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Trump minaccia: "Da gennaio dazi contro Cina, Messico e Canada"

Migranti e droga nel mirino del tycoon. Le repliche di Pechino e Canada

Donald Trump - (Afp)
Donald Trump - (Afp)
26 novembre 2024 | 07.40
LETTURA: 3 minuti

 Dazi contro Cina, Messico e Canada. In un post su Truth social, Donald Trump anticipa che già dal primo giorno della sua presidenza imporrà tariffe contro i beni in arrivo da quei tre Paesi. "Il 20 gennaio, fra i miei primi ordini esecutivi, firmerò tutti i documenti necessari per far pagare a Messico e Canada una tariffa del 25% su TUTTI i prodotti che entrano negli Stati Uniti, e sui loro ridicoli confini aperti”, ha scritto il presidente eletto degli Stati Uniti, aggiungendo che rimarranno in vigore "fino a quando la droga, in particolare il Fentanyl, e tutti gli stranieri illegali non fermeranno questa invasione del nostro Paese".

I dazi contro Canada e Messico

Secondo Trump, “sia il Messico che il Canada hanno il diritto e il potere assoluto di risolvere facilmente questo problema che si trascina da tempo...chiediamo che usino questo potere e, finché non lo faranno, è ora che paghino un prezzo molto alto!”.

La Cina e la droga in arrivo negli Usa

Quindi il presidente eletto si è rivolto alla Cina, minacciando ulteriori dazi del 10% fino a quando la droga non smetterà di “riversarsi nel nostro Paese, soprattutto attraverso il Messico”. “Ho avuto molti colloqui con la Cina sulle massicce quantità di droga, in particolare di Fentanyl, che vengono mandate negli Stati Uniti, ma senza alcun risultato”, ha denunciato Trump. Nel lungo post, il presidente eletto sostiene di aver ricevuto rassicurazioni dalle autorità di Pechino che "avrebbero applicato la loro massima pena, quella di morte, per qualsiasi trafficante di droga sorpreso a fare questo, ma, purtroppo, non hanno mai dato seguito alla loro richiesta, e la droga si sta riversando nel nostro Paese, soprattutto attraverso il Messico, a livelli mai visti prima”.

La replica di Pechino

Pechino replica a Trump: "Non ci sono vincitori in una guerra commerciale - ha ammonito in un post su X il portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, Liu Pengyu - Né il mondo ne beneficerà". Liu ha quindi assicurato che la Cina "è pronta a lavorare con tutte le parti a sostegno di un vero multilateralismo, per costruire un'economia mondiale aperta, sostenere lo sviluppo sostenibile e unire i Paesi per affrontare le sfide, raggiungere la prosperità comune e costruire una comunità con un futuro condiviso per l'umanità”.

La replica del Canada

Il Canada dal canto suo riafferma l'importanza del rapporto con gli Stati Uniti e l'impegno sul controllo dei confini. In una nota congiunta, la vice premier canadese Chrystia Freeland e il ministro per la Sicurezza pubblica Dominic LeBlanc sottolineano: "Il Canada e gli Stati Uniti hanno una delle relazioni più forti e più strette, in particolare per quanto riguarda il commercio e la sicurezza delle frontiere. Il Canada attribuisce la massima priorità alla sicurezza delle frontiere e all'integrità del nostro confine comune”.

I due ministri definiscono quindi le relazioni con Washington “equilibrate e reciprocamente vantaggiose" e ricordano: "Il Canada è essenziale per l'approvvigionamento energetico interno degli Stati Uniti e l'anno scorso il 60% delle importazioni di greggio degli Stati Uniti è arrivato dal Canada”. Infine, nella nota si ribadisce la cooperazione tra le forze dell'ordine canadesi e statunitensi “per contrastare la piaga del fentanyl proveniente dalla Cina e da altri Paesi”. “Naturalmente continueremo a discutere di questi temi con l'amministrazione entrante”, concludono i due ministri nel comunicato nel quale non citano mai esplicitamente Trump.

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