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La Francia farà la fine dell'Italia? Cosa succederà dopo le elezioni

Il rischio è che manchi una maggioranza chiara e c'è chi inizia a parlare di governo tecnico. Ma chi potrebbe guidarlo, e quali poteri avrebbe?

(From L) Italian Prime Minister Mario Draghi, French President Emmanuel Macron and British Prime Minister Boris Johnson visit the Trevi fountain in central Rome on October 31, 2021 on the sidelines of the G20 of World Leaders Summit. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)
(From L) Italian Prime Minister Mario Draghi, French President Emmanuel Macron and British Prime Minister Boris Johnson visit the Trevi fountain in central Rome on October 31, 2021 on the sidelines of the G20 of World Leaders Summit. (Photo by Andreas SOLARO / AFP)
27 giugno 2024 | 16.36
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Per qualcuno, la Francia farà la fine del Regno Unito con la Brexit. Per altri, la attende uno scenario italiano: governi tecnici, maggioranze traballanti e instabilità politica. Vediamo insieme perché a poche ore dal primo turno delle elezioni legislative francesi, in giro per l’Europa si sta scatenando il panico.

Su Eurofocus, il portale di Adnkronos dedicato alle notizie sull'Europa e dall'Europa, si torna a parlare di elezioni francesi. Il primo turno sarà domenica 30 giugno, il secondo dopo una settimana, il 7 luglio. L’azzardo di Macron di sciogliere l’Assemblea nazionale, molto criticato anche nel suo partito, sta facendo paura non solo ai mercati, che prevedono mesi se non anni di instabilità, ma anche a politologi, giuristi, esperti a vario titolo di scenari più o meno apocalittici. Prendiamo i due scenari più interessanti. Il primo vede la vittoria del Rassemblement national, che Marine Le Pen tiene a definire né di destra né di sinistra, ma solo patriottico. La linea del partito è stata sempre euroscettica e ostile alla Nato e agli Stati Uniti. Anche se Macron manterrebbe il potere di decidere la politica estera e di difesa del Paese, un governo e una maggioranza parlamentare in mano a Jordan Bardella e Le Pen gli renderebbero la vita molto difficile. Per questo c’è chi assimila la decisione del presidente di indire elezioni lampo a quella di David Cameron di “concedere” il referendum sulla Brexit. Una scommessa sbagliata che poi sfugge di mano e mette il paese in rotta di collisione con il suo interlocutore principale, ovvero l’europa. Sebbene una Frexit è da escludere, la sconfitta di Macron sarebbe la sconfitta del suo progetto europeo, che va dalla difesa alla tecnologia, dalle riforme del mercato finanziario all’emissione di debito comune. La Francia dei prossimi anni sarà una delle spine nel fianco delle istituzioni di Bruxelles.

Il secondo scenario si apre con un parlamento senza maggioranza. Né la destra, né la sinistra, né tantomeno il centro raggiungono la fatidica soglia di 289 deputati. Che succede a quel punto? Non si può fare come in Spagna o in Israele, e tornare rapidamente alle urne: il presidente può sciogliere le camere una seconda volta solo dopo 12 mesi. Dunque in qualche modo va formato un governo. Bardella ha promesso che non accetterà il ruolo di primo ministro senza una chiara maggioranza (ma è tutto da vedere se davanti all’offerta di una poltrona così importante si tirerebbe davvero indietro). In francia non sono abituati a governi di unità nazionale. Le uniche coalizioni si sono fatte tra partiti della stessa area politica. I macronisti farebbero un accordo con la sinistra massimalista del nouveau front populaire? O con il Rassemblement national? Al momento, sembra molto difficile.

E allora c’è chi, come la testata politico.eu, immagina uno scenario all’italiana. Come Napolitano chiamò Mario Monti o Mattarella fece con Draghi, Macron potrebbe convocare Christine Lagarde, il cui mandato alla presidenza della Bce scade nel 2027, per fare il primo ministro di un governo tecnico e tranquillizzare i mercati. Se non lei, Jean Claude Trichet, che almeno è in pensione, un altro ex banchiere centrale che però è un po’ avanti con gli anni. In alternativa, si fanno i nomi di due o tre riserve della repubblica, tra cui il centrista Charles de Courson, politici di lungo corso che potrebbero, come domatori in un circo, muoversi tra l’estrema destra e l’estrema sinistra. Nessuno sa però come un governo simile potrebbe, ad esempio, preparare in autunno la legge di bilancio e poi farla votare da un’assemblea nazionale spaccata e rissosa. Di sicuro, un governo tecnico francese non potrebbe fare come il governo Monti: niente riforme impopolari, ma gestione dell’ordinario senza grandi slanci su pensioni, sindacati, agricoltori. Cosa che costringerebbe sia il Rassemblement National che il nouveau front populaire a rinunciare a tutte le loro costose promesse elettorali.

Benjamin Morel, che insegna diritto pubblico all’università pantheon-Assas, ha spiegato a Le Figaro che un nuovo governo senza una maggioranza netta potrebbe cadere nell’arco di una settimana, stroncato da una mozione di sfiducia. Per approvare il bilancio c’è un “trucco” costituzionale, l’articolo 47, che in mancanza di un voto parlamentare permette di adottare la finanziaria con un’ordinanza governativa. Il problema è che, prima o poi, l’Assemblea e il Senato devono votarla. E neanche le dimissioni di Macron risolverebbero il problema: se manca una maggioranza in parlamento, un nuovo presidente non cambierebbe quasi nulla. Insomma, in questo 2024 che è diventato famoso per essere l’anno elettorale più importante degli ultimi decenni, il voto che può sconvolgere gli equilibri europei è l’unico che non era in programma, ovvero quello francese. Su Eurofocus lo seguiremo passo dopo passo, quindi non perderti i nostri podcast e gli approfondimenti sul nostro sito.

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