Iran, la reazione internazionale. Starmer e Merz: "Teheran torni a trattare", Russia e Cina: "atto irresponsabile"

Tajani: "Ci auguriamo una de-escalation, domani riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles"

Keir Starmer - Fotogramma
Keir Starmer - Fotogramma
22 giugno 2025 | 09.27
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Il Primo Ministro britannico Keir Starmer ha invitato l'Iran a "tornare al tavolo dei negoziati" sulle sue ambizioni nucleari dopo gli attacchi statunitensi contro i siti nucleari iraniani.

"Non si potrà mai permettere all'Iran di sviluppare un'arma nucleare e gli Stati Uniti hanno preso provvedimenti per attenuare questa minaccia", ha dichiarato Starmer su X, aggiungendo che "la stabilità nella regione è una priorità". "Invitiamo l'Iran a tornare al tavolo dei negoziati e a raggiungere una soluzione diplomatica per porre fine a questa crisi".

Tajani: "Ci auguriamo si possa arrivare veramente a de-escalation"

"Ci auguriamo che dopo questo attacco che ha portato un danno enorme alla produzione dell'arma nucleare, che rappresentava un pericolo per tutta l'area, ora si possa arrivare veramente a una de-escalation, l'Iran si sieda a un tavolo di trattative". A dichiararlo, intervenendo all'edizione straordinaria del Tg1, è stato il ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Detto questo - ha aggiunto - la nostra priorità in questo momento è la sicurezza degli italiani, dei nostri connazionali. Si sta facendo tutto il possibile per far partire gli italiani che lo vogliono il prima possibile: oggi da Sharm el Sheik partirà volo con i connazionali che arrivano da Gerusalemme e Tel Aviv".

"Domani - ha continuato Tajani - ci sarà una riunione dei ministri degli Esteri dell'Ue a Bruxelles, e un incontro con il responsabile dell'Aiea, Grossi che sentirò anche in giornata per capire le conseguenze che possono esserci da punto di vista della sicurezza. Mi pare che per il momento non ci siano grandi rischi per l'esterno", ha sottolineato Tajani spiegando poi che "abbiamo fatto rientrare alcuni militari italiani che stavano a Baghgag per il rischio di ritorsioni contro una base dove c'erano anche americani. Sono rientrati ieri via Kuwait". Intanto Giorgia Meloni ha convocato una riunione con ministri interessati e intelligence.

L'Arabia Saudita: "Grande preoccupazione"

Il Regno dell'Arabia Saudita segue con grande preoccupazione gli sviluppi nella Repubblica Islamica dell'Iran, rappresentati dagli attacchi contro gli impianti nucleari iraniani da parte degli Stati Uniti d'America", ha scritto il Ministero degli Esteri saudita su X.

"Esprime la necessità di compiere ogni sforzo per esercitare moderazione, ridurre l'escalation ed evitarla", si legge poi nella dichiarazione, che esorta la comunità internazionale a intensificare i tentativi di trovare una soluzione politica.

Il Qatar e l'Oman: "Rischio conseguenze catastrofiche"

Anche il Qatar teme gravi ripercussioni dopo gli attacchi aerei statunitensi contro gli impianti nucleari in Iran. Il Ministero degli Esteri di Doha "avverte che l'attuale pericolosa escalation nella regione potrebbe portare a conseguenze catastrofiche sia a livello regionale che internazionale", e in una nota "invita tutte le parti a esercitare saggezza e moderazione e a evitare ulteriori escalation".

Il ministero degli Esteri dell’Oman, che finora aveva svolto un ruolo di mediazione nei negoziati nucleari tra Stati Uniti e Iran, ha invece espresso "profonda preoccupazione e condanna per l’escalation derivante dai raid aerei diretti condotti dagli Stati Uniti" in territorio iraniano. In una nota ufficiale, Muscat ha definito l’attacco americano una "grave violazione del diritto internazionale" da parte dello storico alleato e principale partner strategico del sultanato nella regione.

Gli Houthi: "È dichiarazione di guerra, colpiremo navi americane"

I ribelli Houthi dello Yemen, sostenuti dall’Iran, hanno condannato duramente gli attacchi americani contro obiettivi nucleari iraniani, definendoli una "dichiarazione di guerra" contro Teheran e il suo popolo.

"L’aggressione dell’amministrazione sconsiderata di Donald Trump contro tre siti nucleari iraniani è una dichiarazione di guerra flagrante contro il popolo fratello iraniano", ha dichiarato il governo houthi in un comunicato ufficiale. Il movimento ha inoltre avvertito che le proprie forze armate sono pronte "a colpire navi e imbarcazioni americane nel Mar Rosso".

Herzog esalta Trump: "Attacco storico"

Il presidente israeliano ha rilasciato una dichiarazione in cui ha definito "storico" l'attacco di Donald Trump all'Iran. Per Isaac Herzog le parole di Trump confermano la "profonda e coraggiosa alleanza" tra Stati Uniti e Israele. "La campagna - avverte poi - non è finita", e "i prossimi giorni potrebbero essere delicati, complessi e impegnativi".

"Mi è abbastanza chiaro che il programma nucleare iraniano è stato colpito in modo sostanziale", ha continuato Herzog, specificando di non essere al corrente dei dettagli, citato dalla Bbc. Alla domanda se Israele abbia chiesto direttamente a Trump di attaccare l'Iran, Herzog ha risposto che si è deciso "di lasciare la questione agli americani".

