Anticipare di sette anni la diagnosi del Parkinson e provare a batterlo sul tempo. È questa la ricetta proposta da un team di ricerca dell’University College di Londra, in un articolo recentemente comparso sulle colonne di “Nature Communications”. Mediante l’impiego di modelli di apprendimento automatico, gli esperti sarebbero riusciti a individuare alcune spie della presenza della malattia nel sangue. Qualora i risultati di questo primo studio superassero il test della generalizzabilità, basterebbero delle semplici analisi del sangue per una diagnosi precoce e affidabile.