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Siria, fotoreporter Dpa ucciso in raid aereo vicino Hama

"Minaccia imminente", Usa distruggono lanciarazzi e mortai nel Paese. L'esercito di Assad lancia intanto una controffensiva per respingere gli jihadisti

Raid in Siria - Afp
Raid in Siria - Afp
04 dicembre 2024 | 09.54
LETTURA: 3 minuti

Il fotoreporter siriano che lavorava per la Dpa, Anas Alkharboutli, è stato ucciso in un raid aereo nei pressi di Hama, nella Siria centrale. Lo rende noto la Dpa, mentre testimoni confermano che il fotoreporter è stato ucciso mentre stava documentando l'avanzata dei jihadisti di Hayat Tahrir al-Sham (Hts).

"Il nostro fotografo Anas Alkharboutli, che ha documentato la guerra civile in Siria con un linguaggio visivo unico, è stato ucciso in un attacco aereo nei pressi della città siriana di Hama. Anas aveva solo 32 anni", ha affermato la Dpa in una nota. Il fotografo è stato sepolto a Idlib, nel nord-ovest del Paese.

"Tutti noi della Dpa siamo sotto shock e siamo profondamente addolorati per la morte di Anas Alkharboutli. Onoreremo la sua eredità giornalistica. Con le sue immagini, non solo ha documentato gli orrori della guerra, ma ha sempre lavorato per la verità", ha dichiarato il caporedattore della Dpa Sven Gösmann.

Alkharboutli aveva studiato ingegneria all'Università di Damasco e aveva iniziato a lavorare come fotoreporter nel 2015. Due anni dopo, a partire dal 2017, era entrato a far parte della Dpa. L'agenzia ricorda che si era ''rapidamente fatto un nome con le sue foto e i suoi video sulla guerra civile siriana''.

In particolare la Dpa ricorda che con le sue fotografie, Alkharboutli aveva vinto numerosi premi internazionali. Nel 2020, ad esempio, Alkharboutli ha ricevuto il Young Reporter Trophy del prestigioso Bayeux Award francese per il reportage di guerra. Nel 2021 ha invece vinto la categoria sport ai Sony World Photography Awards con una serie di foto di bambini che praticano karate.

"Minaccia imminente", Usa distruggono lanciarazzi e mortai nel Paese

Le forze del Comando centrale statunitense (Centcom) hanno distrutto ''diversi sistemi d'arma'' in Siria che rappresentavano ''minacce imminenti per le forze statunitensi e della coalizione''. Lo rende noto il Comando centrale statunitense su 'X' spiegando che tra i sistemi d'arma distrutti ci sono ''tre lanciarazzi multipli montati su camion, un carro armato T-64, un veicolo corazzato per il trasporto di truppe e mortai che rappresentavano una minaccia chiara e imminente per le forze statunitensi e della coalizione''.

Si è quindi trattato di un ''attacco di autodifesa'', scrive il Centcom spiegando che l'azione ''è avvenuta dopo che il lanciarazzi multiplo montato su camion, il veicolo corazzato per il trasporto di truppe e i mortai sono stati sparati verso le forze statunitensi''.

Il post spiega inoltre che ''la missione statunitense in Siria rimane invariata, mentre le forze statunitensi e della coalizione continuano a concentrarsi sulla sconfitta duratura dell'Isis''. Viene quindi precisato che ''le operazioni in Siria non sono correlati ai recenti eventi nella Siria nord-occidentale. Le forze del Centcom continuano a monitorare la situazione e rimangono in costante comunicazione con le nostre altre forze nella regione man mano che la situazione si sviluppa''.

Esercito Assad lancia controffensiva per respingere jihadisti

L'esercito di Bashar al-Assad ha intanto lanciato una controffensiva per respingere i jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham (Hts) e le fazioni alleate vicino a Hama, nella Siria centrale. Lo riferiscono gli attivisti dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, che ha sede a Londra.

''Le forze del regime hanno lanciato dopo mezzanotte una controffensiva'' sotto copertura aerea e sono riuscite a respingere i jihadisti che erano arrivati alle porte di Hama, quarta città della Siria.

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