"Per gli analisti russi è improbabile che la perdita di vite umane sia un deterrente per gli obiettivi di guerra di Putin"
"Il numero di soldati russi uccisi e feriti in Ucraina si avvicina a 200.000". Lo scrive il New York Times, commentando che il dato rappresenta "un chiaro simbolo di quanto sia andata male l'invasione del presidente Vladimir Putin". Il quotidiano americano avverte che "le vittime sono notoriamente difficili da conteggiare, in particolare perché si ritiene che Mosca sottostimi regolarmente i suoi morti e feriti di guerra, affermando che il numero delle vittime dei combattimenti dentro e intorno alla città ucraina orientale di Bakhmut e alla città di Soledar è stato gonfiato".
"Con Mosca alla disperata ricerca di una grande vittoria sul campo di battaglia e vedendo Bakhmut come la chiave per impadronirsi dell'intera area orientale del Donbass - prosegue il giornale - l'esercito russo ha inviato reclute ed ex detenuti scarsamente addestrati in prima linea, direttamente sulla traiettoria dei bombardamenti e delle mitragliatrici ucraine. Il risultato, dicono i funzionari americani, è stato di centinaia di soldati uccisi o feriti al giorno".
"Gli analisti russi affermano che è improbabile che la perdita di vite umane sia un deterrente per gli obiettivi di guerra di Putin - spiega il New York Times - Non ha opposizione politica in patria e ha inquadrato la guerra come il tipo di lotta che il paese ha affrontato nella seconda guerra mondiale, quando morirono più di 8 milioni di soldati sovietici. I funzionari statunitensi hanno affermato di ritenere che Putin possa accettare la perdita di centinaia di migliaia di vittime in Ucraina, sebbene numeri più elevati potrebbero ridurre il suo sostegno politico".
"Anche le cifre sulle vittime dell'Ucraina sono difficili da accertare - ammette il quotidiano - data la riluttanza di Kiev a rivelare le proprie perdite. Ma a Bakhmut, a volte anche centinaia di soldati ucraini sono stati feriti e uccisi ogni giorno, hanno detto i funzionari. Le formazioni di fanteria meglio addestrate sono tenute in riserva per salvaguardarle, mentre le truppe meno preparate, come quelle delle unità di difesa territoriale, sono tenute in prima linea e sopportano il peso dei bombardamenti".