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Giulia Cecchettin, prima notte in carcere per Filippo Turetta: estradizione vicina

La 22enne già morta prima di essere gettata nel burrone: in settimana l'autopsia. Il giovane, arrestato a 150 km da Lipsia in Germania, è in carcere a Halle. Il padre: "Ora difficile abbracciarlo"

Filippo Turetta e fiori per Giulia Cecchettin - (Fotogramma e Adnkronos)
Filippo Turetta e fiori per Giulia Cecchettin - (Fotogramma e Adnkronos)
20 novembre 2023 | 07.20
LETTURA: 4 minuti

Prima notte in carcere per Filippo Turetta, il 22enne arrestato con l’accusa di omicidio volontario aggravato dell’ex fidanzata Giulia Cecchettin. Il giovane è detenuto nel carcere tedesco di Halle in Germania, dove è finita la sua fuga di oltre mille chilometri da Vigonovo (Venezia) a una città vicino Lipsia.

Domenica per Turetta, assistito dall’avvocato tedesco Dimitar Krassa, c’è stata l’udienza che ha convalidato l’arresto su mandato di arresto europeo (Mae) e lo studente ha dato l’ok alla consegna all’Italia. Un sì che rende tutto più semplice: la sua non è un’estradizione, visti gli accordi tra Stati europei. A stretto giro si dovrà pronunciare il Tribunale regionale superiore, già a partire da oggi.

Sui tempi brevi si è speso ieri anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Le tempistiche parlavano di giorni, viste anche le relazioni tra i due Paesi. A quel punto saranno i carabinieri a prendere in consegna il 22enne e riportarlo in Italia. Intanto sulle condizioni del giovane ha riferito, sempre ieri il difensore veneto Emanuele Compagno: “Ho parlato con il legale tedesco e mi ha riferito che Filippo è molto provato e preoccupato”.

L'arresto

Il 22enne è stato arrestato mentre era fermo con la sua auto, una Fiat Punto nera, su un'autostrada in Bassa Sassonia, a 150 chilometri da Lipsia. Era al lato della strada, con le luci spente, mentre la legge tedesca prevede che le luci siano sempre accese. I poliziotti tedeschi si sono fermati per un controllo e hanno riconosciuto il giovane e la targa, che era stata segnalata dall'Interpol. Per la Bild, l'arresto è stato effettuato già nella serata di sabato 18 novembre dopo la segnalazione di alcuni automobilisti che hanno notato il veicolo fermo.

Da quando l'auto del 22enne era stata avvistata in Austria si erano fatte mille ipotesi sul destino del giovane in fuga da Vigonovo, in provincia di Venezia dopo aver tramortito, colpito con più coltellate l’ex fidanzata Giulia ed essersi disfatto del corpo buttandolo da un dirupo a Piancavallo, vicino al lago di Barcis. Giulia Cecchettin era già morta quando è stata gettata nel dirupo, secondo 'esito dell'ispezione del corpo della giovane da parte del medico legale.

Il padre di Filippo Turetta: "Ora difficile abbracciarlo"

"Avrei preferito che la cosa finisse in un altro modo, ma è mio figlio, devo dargli forza, la vita deve andare avanti", ha detto ai cronisti Nicola Turetta, il padre di Filippo. "Pensavo fosse morto? Non so se ero contento... mio figlio pagherà, la giustizia farà il suo corso, ma c'è una famiglia, suo fratello... bisogna capire, non è facile affrontare questa cosa. Mio figlio è stato descritto come un mostro, non lo è e non lo è mai stato, non può essere...". "Siamo ancora sotto shock per quello che è successo, per quello che ha combinato nostro figlio... Non riusciamo a capire come possa aver fatto una cosa così, un ragazzo al quale abbiamo cercato di dare tutto", ha aggiunto frastornato. "Facciamo tantissime condoglianze alla famiglia di Giulia", ha detto. Andrà a trovare la famiglia di Giulia? "Sì, ma bisogna trovare il coraggio per farlo".

Giulia Cecchettin già morta prima di essere buttata nel burrone

Giulia Cecchettin era già morta quando è stata gettata nel dirupo nei pressi di Barcis, dopo essere stata scaricata dall'auto di Filippo Turetta. La ferita alla testa per costringerla subito alla resa e allontanarla da Vigonovo, poi il corpo portato lontano in auto e buttato giù, fatto scivolare per circa 50 metri lungo un canalone vicino al lago in provincia di Pordenone, dove la 22enne è stata trovata nel primo pomeriggio di sabato. Ma bisognerà attendere l’autopsia, in programma la prossima settimana, per avere questa e tutte le risposte.

In migliaia a fiaccolata per Giulia

‘Chi dimentica cancella’ è lo striscione che ha aperto la fiaccolata organizzata domenica sera a Vigonovo (Venezia), con i testa i familiari di Giulia. Migliaia le persone che reggevano le candele ai lati delle strade. Nonostante la folla di migliaia di persone è stato assordante il silenzio di chi è venuto a rendere un omaggio. La piazza del paese si è riempita mentre risuonavano le note della musica preferita della studentessa 22enne. Il papà, che fino a questo momento si è mostrato forte, non ha trattenuto le lacrime che hanno rigato il viso anche di Elena, la sorella della vittima, rimasta l’unica donna di casa. Commozione e occhi lucidi tra i tanti presenti che per ben due volte hanno applaudito ‘rompendo’ un silenzio irreale.

La chat di papà Gino con Giulia

Uno scambio di messaggi con la figlia, che dà il senso del loro profondo legame, è stato pubblicato sui social da Gino Cecchettin, il papà di Giulia. Nello scambio di messaggi la figlia scriveva al papà: "Spero di non averti svegliato, sono andata a prendere l'autobus per andare a fare colazione con i miei amici", scriveva lei aggiungendo: "Ti voglio bene". Parole alle quali il papà replicava: "Grazie amore, anch'io tanto".

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