"Chiara volontà dei militari di restare ma assistenza a popolazione sempre più difficile"
"Continuano anche oggi gli scontri nella zona di Shama ma al momento non ci sono stati incidenti di rilievo dopo quelli di ieri. L'atmosfera è tesa, perché le Idf (forze di difesa israeliane, ndr) sono nella zona di Shama, Hezbollah nelle vicinanze, quindi il conflitto in quell'area continua. Tra i soldati c'è ancora molta volontà di lavorare, di far cose, di cercare anche di fare i pattugliamenti quando è possibile. Parlando sia col generale che con le altre persone all'interno della base, non solo italiane, è chiara ancora la volontà di mantenere una presenza in questa regione". A parlare all'Adnkronos, dopo il lancio, ieri, di otto razzi da parte di Hezbollah sulla base di Unifil, nel sud del Libano, è il portavoce della forza Onu, Andrea Tenenti.
Sulla confusione iniziale creatasi relativamente alla provenienza dei razzi spiega: "Non so dove e come sia nata perché qui dal primo momento abbiamo sempre detto che erano molto probabilmente razzi che venivano dal Libano, quindi presumibilmente di Hezbollah o di gruppi affiliati. Nessuno ha dato altre responsabilità, avevamo da subito chiara la provenienza". E comunque si tratta pur sempre dell'ennesimo attentato che vede Unifil un bersaglio, negli ultimi tempi. "Un bersaglio non necessariamente voluto - chiarisce Tenenti - perché quando tutte le basi, non solo italiane, si trovano, come in questo caso vicine alle due forze che stanno combattendo, evidentemente è molto facile che ci siano degli incidenti anche all'interno delle nostre basi. Questa è una situazione che stiamo vivendo da diversi mesi. Una situazione difficile, ma stiamo prendendo tutte le precauzioni possibili per far sì che i contingenti, i vari caschi blu, stiano in sicurezza durante queste attività militari".
"Seppur in maniera molto limitata, in questi giorni ci sono state alcune attività di pattugliamento e le altre attività logistiche, con l'obiettivo di rifornire i vari contingenti con quello che serve nella quotidianità, l'assistenza alla popolazione locale, ci sono state anche attività insieme a organizzazioni dell'Onu che lavorano appunto sulla questione umanitaria, con Ong: abbiamo fatto alcune attività coordinate per cercare di assistere la popolazione. Sempre molto difficili anche queste attività, perché non ci viene mai o non sempre garantita la sicurezza durante questi movimenti, quindi si continua a fare ma con grande difficoltà. Persiste il supporto da parte della popolazione, ormai ridottissima. Quando abbiamo deciso di rimanere nel sud del Paese, c'è stato un grosso supporto da parte di tutti quanti. Rimanere con delle attività anche molto limitate è importante per la popolazione. È importante adesso e rimaniamo anche perché sarà importante speriamo dopo, quando ci sarà speriamo un accordo tra le parti". (di Silvia Mancinelli)