Roma, 28/02/2023 - Sono ancora un po’ i dettagli da conoscere, ma la riforma degli incentivi alle imprese sarà attuata con l’adozione dei decreti legislativi da convertirsi entro 24 mesi. Passata in Consiglio dei Ministri sotto forma di disegno legge delega, vede l’attuale esecutivo raddoppiare i tempi previsti nella prima trascrizione dello stesso provvedimento, precedentemente approvato dal Governo Draghi nel 2022, ma poi mai attuato a causa della prematura interruzione della legislatura.
La motivazione che ha portato ad effettuare alcuni cambi rispetto al vecchio documento è quello di semplificare la proposta e ridurre le proposte, così da permettere una migliore reperibilità da parte delle imprese.
Motivazioni della riforma
Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy fa sapere che secondo rilevazioni il sistema agevolativo nazionale ha fatto registrare nel 2021 un numero di interventi agevolativi pari a 229 per le amministrazioni centri e 1.753 delle amministrazioni regionali, per un totale di 1.982. Queste cifre hanno spinto il Governo a razionalizzare la materia all’interno di un “codice degli incentivi” in modo da semplificare gli interventi per le imprese e raggiungere un’ottima efficienza, cercando di fermare la frammentazione delle politiche di incentivazione.
La semplificazione tocca anche le norme in materia di investimenti ed interventi per il Mezzogiorno. Il Ministero ha reputato questa modifica del sistema degli incentivi necessaria per promuovere la politica industriale italiana e permettere un maggiore efficientamento degli interventi per le imprese.
Come spiega il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso: “Il provvedimento nasce dalla necessità di avere una riforma organica per fermare la giungla degli incentivi”. Chiaro è lo scopo del Governo, cioè quello di semplificare ed amalgamare la proposta: “In questo modo si cerca di rendere più competitive le aziende italiane in un mercato sempre più globalizzato, attraverso una transizione verso l’innovazione green e digitale. “Le sfide globali di oggi hanno bisogno di risposte mirate e coerenti con un sistema degli incentivi compiuto e coordinato che possa rappresentare un corpus organico di regole che sia di riferimento tanto per i decisori pubblici che per le imprese”, spiega il ministro.
Quali sono i principi guida della riforma?
Gli incentivi alle imprese sono inseriti all’interno di un quadro organico, così da razionalizzare, semplificare e ridurre tempi e costi delle richieste. Le norme introducono infatti i principi che guideranno i futuri incentivi. C’è quindi una riduzione delle proposte che diventeranno sicuramente più mirate, ma allo stesso tempo l’aggiornamento sarà continuo, come è possibile vedere su siti come Fissovariabile in cui è possibile trovare notizie complete sui vari incentivi.
Gli interventi di aiuto alle aziende dovranno essere in proporzione all’obiettivo prestabilito, in modo da migliorarne l’efficacia, con effetti misurabili. Allo stesso tempo dovranno cercare di promuovere la diminuzione del gender gap e del divario territoriale. Andando maggiormente ad approfondire sono diversi i punti che dovranno considerare.
Innanzitutto la programmazione e l’estensione temporale degli interventi da parte delle amministrazioni, anche se pluriennali; in questo modo si cerca di assicurare un sostegno continuativo ed adeguato agli scopi prefissi. Un altro punto saliente è quello della misurabilità, con gli interventi che dovranno avere un impatto economico oggettivo, sulla base di valutazioni sia in itinere che ex post degli effetti ottenuti.
Gli incentivi dovranno inoltre promuovere il rafforzamento della coesione sociale, economica e territoriale, in modo da contribuire in uno sviluppo economico armonico ed equilibrato della nazione: in questo caso si fa riferimento a politiche di incentivazione della base produttiva del Sud Italia. Lo stesso vale per la valorizzazione del contributo delle donne.
Per quello che riguarda la razionalizzazione degli incentivi esistenti il Governo lavora sull’individuazione di modelli agevolativi delle valutazioni dell’impatto, oltre a ricercare un coordinamento tra amministrazioni centrali e regionali per prevenire sprechi. Infine si punta sulla trasparenza, rendendo possibile la conoscibilità del codice che contiene le regole che dovranno essere rispettate.
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