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Si rifiuta di combattere in Ucraina, soldato 19enne russo ucciso dal suo comandante

In un blog indipendente il racconto della morte del militare di leva Artem Antonov. Il ragazzo, prima di essere assassinato, avrebbe subito anche ripetute torture e abusi

Soldati in Russia - Afp
Soldati in Russia - Afp
07 dicembre 2024 | 12.03
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Ucciso a colpi di arma da fuoco dal suo comandante dopo aver rifiutato di firmare un contratto per combattere nell'oblast di Kursk, in Ucraina. E' questa la storia che arriva dal blog indipendente russo IStories e che riguarderebbe il 19enne soldato di leva russo Artem Antonov.

L'assassinio, scrive il Kyiv Independent, sarebbe avvenuto il 21 ottobre scorso nel campo di addestramento 'Ilyinsky' della 60esima Brigata di fucilieri motorizzati, dove il comandante ha sparato tra le file dei soldati colpendo Antonov alla testa. I parenti del 19enne hanno spiegato che il giovane avrebbe subito ripetute torture e abusi, comprese percosse con spranghe di ferro, per essersi rifiutato di firmare il contratto per il fronte.

Prima della sua morte, Antonov ha condiviso i dettagli dell’abuso in un gruppo privato sui social media, che è stato poi cancellato poco dopo la sua morte. Quando la famiglia ha ricevuto il suo corpo, scrive ancora il quotidiano ucraino, ha così scoperto non solo una ferita da arma da fuoco ma anche diversi lividi, suggerendo ulteriori maltrattamenti.

Gli abusi sui soldati russi da parte dei loro comandanti e dei loro commilitoni dall’inizio della guerra su vasta scala in Ucraina sono stati precedentemente documentati, ricorda il Kyiv Independent, che aggiunge come i problemi legati al nonnismo militare e al maltrattamento dei subordinati da parte dei loro superiori risalgano all'era sovietica e furono ampiamente segnalati anche nelle guerre russe in Cecenia.

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