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Ucraina, l'esperto: "Sì a forza di pace garantita da Consiglio sicurezza Onu ma se Russia non pone veto"

Francesco Cherubini: "Una forza di interposizione in zona cuscinetto, dentro o fuori l'Onu non cambia, va comunque concordata con la Russia. Per opportunità senza né soldati russi, né ucraini"

Ucraina, l'esperto:
20 febbraio 2025 | 15.26
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Sforzi di pace Ucraina-Russia: il ministro degli esteri Antonio Tajani ha ipotizzato una forza di interposizione garantita dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in una zona cuscinetto. E' immaginabile dal momento che la Federazione russa con Stati Uniti, Regno Unito, Francia e Cina ne è membro permanente con diritto di veto? "Non c'è niente di scandaloso nel pensare che in questo scenario possa operare il Consiglio di sicurezza, tutto sta nel trovare le condizioni alle quali la Federazione russa potrebbe in qualche modo aderire e dunque non porre il veto all'interno del Consiglio stesso", risponde all'Adnkronos Francesco Cherubini, professore di Diritto dell'Ue presso la Luiss Guido Carli di Roma, che rimarca: "Si tratta di una possibilità che potrebbe disegnarsi anche al di fuori del contesto Nazioni unite. Un piano di pace che prevede alcuni step va comunque concordato con la Russia, se ciò avviene dentro o fuori l'Onu non cambia nella sostanza a parte il fatto che al di fuori delle Nazioni unite il consenso della Russia non verrebbe proceduralizzato; all'interno del Consiglio di sicurezza invece sì".

"Si può creare una forza internazionale, anche senza le Nazioni Unite, di frapposizione o di garanzia senza la Federazione russa? - prosegue - Con o senza la presenza nel Consiglio di sicurezza della Russia, siccome il quadro geopolitico è quello che conosciamo, è praticamente impossibile dispiegare delle forze multinazionali in Ucraina senza che ci si sia messi d'accordo con la Federazione russa, il cui consenso è comunque necessario. Cambia il quadro ma la sostanza sempre quella è". "E' quindi una delle questioni che va risolta all'interno del negoziato, che avrà esito positivo solo se metterà d'accordo tutti. Altrimenti prima o poi l'accordo salta".

L'esercito russo, o quello ucraino potrebbero essere esclusi da un contingente internazionale sotto l'egida delle Nazioni unite? "Sì, nei negoziati - risponde Cherubini - Quando le Nazioni unite dispiegano una forza di peace keeping o di peace enforcement non è che la forza è costituita da militari che vengono mandati da tutti gli stati membri. Il segretario delle Nazioni unite fa un accordo, una trattativa con gli stati interessati, poi mette assieme gli stati disponibili e sotto il controllo teorico del Consiglio di sicurezza le forze vengono dispiegate. Per cui non c'è nessuna obbligatorietà. Il buon senso ovviamente pone sempre in fase negoziale una questione di 'opportunità' che indurrebbe ad immaginare che del contingente non facciano parte né forze russe, né ucraine. Ma non c'è nessuna regola che lo impone".

Quindi il professore della Luiss ammonisce: "Qui stiamo ancora alle regole che andrebbero seguite nei negoziati, siamo al negoziato del negoziato, il prenegoziato che è complessissimo perché è un puzzle che necessita di una delicatezza diplomatica enorme. Il merito al momento non è in discussione. Anzi, a volte è contro producente parlarne, finisce per innervosire i negoziati".

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