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Ucraina-Russia, Lavrov: "Dominio Occidente di 500 anni sta finendo"

Il ministro degli Esteri russo: "Russia più forte, come accadde contro Napoleone e Hitler"

Sergei Lavrov - (Afp)
Sergei Lavrov - (Afp)
10 dicembre 2023 | 16.29
LETTURA: 2 minuti

"I 500 anni di dominazione del mondo da parte dell'Occidente" stanno arrivando alla fine. A ribadirlo il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, in videocollegamento con il Forum di Doha, durante il quale ha affermato che "la guerra ibrida" che l'Occidente sta conducendo contro la Russia è basata sulla "cancel culture".

La Russia con la guerra contro l'Ucraina diventa "più forte" proprio come accadde con le invasioni di Napoleone Bonaparte o di Adolf Hitler nella seconda guerra mondiale, ha affermato Lavrov. "La conseguenza della guerra contro la Russia lanciata dagli Stati Uniti attraverso l'Ucraina è già palpabile. Si è parlato dell'allargamento della Nato ma il risultato principale per noi e ovviamente, per coloro che se ne accorgeranno più tardi, è che la Russia è già diventata molto più forte di prima", ha aggiunto .

"All'inizio del XIX secolo Napoleone raggruppò quasi tutta l'Europa per attaccare la Russia. Lo abbiamo sconfitto perché siamo diventati più forti dopo questa aggressione. A metà del secolo scorso, Hitler ha fatto lo stesso. Ha messo quasi tutti i paesi europei sotto il suo comando per lanciare l'aggressione contro la Russia. Anche lui è stato sconfitto e noi siamo diventati più forti dopo la guerra", ha detto ancora Lavrov.

Soffermandosi sulla guerra Israele-Hamas, ha detto: "E' inaccettabile che Israele usi l'attacco lanciato da Hamas il 7 ottobre come giustificazione per una punizione collettiva del popolo palestinese".

"Dobbiamo fare tutto il possibile per continuare a esercitare questa pressione politica per arrivare a un cessate il fuoco umanitario", ha aggiunto Lavrov, secondo le dichiarazioni riportate dall'agenzia Tass.

Colloquio Netanyahu-Putin

Queste parole arrivano nel giorno del colloquio telefonico, andato avanti per 50 minuti, tra il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il presidente russo Vladimir Putin.

Durante il colloquio, Netanyahu "ha criticato con forza la pericolosa cooperazione tra Russia e Iran", si legge in una nota dell'ufficio del premier israeliano, che dà conto della telefonata, la seconda tra i due leader dopo quella del 16 ottobre scorso, nella quale ha espresso anche "disappunto" per le parole pronunciate venerdì al Consiglio di sicurezza dell'Onu dal rappresentante russo. Inoltre, Netanyahu ha chiesto alla Russia di esercitare pressioni sulla Croce Rossa affinché vengano effettuate visite e garantiti medicinali per gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas.

Dal canto suo Vladimir Putin ha ribadito la "condanna del terrorismo in tutte le sue manifestazioni" ma, riferisce il Cremlino, "allo stesso tempo è estremamente importante che la lotta alle minacce terroristiche non porti a conseguenze tanto disastrose per i civili". Dopo quanto confermato da parte israeliana sul colloquio tra il premier israeliano e il presidente russo, il Cremlino conferma che al centro della telefonata c'è stata la "situazione grave nell'area del conflitto israelo-palestinese" e la "situazione umanitaria catastrofica" nella Striscia di Gaza.

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