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Elisa, rivoluzione green a San Siro: "Il mio impegno sociale"

Show sold out per la cantautrice e musicista, che si esibirà il 18 giugno su un palco alimentato a biocarburante HVO capace di ridurre le emissioni fino al 70%

Elisa
Elisa
26 maggio 2025 | 09.52
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Un concerto-evento che unisce arte, sostenibilità e visione collettiva. Il 18 giugno prossimo, Elisa si esibirà per la prima volta San Siro con un live già sold out da mesi. Non solo un concerto ma una rivoluzione verde, con un’idea chiara al centro: l’arte può guidare il cambiamento. L’artista, dopo oltre vent’anni di carriera, sceglie lo stadio più iconico d’Italia per lanciare un messaggio potente: anche i grandi eventi possono, e devono, essere sostenibili. Come? La produzione dello show ha adottato scelte coraggiose: dal palco alimentato a biocarburante Hvo – derivato da materie di scarto e biomassa agricola, capace di ridurre le emissioni fino al 70% – al potenziamento dei trasporti pubblici, fino alla raccolta differenziata e al riuso dei vestiti in collaborazione con Vesti Solidale. Non un semplice ‘concerto green’, ma una messa a terra di azioni concrete, misurabili e replicabili.

“Quello che mi spinge è un senso civico. Non è un obbligo ma un impegno morale e sociale – dice Elisa -. Viviamo in un’epoca in cui il cambiamento climatico è evidente, eppure c’è chi continua a negarlo. Dove c’è cultura, c’è consapevolezza. Fortunatamente, un seme educativo era già stato piantato nelle nuove generazioni e fa breccia. Dove c’è cultura, si può andare avanti”. L’idea di questo progetto nasce dal desiderio di continuare con coerenza il percorso iniziato negli ultimi anni, “cercando di essere sempre più attenti all’impatto ambientale - spiega Elisa -. La squadra è cresciuta e volevamo fare qualcosa di significativo. Gli eventi negli stadi hanno un impatto ambientale molto elevato, quindi ci siamo messi al lavoro su azioni concrete per provare a fare la differenza”.

Prima artista italiana formalmente alleata dell’Onu per la promozione dei 17 SDGs (Obiettivi di Sviluppo Sostenibile), Elisa trasformerà il palco milanese in un laboratorio di innovazione ecologica e sociale. Un passo in avanti ulteriore, visto che già nel 2022, con l’attuazione del primo ‘Protocollo per i live sostenibili’, grazie a lei è stato introdotto un modello Esg (Environmental, Social, Governance) applicato agli eventi dal vivo. “Abbiamo collaborato con tutta la nostra squadra, con Ferdinando Salzano di Friends&Partners, Music Innovation Hub, Andrea Rapaccini, il Comune di Milano e in particolare con l’assessora all’Ambiente, Elena Grandi – dice Elisa -. Se questa scelta riuscisse a ispirare altri, l’impatto diventerebbe davvero significativo”. Sarà la prima volta che uno spettacolo a San Siro verrà alimentato con questo tipo di carburante, proveniente da scarti destinati alla distruzione. Inoltre, l’Università di Genova e due aziende specializzate, Tetis e JustOnEarth, calcoleranno l’impronta ecologica dell’evento tramite sistemi avanzati, incluso l’uso dell’intelligenza artificiale.

Ma la vera eredità del progetto si chiama Plantasia - Parco Sonoro. In sinergia con il Comune di Milano, Fondazione Cariplo, Fondazione di Comunità Milano e Music Innovation Hub, Elisa e la sua neonata Fondazione Lotus guideranno la trasformazione di un’ex cava contaminata di 40.000 mq in via Quarenghi, a due passi dallo stadio, in un bosco urbano fitobonificato. Un polmone verde per la città, ma anche uno spazio culturale: il primo parco sonoro di Milano, ispirato alla celebre Mother Earth’s Plantasia di Mort Garson, dove la musica si fonderà con la natura per favorire la crescita delle piante e il benessere dei visitatori. “Abbiamo anche migliorato la raccolta differenziata - evidenzia Elisa - che in uno stadio ha un impatto molto più rilevante. E insieme a Vesti Solidale invitiamo il pubblico a portare un indumento usato da donare: saranno presenti punti di raccolta fuori dallo stadio e nei negozi di Milano”. Il progetto, dal valore complessivo stimato di circa un milione di euro, sarà co-finanziato da fondi pubblici e da una raccolta rivolta a cittadini e cittadine con la collaborazione di For Funding, la piattaforma online di crowdfunding di Intesa Sanpaolo, e ogni artista in tour a Milano sarà invitato a contribuire. L’idea è semplice: lasciare un segno, piantare un seme, generare un effetto moltiplicatore. Un evento del genere, spiega Ferdinando Salzano di Friends&Partners, ha i suoi costi. “Parliamo del 35% in più rispetto a uno standard, ma questo divario si azzererebbe se tutti adottassero lo stesso approccio. Si può fare”.

Secondo Elisa, non bisogna mollare. “Servono azioni concrete - evidenzia -. Non possiamo più aspettare. Parlare di sostenibilità oggi senza agire, mentre alcuni capi di governo negano l’evidenza, è irresponsabile. Io oggi sono serena perché stiamo facendo. Mi piacerebbe che diventasse normale, che questi protocolli venissero adottati ovunque”. Quello del 18 giugno non sarà solo un concerto ma un’esperienza immersiva e multisensoriale che abbraccerà ogni sfumatura del suo percorso - dagli esordi in inglese alle sonorità più recenti, passando per le hit che l’hanno resa una delle voci più amate del panorama italiano e non solo. “Durante lo show dirò: ‘Siamo aria, siamo vento, siamo terra, siamo uno’ – anticipa l’artista - perché volevo concretizzare questa sostenibilità: bisogna quotidianizzarla”. Il concerto sarà lungo, intenso, corale. Quasi tre ore in una sorta di best of con sorprese, visual potenti curati dal collettivo Ombra Design, e un forte messaggio di interconnessione tra esseri viventi, natura e musica. Anche Cesare Cremonini, sarà della partita, tra gli ospiti attesi sul palco.

Con lei la formazione degli esordi: “Ho scelto il minimalismo, anche perché lo stadio è complesso da gestire acusticamente - spiega -. Andrea Rigonat alla chitarra, Matteo Bassi al basso, Giovanni Cilio alla batteria, William Medini alle tastiere, e le mie quattro coriste”. Se in Italia è Elisa a tentare di lasciare il segno con uno show all’insegna della sostenibilità, prima di lei - a livello internazionale - sono stati i Coldplay a fare da apripista. “Il mio direttore di produzione è amico del loro, qualche contatto c’è stato - racconta -. Abbiamo anche fatto una call con Brian Eno. Non è nata una vera collaborazione, ma ho voluto approfondire EarthPercent, il progetto di cui sono testimonial. Un’iniziativa che invita l’intera filiera musicale a destinare una parte dei propri guadagni a progetti ambientali di qualità". La direzione è chiara ma il cammino non può essere solitario. "Servirebbe qualcuno, anche in politica, con la libertà e la visione di un artista - osserva Elisa -. Perché questo è il nostro ruolo: essere liberi e agire”. (di Federica Mochi)

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