Aiuti militari bloccati anche per Israele e Taiwan: "Bisogna rafforzare la parte destinata alla sicurezza del confine"
Come avevano annunciato, i repubblicani del Senato degli Stati Uniti hanno bloccato il pacchetto di aiuti militari per Ucraina, Israele e Taiwan, sostenendo che bisogna rafforzare la parte destinata alla sicurezza del confine. Il voto aumenta la possibilità che il Congresso non riesca ad autorizzare i 61 miliardi di dollari di aiuti a Kiev entro la fine dell'anno, come ha chiesto di fare la Casa Bianca avvisando di aver finito i soldi a disposizione per sostenere Kiev contro l'invasione russa.
Le regole del Senato impongono che per far andare una legge al voto è necessario che prima passi una votazione procedurale con almeno il voto di 60 senatori. Oltre ai 61 miliardi per l'Ucraina, il pacchetto contiene 10 miliardi per sostenere Israele nel conflitto con Hamas, cosa che ha spinto il senatore liberal, ed ex candidato alla Casa Bianca, Bernie Sanders a votare contro, affermando che non è possibile continuare a firmare "assegni in bianco" al "governo di estrema destra" di Benjamin Netanyahu mentre il numero delle vittime civili a Gaza continua a salire. "Quello che il governo di Netanyahu sta facendo è immorale, è una violazione delle leggi internazionali e gli Stati Uniti non dovrebbero essere complici di queste azioni", ha dichiarato Sanders.
La Russia spera che i membri del Congresso restino "lucidi" e continuino a bloccare i finanziamenti a Kiev, sottolinea il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, accusando le autorità americane di "demonizzare" la Russia.
"Ci rammarichiamo che la leadership statunitense continui con l'abitudine di usare la Russia come strumento per i suoi affari interni. In questo caso specifico è impegnata in una demonizzazione assolutamente palese del nostro Paese al fine di indottrinare i loro deputati e senatori" con l'obiettivo di "continuare a bruciare il denaro dei contribuenti americani nella fornace della guerra ucraina", dice Peskov, citato dall'agenzia Tass.
"Speriamo che tra i membri del Congresso ci siano ancora abbastanza persone lucide che capiscano che questa non è altro che una demonizzazione assoluta", aggiunge.
Nel tentativo di sbloccare l'impasse, Joe Biden, prima del voto, ha chiesto al Congresso di approvare il pacchetto per evitare che Vladimir Putin tragga vantaggio dalla situazione. Si è detto anche pronto a fare "significativi compromessi sul confine" ma ha accusato i repubblicani di avere un atteggiamento 'tutto o niente' sull'immigrazione. "Questi sono negoziati, i repubblicani pensano di poter aver tutto senza nessun compromesso bipartisan", ha affermato.
Putin "andrà avanti" se prenderà l’Ucraina, suggerendo che la Russia potrebbe eventualmente attaccare un alleato della Nato e trascinare gli Stati Uniti in guerra ha detto Biden.
"Chi è disposto a rinunciare a chiamare Putin a rispondere delle proprie responsabilità? Chi è disposto a farlo?", ha chiesto il presidente Usa. "Non possiamo lasciare che Putin vinca, è nel nostro preponderante interesse nazionale e nell'interesse internazionale di tutti i nostri amici", aggiunge per poi puntare il dito contro i repubblicani estremisti che al Congresso stanno "giocando a sfidare la nostra sicurezza nazionale" e "tengono in ostaggio i finanziamenti dell'Ucraina".