L'attore è accusato di violenza sessuale. ''Basta impunità'', si legge sui cartelli
E' stato rinviato al 24 e 25 marzo il processo a Gerard Depardieu, accusato di aver aggredito sessualmente due donne sul set del film 'Les Volets Verts' nel 2021. Lo ha deciso il presidente del tribunale penale di Parigi dove oggi l'attore non si è presentato per ''motivi di salute''. L'avvocato Jérémie Assous ha chiesto un rinvio del processo, in modo che il suo assistito potesse essere presente, e il tribunale glielo ha accordato, disponendo una valutazione medica dello stato di salute di Depardieu.
Ricordando che l'attore ha 75 anni, il diabete da più di 25 anni e quattro bypass, Assous ha detto che Depardieu non può stare seduto per più di sei ore. Inoltre le sue condizioni di salute sono state peggiorate dall'ansia causata dall'avvicinarsi del processo.
Il reato prevede la pena massima di cinque anni di reclusione e 75mila euro di multa. Ma ''i testimoni e le prove che produrrà dimostreranno che è solo bersaglio di false accuse", ha detto l'avvocato dell'attore a Le Figaro parlando del suo assistito. ''L'obiettivo delle parti civili è arricchirsi da seimila a 30mila euro'', ha aggiunto.
''Basta impunità'', perché ''qui si parla di traumi e non di cinema''. Sono questi alcuni degli slogan intonati dalle manifestanti che si sono riunite fuori al tribunale distrettuale di Parigi in occasione del processo a Depardieu.
''La Francia non è orgogliosa'', si legge sui cartelli, in riferimento a una frase pronunciata dal capo dell'Eliseo Emmanuel Macron del dicembre del 2023, ovvero che ''Depardieu rende orgogliosa la Francia''. L'attivista femminista Caroline de Haas ha detto a Bfmtv che ''una donna non è mai responsabile della violenza che subisce e ha definito ''questo processo emblematico, perché parla di un attore molto noto, ma è anche molto rivelatore di tutto ciò che accade nelle centinaia di storie di violenza che attraversano oggi i tribunali".
“Si tratta di dimostrare che se una di noi viene attaccata, siamo tutte attaccate. Se una di noi viene violata, siamo tutte violate'', ha affermato l'autrice e attivista femminista Blanche Sabbah. Tra le manifestanti, Raphaelle Rémy-Leleu, consigliera comunale di Parigi, Mathilde Caillard, attivista per il clima, e Sandra Legrain, deputata di Lfi.