Disputa scoppiata dopo il rilascio di 4 soldatesse israeliane e la liberazione di 200 prigionieri palestinesi, lo stop finché non sarà rilasciata Arbel Yehud. Tel Aviv non lascia il Libano, ira Beirut
Migliaia di palestinesi sfollati sono impossibilitati a fare ritorno alle loro case nel nord della Striscia di Gaza, dopo che Israele ha bloccato una strada principale, accusando Hamas di aver violato i termini dell'accordo di cessate il fuoco.
La disputa è scoppiata dopo che Hamas ha rilasciato quattro soldatesse israeliane e Israele ha liberato 200 prigionieri palestinesi. Il governo israeliano ha detto che ai palestinesi non sarà permesso di viaggiare verso nord f inché non saranno stati predisposti piani per il rilascio della civile israeliana Arbel Yehud. Hamas ha insistito sul fatto che è viva e che verrà liberata la prossima settimana.
"Decine di migliaia di sfollati stanno aspettando vicino al Corridoio Netzarim per tornare nella Striscia di Gaza settentrionale", ha dichiarato il portavoce della Protezione civile di Gaza Mahmud Bassal.
Secondo l'accordo, Hamas avrebbe dovuto rilasciare i civili prima dei soldati. Ieri sera, mentre la folla si radunava lungo la strada al-Rashid, nel centro di Gaza, per tornare a casa, sarebbero stati sparati alcuni colpi d'arma da fuoco. Le Forze di difesa israeliane hanno affermato che le truppe nella Striscia di Gaza centrale hanno sparato dopo che "sono stati identificati diversi raduni di decine di sospetti che rappresentavano una minaccia per le forze. Contrariamente a quanto riportato nelle ultime ore, tutte le sparatorie avvenute nella zona sono state effettuate allo scopo di distanziare le persone e non mirate a ferirle. Sottolineiamo che, allo stato attuale, non si hanno notizie di feriti tra i sospettati a seguito della sparatoria".
Israele è "responsabile di aver ostacolato l'attuazione dell'accordo di cessate il fuoco" avendo ucciso almeno un palestinese e feriti altri sette, mentre cercavano di attraversare la Striscia di Gaza settentrionale contro gli ordini dell'esercito israeliano, dichiara intanto Hamas, aggiungendo che Israele sta "temporeggiando con il pretesto del rapimento di Arbel Yehud, nonostante abbiamo informato i mediatori che è viva e abbiamo fornito tutte le garanzie necessarie per il suo rilascio".
"Arbel Yehud sarà rilasciata prima del prossimo scambio". E' quanto ha dichiarato alla Afp una fonte della Jihad islamica, riferendosi alla donna israeliana, tenuta in ostaggio da Hamas, che Israele chiede di rilasciare prima di permettere il ritorno dei palestinesi sfollati. Un'altra fonte ha aggiunto che il rilascio "avverrà molto probabilmente il prossimo venerdì in cambio di 30 prigionieri palestinesi che scontano l'ergastolo".
Il termine per il ritiro israeliano dal Libano meridionale è scaduto stamattina, ma le truppe israeliane rimarranno in alcune zone poiché Israele afferma che l'accordo di cessate il fuoco con Hezbollah non è stato pienamente implementato.
L'accordo siglato 60 giorni fa, mediato da Stati Uniti e Francia e che pose fine a 14 mesi di conflitto, prevedeva il ritiro per oggi delle truppe israeliane dal Libano meridionale e la rimozione dei combattenti e delle armi di Hezbollah dall'area, dove, al suo posto dovrebbero essere schierati migliaia di soldati libanesi.
Secondo le dichiarazioni rilasciate dal Ministero della Salute libanese, quattro civili libanesi sarebbero intanto stati uccisi e circa 30 rimasti feriti sotto i colpi d'arma da fuoco delle Idf, negli scontri tra le forze israeliane e i civili che cercavano di tornare alle loro case nel Libano meridionale.
Qualsiasi deviazione dall'accordo di cessate il fuoco e dalla risoluzione 1701 delle Nazioni Unite da parte di Israele avrà gravi ripercussioni, ha dichiarato intanto il primo ministro libanese Najib Mikati, invitando le nazioni che rispettano l'accordo a "frenare l'aggressione di Israele e costringerlo a ritirarsi dai territori che occupa".
Nel frattempo, il portavoce dell'Idf in arabo, Avichay Adraee, ha detto che è Hezbollah a mandare i "rivoltosi" nel Libano meridionale. "Hezbollah non si preoccupa degli interessi del Libano", ha scritto Adraee, aggiungendo che l'organizzazione "sta cercando di far degenerare la situazione per nascondere la sua indebolita posizione in Libano e nel mondo arabo".