Quanto alla possibilità che Israele smetta di attaccare, Herzog ha sottolineato che l'Iran sta lanciando missili contro il territorio israeliano e "dobbiamo fare tutto il necessario per difenderci". "Il modo per farlo è ovviamente affrontare la situazione a livello internazionale e assicurarsi che ci sia una strategia di uscita", aggiunge.

Costa: "L'Ue si impegna per soluzione pacifica"

Il presidente del Consiglio europeo, António Costa, si è unito agli appelli internazionali per la de-escalation dopo i bombardamenti statunitensi contro l’Iran, esprimendo "profonda preoccupazione" per le conseguenze dell'attacco avvenuto nella notte.

In un post su X, Costa ha invitato "tutte le parti alla moderazione e al rispetto del diritto internazionale e della sicurezza nucleare". Ha ribadito che "la diplomazia resta l’unica via per garantire pace e sicurezza nella regione mediorientale" e ha avvertito che "troppe vittime civili rischiano ancora una volta di pagare il prezzo dell’escalation". L’Unione Europea, ha aggiunto, "continuerà a impegnarsi con le parti e i nostri partner per una soluzione pacifica al tavolo dei negoziati"

Merz: "Iran avvii i negoziati con Usa e Israele"

Il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha convocato questa mattina il gabinetto di sicurezza del governo tedesco. Merz ha ribadito il suo appello all'Iran affinché "avvii immediatamente i negoziati con gli Stati Uniti e Israele e raggiunga una soluzione diplomatica al conflitto", ha dichiarato il suo portavoce Stefan Kornelius. Il governo tedesco, ha aggiunto, presume che "gran parte del programma nucleare iraniano sia stata compromessa dagli attacchi aerei".

La Svizzera: "Situazione preoccupante, serve moderazione"

La Svizzera è "profondamente preoccupata" per l'escalation in Medio Oriente e il Dipartimento federale degli affari esteri (Dfae) ha invitato tutte le parti coinvolte a esercitare la "massima moderazione". La Confederazione è profondamente allarmata dalla pericolosa escalation tra Israele e Iran e dal recente attacco da parte degli Stati Uniti, ha scritto questa mattina il Dfae su X.

La Svizzera sottolinea l'importanza del pieno rispetto del diritto internazionale, compresa la Carta delle Nazioni Unite e il diritto internazionale umanitario, aggiungono i servizi di Ignazio Cassis tramite la piattaforma. Esortiamo tutte le parti a dare prova della massima moderazione, a proteggere la popolazione civile e le infrastrutture civili e a tornare immediatamente alla diplomazia. I nostri buoni uffici restano a disposizione delle parti coinvolte, conclude il Dfae.

Modi: "De-escalation immediata"

Il Primo Ministro indiano Narendra Modi ha lanciato oggi un appello per una "de-escalation immediata" della crisi durante una chiamata con il Presidente iraniano Masoud Pezeshkian successiva agli attacchi aerei degli Stati Uniti sul Paese."Abbiamo discusso approfonditamente della situazione attuale. Espressa profonda preoccupazione per la recente escalation. Ribadito il nostro appello per una de-escalation immediata, il dialogo e la diplomazia come via da seguire e per il rapido ripristino della pace, della sicurezza e della stabilità nella regione", ha scritto Modi su X.

La condanna della Cina

La Cina "condanna con forza" l'attacco ai siti nucleari in Iran. E' quanto afferma un portavoce del ministero degli Esteri del gigante asiatico, in una dichiarazione pubblicata sul sito web del dicastero che parla di un' "azione da parte degli Stati Uniti che costituisce una violazione grave" della "Carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale" e che "aggrava le tensioni in Medio Oriente".

Pechino, amica di Teheran e che ha provato ad accreditarsi come possibile mediatore, sollecita "tutte le parti in conflitto, in particolare Israele, a un cessate il fuoco il prima possibile". La Repubblica Popolare insiste su "dialogo" e "negoziati" e conferma la disponibilità a "lavorare con la comunità internazionale" per "contribuire a riportare pace e stabilità in Medio Oriente".

La Russia: "Attacco Usa atto irresponsabile"

Il ministero degli Esteri russo ha condannato in una nota l’attacco aereo condotto dagli Stati Uniti contro i siti nucleari iraniani, definendolo un atto irresponsabile e contrario al diritto internazionale. Lo riferisce l’agenzia russa Interfax.

"Mosca condanna con la massima decisione gli attacchi sferrati all’alba del 22 giugno dagli Stati Uniti contro una serie di impianti nucleari in Iran, compiuti a seguito delle aggressioni israeliane alla Repubblica Islamica - si legge nella dichiarazione ufficiale del ministero - La decisione irresponsabile di colpire con missili e bombe il territorio di uno Stato sovrano, qualunque sia la giustificazione fornita, rappresenta una palese violazione del diritto internazionale, della Carta delle Nazioni Unite e delle risoluzioni del Consiglio di Sicurezza.

Particolare preoccupazione, secondo Mosca, riguarda "i danni arrecati al regime globale di non proliferazione nucleare, fondato sul Trattato di non proliferazione (Tnp)". Secondo il comunicato, i bombardamenti hanno "inferto un colpo gravissimo all’autorità del Tnp e al sistema.

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