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Trump e il piano per Gaza, valanga di no al controllo Usa: le reazioni

Dalla Cina all'Egitto, sono molti i Paesi contrari a una ricostruzione con trasferimento dei palestinesi

Sfollati rientrano a Gaza - Afp
Sfollati rientrano a Gaza - Afp
05 febbraio 2025 | 11.55
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Cina, Egitto ma anche l'Europa. Sono molti i Paesi che non ritengono il piano di Donald Trump per Gaza una soluzione adeguata. L'idea del presidente americano, condivisa con il premier israeliano Benjamin Netanyahu, è quella della Striscia sotto il controllo degli Stati Uniti, per trasformarla nella "Riviera del Medio Oriente", con i "i palestinesi collocati in altri Paesi".

Hamas parla di dichiarazioni "razziste" e "allineate" sulle posizioni dell'estrema destra israeliana: "La posizione razzista americana si allinea con quella dell'estrema destra israeliana nel trasferimento del nostro popolo e l'eliminazione della nostra causa", ha dichiarato Abdel Latif al-Qanou, portavoce di Hamas.

Il piano, con lo sfollamento dei palestinesi che vi vivono, equivale a ''gettare benzina sul fuoco'' in Medio Oriente, alimentando violenze, aggiunge Hamas aggiungendo che - la proposta "che mira all'occupazione della Striscia di Gaza da parte degli Stati Uniti" - è "aggressiva nei confronti del nostro popolo e della nostra causa, non contribuirà alla stabilità della regione e non farà altro che gettare benzina sul fuoco".

La posizione di Abbas

 Contro il piano anche il leader palestinese Mahmud Abbas: "Abbas e la dirigenza palestinese manifestano il loro rifiuto categorico di fronte alle richieste di esproprio della Striscia di Gaza ed espulsione dei palestinesi, allontanati dalla loro patria", riporta l'agenzia palestinese Wafa.

"Non permetteremo vengano attaccati i diritti del nostro popolo, per i quali abbiamo lottato per decenni e fatto grandi sacrifici", si legge in una dichiarazione rilanciata dalla Wafa, che denuncia "una violazione grave del diritto internazionale". "Pace e stabilità nella regione non sono possibili senza la creazione di uno stato palestinese, con Gerusalemme come capitale, secondo la soluzione dei due stati", insiste la dirigenza palestinese.

Cina

La Cina è contraria al "trasferimento forzato" dei palestinesi dalla Striscia di Gaza, ha dichiarato dal canto suo il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, interpellato sul piano di Trump durante un briefing. "La Cina ha sempre sostenuto che il governo palestinese sui palestinesi è il principio fondamentale della governance di Gaza nel dopoguerra e siamo contrari al trasferimento forzato dei residenti di Gaza", ha affermato il portavoce.

Pechino auspica che "tutte le parti sfruttino il cessate il fuoco a Gaza e la governance nel dopoguerra come un'opportunità per riportare la questione palestinese sul percorso giusto di una soluzione politica basata sulla 'soluzione dei due Stati' per una pace duratura in Medio Oriente".

Egitto

Per l'Egitto c'è la necessità di ricostruire rapidamente la Striscia di Gaza senza trasferire i palestinesi che ci abitano, come invece vorrebbe il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, ha dichiarato il ministro degli Esteri egiziano Badr Abdelatty incontrando il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp) Mohammed Mustafa al Cairo.

Abdelatty e Mustafa hanno condiviso "l'importanza di procedere con progetti di ricostruzione tempestiva a un ritmo accelerato, senza che i palestinesi abbandonino la Striscia di Gaza, con il loro impegno nei confronti della loro terra e il rifiuto di abbandonarla", ha affermato il ministero degli Esteri egiziano.

Abdelatty ha inoltre chiesto all'Autorità palestinese di governare la Striscia di Gaza, che “assuma i suoi compiti nella Striscia di Gaza come parte dei Territori Palestinesi Occupati”, si legge in un comunicato del ministero degli Esteri.

Turchia

"Inaccettabile". Così il capo della diplomazia turca, Hakan Fidan, risponde a Trump sul futuro della popolazione della Striscia di Gaza. "L'espulsione è un fatto che non possiamo accettare, che la regione non può accettare - ha affermato in dichiarazioni all'agenzia turca Anadolu - E' sbagliato parlarne".

Europa

Il piano di Trump non scalda nranche il cuore dei ministri degli Esteri europei. Trasferire la popolazione civile palestinese da Gaza "non sarebbe solo inaccettabile e contrario al diritto internazionale, porterebbe anche a nuove sofferenze e nuovo odio", ha commentato in una nota la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, sottolineando che non deve esserci una soluzione "sulle teste dei palestinesi" e ribadendo l'impegno per una soluzione negoziata a due Stati.

Cauta è stata la reazione del titolare della Farnesina, Antonio Tajani, secondo cui contano i fatti ed il piano andrà commentato solo quando ci sarà una proposta operativa. "Ma mi pare che sull'evacuazione civile della popolazione di Gaza la risposta di Giordania ed Egitto sia stata negativa, quindi mi pare difficile", ha spiegato durante un'audizione alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato. Tajani ha aggiunto che domani in Israele al suo omologo, Gideon Sa'ar, parlerà del "rilancio del processo politico verso la soluzione a due Stati".

"Opposizione" a qualsiasi spostamento forzato della popolazione palestinese di Gaza è stata espressa dalla Francia perché ciò "costituirebbe una grave violazione del diritto internazionale, un attacco alle legittime aspirazioni dei palestinesi, ma anche un ostacolo importante alla soluzione dei due Stati e un importante fattore di destabilizzazione per i nostri stretti alleata Egitto e Giordania, nonché per l'intera regione".

"Il futuro di Gaza non deve essere visto nella prospettiva del controllo da parte di uno Stato terzo, ma nel quadro di un futuro Stato palestinese sotto l'egida dell'Autorità nazionale palestinese", ha precisato il Quai d'Orsay in una nota.

Londra ha preso le distanze dal piano Trump per Gaza, con il ministro degli Esteri, David Lammy, che ha detto che i palestinesi devono rimanere nella loro terra. "Siamo sempre stati chiari nella nostra convinzione che dobbiamo vedere due Stati. Dobbiamo vedere i palestinesi vivere e prosperare nella loro terra, a Gaza e in Cisgiordania, questo è quello che vogliamo ottenere", ha affermato durante una conferenza stampa a Kiev.

Anche il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, ha respinto il piano del presidente americano. "Voglio essere molto chiaro su questo: Gaza è la terra dei palestinesi di Gaza e loro devono restare a Gaza", ha affermato il ministro, il cui Paese insieme a Irlanda e Norvegia ha riconosciuto formalmente lo Stato palestinese.

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