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Dl sicurezza, scoppia caso Balboni: no La Russa a sanzioni chieste da Pd, M5S, Avs e Iv

La missiva al presidente del Senato dopo la rissa sfiorata ieri: "Ha superato i limiti". Ma per La Russa "la seduta di ieri va chiusa come un aspetto politico"

Il senatore di FdI Alberto Balboni - Fotogramma
Il senatore di FdI Alberto Balboni - Fotogramma
05 giugno 2025 | 11.53
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Dopo la rissa sfiorata ieri a Palazzo Madama, scoppia il caso Balboni. Le opposizioni unite - Pd, M5s, Avs e Iv - hanno infatti indirizzato una lettera al presidente del Senato, Ignazio La Russa, per chiedere un intervento sanzionatorio nei confronti del senatore di Fdi, in seguito allo scontro in Aula, durante l'approvazione del decreto sicurezza.

Nel testo, firmato dai capigruppo Boccia, Patuanelli, De Cristofaro e Paita si pone alla seconda carica dello stato "una questione di estrema rilevanza e gravità istituzionale concernente la condotta del senatore Alberto Balboni, Presidente della 1ª Commissione permanente, Affari costituzionali".

Nel corso della seduta dell'Assemblea di ieri, mercoledì 4 giugno 2025, il senatore Balboni ha pronunciato in Aula affermazioni gravemente offensive nei confronti delle opposizioni, accostandole in più occasioni alla criminalità organizzata. In particolare, ha dichiarato: 'Certo, per chi propugna la dottrina Salis e porta in Parlamento chi predica le occupazioni abusive, capisco che preferiate stare dalla parte della criminalità organizzata anziché della povera gente', e successivamente ha aggiunto: 'Mentre voi andavate a trovare i terroristi e i mafiosi in carcere...'. Tali espressioni - sottolineano le forze di minoranza - gravi sul piano politico e inaccettabili sotto il profilo istituzionale, sono state prontamente oggetto di una doppia censura da parte della Presidenza di turno dell'Assemblea. Ma la gravità delle frasi pronunciate dal senatore Balboni ha così oltrepassato ogni limite di rispetto istituzionale che merita senza alcun dubbio di essere ulteriormente e fermamente stigmatizzata in sede disciplinare."

"Chiediamo, pertanto, che il Consiglio di Presidenza del Senato venga convocato con urgenza per valutare l'adozione di una sanzione adeguata e opportuna nei confronti del senatore Balboni, ai sensi e per gli effetti dell'art. 67, comma 3, del Regolamento. Ci preme infine sottolineare l'ovvio, ossia che simili comportamenti sono platealmente incompatibili con il ruolo di Presidente di Commissione, ruolo che, per natura e funzione, richiede equilibrio, rispetto tra le parti e una posizione di garanzia nei confronti di tutte le forze parlamentari. La reiterazione di atteggiamenti provocatori, offensivi e lesivi dell'onorabilità dei Senatori e del Senato, da parte del sen. Balboni, compromette irrimediabilmente il clima di confronto necessario per l'efficace e sereno svolgimento dei lavori della Commissione", è l'appello a La Russa.

Il no di La Russa

"Personalmente non ritengo che si debba dar seguito ad alcun provvedimento disciplinare", ha però replicato il presidente del Senato lasciando la capigruppo, dopo aver valutato la richiesta di sanzioni per il senatore.

"Voi sapete che le opinioni possono essere libere, poi se sono offensive ci possono essere provvedimenti disciplinari - ha aggiunto - . Io ho detto che, oltre alle parole, ho esaminato anche i comportamenti della seduta di ieri e questi comportamenti soprattutto per chi ha incarichi di rilievo, presidenti di commissione, vicepresidenti e cose del genere, ma anche dei singoli componenti del Senato, potevano dare luogo a una richiesta di provvedimenti disciplinari. Ho deciso già ieri una tolleranza generale per chi ha fatto il sit-in, per chi lo dirigeva dalle mie spalle, per chi avendo incarichi istituzionali vi partecipava, per chi magari ha trasceso negli interventi, magari chiedendone parzialmente o totalmente scusa", ha spiegato La Russa.

"Io - conclude - non ho mai pensato che i provvedimenti disciplinari servono a rettificare le parole che vengono usate quando sono sbagliate o offensive, se sono sbagliate o offensive, quindi ho insistito nel dire che per me la seduta di ieri va chiusa come un aspetto politico".

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