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Re Carlo e la richiesta d'aiuto delle tribù Maori: intervenga nella politica della Nuova Zelanda

Gi aborigeni temono che il governo stia minando i loro diritti

Carlo davanti a un rappresentante della comunità Maori - Afp
Carlo davanti a un rappresentante della comunità Maori - Afp
11 dicembre 2024 | 12.26
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I rappresentanti di oltre 80 tribù Maori hanno rivolto un appello al re Carlo III, chiedendogli di intervenire nella politica neozelandese, in un momento di crescente tensione sulle politiche del governo nei confronti della popolazione aborigena. Il National Iwi Chairs Forum, un collettivo di leader tribali, ha inviato una lettera aperta al sovrano, chiedendogli di "assicurarsi che il governo della Nuova Zelanda non sminuisca l'onore della corona" a causa di quelle che ritengono essere violazioni delle promesse fatte dalla corona stessa ai Maori nel Trattato di Waitangi, il documento fondativo della Nuova Zelanda.

Da quando è entrato in carica, l'anno scorso, il governo di coalizione di destra della Nuova Zelanda, i Maori hanno scatenato molte proteste riguardo il rispetto dei loro diritti e la condanna del Waitangi Tribunal, un'istituzione che indaga sulle violazioni del Trattato di Waitangi. Il trattato è un accordo firmato nel 1840 tra oltre 500 capi Maori e la Corona britannica ed è determinante nel sostenere i diritti della popolazione aborigena.

Il presidente della tribù Ngati Wai e presidente di uno dei gruppi del forum, Aperahama Edwards, ha dichiarato al Guardian - che ha visionato in anteprima la lettera del Forum firmata da oltre 500 persone, tra cui leader tribali e rappresentanti di organizzazioni Maori - che le loro preoccupazioni rimangano inascoltate. "Abbiamo dovuto assecondare per 184 anni la buona volontà del governo e non siamo stati ricambiati, quindi il pensiero qui è di portare questi problemi all'attenzione di re Carlo con la speranza che possa intervenire".

La logica alla base di molte delle proposte del governo è quella di porre fine alle politiche "basate sulla razza", affrontare il crimine e ridurre la burocrazia. La coalizione ha affermato di essere impegnata a migliorare i risultati per i Maori e tutti i neozelandesi. Ma i critici temono che le sue politiche, tra cui l'abolizione dell'uso della lingua maori nei servizi pubblici, lo smantellamento di un'istituzione concepita per porre rimedio alle disuguaglianze in ambito sanitario e l'introduzione di un controverso disegno di legge che mira a modificare radicalmente il modo in cui viene interpretato il trattato, stiano minando i diritti della popolazione aborigena, accendendo la retorica anti-maori ed erodendo il loro rapporto con la corona.

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