In questi casi Kedrion Biopharma ha fornito e installato a tempo di record dispositivi capaci di trattare il plasma da soggetti convalescenti, inattivandolo viralmente in modo da poterlo infondere in sicurezza in pazienti in condizioni critiche. I centri trasfusionali di Mantova, Padova e Pisa hanno ricevuto gratuitamente la strumentazione per questa procedura, unitamente ai kit utili alla preparazione di circa 3.200 unità di plasma convalescente.

I centri che hanno già a disposizione le macchine si stanno dotando dei kit necessari per l’inattivazione virale del plasma. Un protocollo clinico-sperimentale è stato già sviluppato dal Servizio di Immunoematologia e medicina trasfusionale del San Matteo di Pavia in collaborazione con altre strutture come quelle di Lodi e Mantova, e dall'Azienda Ospedaliera Universitaria di Padova. "Questo plasma potrà essere utilizzato nella gestione dei pazienti più critici".

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