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Prima alla Scala, cosa succede dietro le quinte: il racconto di una maschera

Pubblico teso per un evento unico, i dettagli inediti

La Scala
La Scala
06 dicembre 2024 | 18.15
LETTURA: 2 minuti

"Il pubblico è teso, c’è confusione generale, ma anche il fascino unico di un evento che trascina tutti in una dimensione di eccellenza culturale". Lo racconta all’Adnkronos Antonio Balzarini, maschera del teatro alla Scala. A poche ore dalla prima della Scala del 7 dicembre 2024 l’atmosfera è febbrile. In vista dello spettacolo di domani i protocolli di sicurezza sono serrati. Il teatro aprirà al pubblico un’ora e mezza prima. “C’è sempre un via vai di giornalisti e forze dell’ordine in borghese” aggiunge Antonio. E per chi lavora dietro le quinte, l’emozione non è meno intensa: "Anche se non siamo direttamente coinvolti nello spettacolo, sentiamo di far parte di qualcosa di grande, seguito in tutto il mondo". Custodi di tradizione e protagoniste silenziose, le maschere del Teatro alla Scala svolgono un lavoro variegato e scandito da una meticolosa organizzazione. "Ci occupiamo di controllare i biglietti, accompagnare gli spettatori ai loro posti e gestire gli ospiti del palco centrale, evitando che entrino persone non autorizzate", spiega Antonio.

Il loro compito è anche di accompagnare il direttore d’orchestra in buca, uno dei ruoli più suggestivi, dal camerino alla buca, “in una sorta di vicinanza simbolica che il teatro dimostra ai suoi grandi artisti”. Un gesto di rappresentanza, ma anche di tradizione. La divisa delle maschere è impeccabile e curata nei minimi particolari per l’occasione. Per gli uomini un frac con pantaloni neri, guanti e il medaglione del teatro. Per le donne, il completo prevede una giacca corta e tacchi. Chi sta alle porte del teatro, invece, “porta anche un mantello, più elegante e tradizionale”. La cura del dettaglio non si ferma all’abbigliamento. "Ogni anno, per la Prima, il teatro subisce una sorta di restyling. Vengono restaurati i display della sala, le poltrone, gli sgabelli dei palchi. Ogni angolo viene controllato per garantire un evento all’altezza delle aspettative” aggiunge.

Essere una maschera del Teatro alla Scala non è solo un lavoro, ma una passione: “Siamo un centinaio, eppure il pubblico non si rende conto di quante persone lavorino davanti e dietro le quinte. Vivere il teatro quotidianamente è una cosa unica. Quando si avvicina la Prima, tutto si intensifica, ma è anche ciò che rende questo lavoro speciale”. Nonostante le tensioni – dalle proteste fuori dal teatro alle contestazioni in sala – per Antonio partecipare alla serata di domani “è un onore. La prima della Scala è un simbolo, e sapere di contribuire, anche solo con un piccolo gesto alla buona riuscita, è una soddisfazione enorme”. Dietro il fascino e la perfezione della Scala, si celano dedizione e professionalità che rendono possibile la Prima. Un mondo che, come racconta questa maschera, rappresenta il cuore pulsante della cultura e della tradizione italiana. (di Marco Cherubini)

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