Da TikTok a Whatsapp, Ddl Lega chiede stop social e messaggistica istantanea per gli under 14

Alle Camere anche proposte bipartisan, ddl 1136 alza età a 15 anni

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08 ottobre 2025 | 14.00
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La deriva social, con i rischi di cui parla la cronaca di tutti i giorni, dall'istigazione alla violenza ai casi di suicidi in diretta, a fenomeni di dipendenza, ansia e stress, preoccupa la politica. Sono numerose infatti le proposte di legge arrivate in Senato e alla Camera - a firma un po' di tutti i gruppi, a volte bipartisan - che puntano a normare l'accesso e l'utilizzo sui vari Facebook, TikTok, X, e Instagram e a prevedere misure di tutela, in particolare per i più giovani. Ultimo ddl arrivato in Senato lo firma la leghista Erika Stefani, assieme ad altri big del partito, come il vicepresidente del Senato, Gian Marco Centinaio.

Il testo

Nel testo, visionato in anteprima dall'AdnKronos, si parte chiedendo innanzi tutto di vietare "l'utilizzo delle piattaforme" ai minori di 14 anni. Uno stop che non ammette repliche e che ha anche un corollario: infatti dopo i 14 anni e fino ai 16, gli adolescenti italiani potranno accedere ai social solo dopo "l'acquisizione del consenso dei rispettivi tutori legali". Ovvero i genitori dovranno dire sì ai propri figli per compulsare post e storie, fino a quando saranno sedicenni.

La legge chiede inoltre un impegno alle stesse piattaforme, per 'certificare' l'età di chi accede ai contenuti online. L'art. 3 della ddl prevede che i gestori si dotino "di efficaci sistemi atti a verificarel'età degli utenti e a ricevere il benestare dei tutori legali, al fine di evitare l'accesso ai contenuti da parte dei minori di quattordici anni".

Nell'analogo ddl 1136, a prima firma della senatrice meloniana Lavinia Mennuni - un altro dei testi presenti nelle Commissioni di Palazzo Madama - sottoscritto anche dal partito democratico, oltre che da Fi e Lega ("Disposizioni per la tutela dei minori nella dimensione digitale") l'età per accedere ai social viene fissata invece a 15 anni, ma i genitori possono dare il consenso all'ingresso sui social anche per gli under 15.

Inoltre, nella nuova proposta della Lega, finisce nelle maglie del divieto agli under 14 anche la messaggistica istantanea, a partire da WhatsApp, Telegram, Facebook Messenger, Signal e Skype. Più stringenti sono poi i criteri di accertamento dell'identità e dell'età degli utenti che vengono richiesti ai vari Zuckerberg, Musk e altri proprietari dei giganti social. Per loro in caso d inadempienza, prevista prima una diffida e poi l'intervento dell'AgCom con "ogni provvedimento utile per il blocco del sito internet o della piattaforma sociale telematica fino al momento dell'adeguamento ai contenuti della diffida medesima".

Previste infine "attività formative" nelle scuole "rivolte ai genitori" e "volte a prevenire le diverse forme di disagio giovanile". Nel ddl 1136 previsto invece il tasto 'Emergenza' di cui dovranno dotarsi tutti i social. Un click immediato per collegare i minori in difficoltà sui social direttamente al 114, il numero d’emergenza infanzia, da attivare in caso di pericoli o abusi online.

Bordignon (Forum Famiglie) "Bene divieto contro dipendenza e isolamento"

“Il Forum delle Associazioni Familiari è fortemente preoccupato dall’abuso nell’utilizzo dei device e dall’accesso indiscriminato ai social dei più piccoli. Il ddl presentato dalla Lega non è il primo e trova il nostro consenso. Ci sembra urgente il divieto di utilizzo dello smartphone per i minori di 14 anni e il divieto di creare profili social per i minori di 16 anni. Questa proposta dovrebbe aiutare a contenere l'insorgenza di dipendenza e l'isolamento sociale causati dall'uso precoce e incontrollato della tecnologia da parte degli adolescenti". Così all'Adnkronos Adriano Bordignon presidente del Forum nazionale delle Associazioni Familiari.

"Altri Paesi, anche europei come Svezia, Norvegia, Francia e Gran Bretagna, hanno provveduto ad adottare simili provvedimenti in vista del grave danno che viene cagionato sui più fragili. Il divieto - sottolinea Bordignon - ha anche una funzione culturale sull'importanza di proteggere lo sviluppo emotivo, sociale e mentale dei minori da rischi concreti associati all'uso precoce dei dispositivi digitali".

"È tuttavia necessario intervenire in chiave educativa attivando un’alleanza tra genitori, e tra genitori e altri educatori, per mantenere l'accordo e prevenire l'emarginazione di chi non ha accesso agli smartphone. Tale tipo di esperienza denominata 'Patti Digitali' trova il pieno appoggio del Forum e si sta sviluppando in diverse parti d’Italia accompagnando auspicabile dispositivo normativo a un'azione educativa e culturale", conclude Bordignon.

Costarelli (Presidi Lazio): "Un limite di età per accesso ai social è necessario"

"Porre un limite all'età per l'accesso ai social direi che è assolutamente necessario, visti casi e situazioni a cui stiamo assistendo che derivano appunto dal fatto che quando i giovani accedono troppo presto a queste piattaforme non hanno gli strumenti di verifica e di difesa rispetto agli aspetti negativi che queste piattaforme portano con sé". Così all'Adnkronos Cristina Costarelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi Lazio e dirigente scolastica dell'Its.

"Il rischio è di arrivare a livelli che diventano incontrollabili e questo lo vediamo con le diverse challenge, con i casi di suicidio - sottolinea Costarelli - e anche con tutte quelle situazioni di cyberbullismo, di disagio, di problemi relazionali che scaturiscono dall'utilizzo di queste piattaforme che per loro natura non portano necessariamente con sè un lato negativo. Il pericolo sopravviene quando vi si accede senza quegli strumenti critici e di limite che i giovani non possiedono in modo consolidato, quindi porre un limite è necessario".

Pro Vita Famiglia: "Da anni ci battiamo per norme più stringenti"

"Pro Vita & Famiglia chiede da anni norme più stringenti per l’utilizzo di social e smartphone da parte dei minori per il loro stesso bene, ben vengano quindi le proposte bipartisan di Fratelli d’Italia, Lega e Pd. Sulla protezione dei minori online serve la massima convergenza politica possibile". Così all'Adnkronos Jacopo Coghe, portavoce di Pro Vita & Famiglia in merito al ddl della Lega.

"Noi sosteniamo la necessità di fissare a 15 anni l’età minima per aprire profili social personali e di prevedere il parental control comunque obbligatorio su tutti i dispositivi fino a 16 anni, ricordando che, comunque, secondo le neuroscienze il possesso e l’uso quotidiano incontrollato di smartphone è un’abitudine nociva almeno fino ai 14 anni, - continua Coghe - quindi la legge dovrà essere accompagnata da un grande movimento di consapevolezza sociale visto che oggi il cellulare si regala ai figli o ai nipoti già all’età della prima comunione. Resta infine indispensabile accompagnare i nuovi limiti con sistemi di verifica certificata dell’età degli utenti per i siti e i servizi vietati ai minori".

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