A 3.500 metri di altezza sul Monte Bianco per valutare personale militare e materiali tecnici nella combinazione fra basse temperature e alta quota
Si è conclusa oggi, dopo tre giorni, la seconda edizione di Campo Alta Quota, la campagna di sperimentazione scientifica dell’Esercito svoltasi sul massiccio del Monte Bianco, a 3.500 metri di altitudine, in condizioni che replicano quelle artiche. Evento che ha visto la partecipazione di docenti e ricercatori del CNR e di diversi atenei italiani. L’iniziativa ha avuto l’obiettivo di valutare scientificamente le performance del personale militare e di materiali ed equipaggiamenti sottoposti a condizioni estreme e di elevato stress psicofisico, frutto della combinazione di alta quota e basse temperature.
Campo Alta Quota si inquadra nello sviluppo della capacità artica e sub artica dell’Esercito e ha visto lo svolgimento in quota - con approccio multisettoriale - di numerosi esperimenti relativi a meteorologia, alimentazione & statistica applicata ai materiali, processi cognitivi, Big Data & Intelligenza Artificiale, che hanno interessato tre gruppi omogenei di giovani militari in forza ai reggimenti delle Truppe Alpine, al 4° reggimento Alpini Paracadutisti e alla Scuola Ufficiali dell’Esercito, i quali sono stati impegnati in movimenti di due ore sul ghiacciaio e pernottamenti in tenda prima di essere sottoposti a una serie di test. Al termine della terza giornata di ricerca la struttura dello Skyway, in prossimità del 'laboratorio naturale' del Ghiacciaio del Dente del Gigante, ha ospitato un meeting tra i partner dell’iniziativa, al quale hanno preso parte il Sottosegretario alla Difesa Isabella Rauti, il Generale di Divisione Michele Risi, comandante delle Truppe Alpine dell’Esercito, e il Generale di Brigata Alessio Cavicchioli, a capo del Centro Addestramento Alpino, l’ente che ha condotto la campagna.
In particolare, l’Istituto di fisiologia Clinica del Cnr di Pisa e Milano - insieme alla Società Italiana di Medicina di Montagna - ha condotto studi sull’acclimatazione e sull’adattamento alla quota e al freddo con valutazione di risposte fisio-biologica del sistema cardiovascolare e polmonare, associate a quantificazioni sistemiche di stress ossidativo, infiammazione e danno d’organo, e metabolomica; l’Università di Bologna, col supporto di CONI Valle D’Aosta - Scuola dello Sport, ha svolto uno studio di human performance e valutazione dei condizionamenti ambientali sui processi neurologici; l’Università degli Studi di Milano - attraverso il suo polo Unimont di Edolo - ha provato la tecnologia di micro sensori (propri del mondo speleologico) per rilevare la temperatura corporea e dell’ambiente per valutare la migliore coibenza dei diversi materiali impiegati, oltre ad effettuare ricerche sulle innovative razioni alimentari di alta montagna dell’Esercito, che offrono in meno di un kg 3000 Kcal; l’Università della Montagna di Edolo ha installato una stazione climatologica in quota, mentre l’Università della Valle D’Aosta si è occupata dello sviluppo di un unico data base per lo studio delle interrelazioni tra i diversi settori. Gli studi scientifici, le innovazioni e le applicazioni tecnologiche verranno utilizzati dalla Difesa per le sue necessità operative, consentendo al tempo stesso un confronto fra le diverse expertise delle aziende di settore - nell’ambito di specifiche call tecnologiche - con lo scopo di proporre e condividere prodotti, soluzioni tecnologiche e potenziali collaborazioni.