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Hamas, sì a piano Usa con "garanzie" su tregua. Israele: "È un rifiuto"

L'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, ha definito la risposta di Hamas "completamente inaccettabile"

Sfollati a Gaza - (Afp)
Sfollati a Gaza - (Afp)
31 maggio 2025 | 08.12
LETTURA: 4 minuti

Hamas dice sì alla proposta di tregua dell'inviato di Donald Trump, Steve Witkoff, ma chiede garanzie di un cessate il fuoco permanente e di un pieno ritiro di Israele. Una risposta che Witkoff ha definito "inaccettabile" e che Israele considera "un effettivo rifiuto".

È Hamas ad annunciare di aver risposto alla proposta statunitense, affermando che nell'ambito dell'accordo saranno liberati 10 ostaggi in vita. "Il movimento di resistenza islamica ha presentato oggi la sua risposta all'ultima proposta dell'emissario americano, Steve Witkoff, alle parti. Nell'ambito di questo accordo, dieci prigionieri in vita dell'occupazione detenuti dall'occupazione saranno rilasciati, insieme a 18 corpi, in cambio del rilascio di un numero concordato di prigionieri palestinesi", si legge nel comunicato di Hamas. Una fonte di Hamas, informata sui negoziati in corso, riferisce che "Hamas ha informato i mediatori della sua risposta scritta formale, che comprende una risposta positiva all'inviato speciale Usa Steve Witkoff, ma con un'enfasi sulle garanzie per un cessate il fuoco permanente e un pieno ritiro israeliano".

Secondo quanto riporta il canale egiziano Al-Rad, Hamas chiederebbe delle tempistiche diverse rispetto a quelle proposte da Witkoff, proponendo che il rilascio degli ostaggi avvenga in cinque fasi. Il canale egiziano cita fonti che spiegano che Hamas vuole rilasciare quattro ostaggi in vita il primo giorno della tregua di 60 giorni, altri due il 30esimo giorno e nell'ultimo giorno dell'accordo altri quattro, mentre offre di consegnare i corpi degli ostaggi morti il 30esimo e il 50esimo giorno della tregua.

Secondo il piano di Witkoff, gli ostaggi andrebbero liberati in due fasi, il primo e il settimo giorno dall'entrata in vigore del cessate il fuoco, mentre Hamas e le fazioni palestinesi hanno proposto un rilascio degli ostaggi in più fasi per garantire che l'accordo per il cessate il fuoco resti in vigore per i 60 giorni proposti dall'inviato americano. Un cambiamento teso a impedire - ha spiegato a Times of Israel una fonte direttamente coinvolta nei negoziati - che il premier Benjamin Netanyahu abbandoni i colloqui per il cessate il fuoco permanente dopo i rilasci dei 10 ostaggi o si rifiuti del tutto di prendervi parte.

Fonti Israele: "Consideriamo risposta di Hamas un effettivo rifiuto"

Il governo israeliano però considera la risposta di Hamas come "un effettivo rifiuto". "Mentre Israele ha accettato la cornice aggiornata di Witkoff per il rilascio dei nostri ostaggi, Hamas continua ad essere arroccata nel rifiuto", si legge in una nota dell'ufficio del primo ministro Israeliano, Benjamin Netanyahu. "Israele continuerà nei suoi sforzi per portare gli ostaggi a casa e sconfiggere Hamas", si aggiunge.

Witkoff: "Risposta Hamas è completamente inaccettabile"

"Totalmente inaccettabile, ci riporta soltanto indietro". Così l'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, ha definito la risposta condizionata data da Hamas. "Hamas dovrebbe accettare lo schema che abbiamo presentato come base dei colloqui che potrebbero iniziare immediatamente la prossima settimana", ha detto l'inviato di Trump.

"Questo è l'unico modo in cui possiamo chiudere un accordo per una tregua di 60 giorni nei prossimi giorni, durante il quale metà degli ostaggi vivi e metà di quelli che sono deceduti possano tornare alle loro famiglie", afferma ancora Witkoff, aggiungendo che nello stesso periodo si potranno avere "sostanziali negoziati in buona fede per cercare di raggiungere un cessate il fuoco permanente".

Media: presi d'assalto oltre 100 camion con farina a Khan Younis

Oltre un centinaio di camion del World food programme (Wfp) carichi di aiuti alimentari, in particolare di sacchi di farina, sono stati presi d'assalto dai palestinesi affamati nella zona di Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riferiscono media palestinesi, mentre il sito israeliano di Ynet ricorda che la distribuzione della farina sarebbe dovuta avvenire domani.

Papa Leone XIV incontra in Vaticano un pacifista israeliano e uno palestinese

Gli attivisti per la pace in Medio Oriente Maoz Inon e Aziz Abu Sarah hanno incontrato oggi in Vaticano Leone XIV. Lo rende noto l'Alleanza per la pace in Medio Oriente, pubblicando su X la foto dell'incontro del Papa con i due imprenditori, uno israeliano e l'altro palestinese. Nel post l'associazione - che riunisce 170 ong impegnate a costruire la pace tra israeliani e palestinesi - riferisce che il Papa durante l'incontro ha detto che "la pace si modella dal basso verso l'alto, iniziando nei luoghi, le comunità e le istituzioni locali, ascoltando quello che loro hanno da dirci".

Nel riprendere la notizia, Times of Israel spiega che Inon è un attivista per la pace i cui genitori, Bilha e Yakov Inon, sono stati uccisi negli attacchi di Hamas del 7 ottobre a Netiv HaAsara. Aziz Abu Sarah vive a Gerusalemme est e suo fratello è stato ucciso in una prigione israeliana durante la prima Intifada.

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