Gaza, fonti israeliane: "Consegna salme potrebbe slittare". Hamas: "Prima fase accordo rispettata"

Rubio: "Non c'è un piano B, quello di Trump è il migliore". E ribadisce: "L'annessione della Cisgiordania'' a Israele ''minaccerebbe l'intero processo a Gaza perché molti Paesi coinvolti non vorranno più esserlo"

Edifici distrutti a Gaza City - Afp
Edifici distrutti a Gaza City - Afp
24 ottobre 2025 | 16.05
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Al momento non ci sono segnali che Hamas possa restituire questa sera le salme di altri due ostaggi israeliani. Lo ha riferito un funzionario israeliano all'emittente Kan, precisando che la consegna dei due corpi - notizia riportata nelle scorse ore dal Times of Israel - potrebbe slittare a domani.

Rubio: "Non c'è un piano B, quello di Trump è il migliore"

Intanto il segretario di Stato Usa Marco Rubio, durante la sua visita alla base dell'esercito americano a Kiryat Gat, ha fatto sapere che "non esiste un piano B" per la Striscia di Gaza, quello elaborato dal presidente americano Donald Trump "è il piano migliore". Washington, ha spiegato, sta "costruendo una forza di stabilizzazione che includa tutti i Paesi che offrono forze e risorse. Stiamo elaborando il mandato appropriato, sia attraverso le Nazioni Unite che tramite un'altra entità". Rubio ha poi aggiunto che l'obiettivo è quello di "garantire il mantenimento del cessate il fuoco e che la popolazione riceva aiuti senza saccheggi''. Vanno quindi ''create le condizioni per l'ingresso della forza di stabilizzazione, così da poter procedere con la ricostruzione", ha sottolineato.

Rubio ha spiegato che Hamas violerebbe l'accordo per il cessate il fuoco a Gaza se rifiutasse il disarmo. Ma anche la ripresa dei combattimenti da parte degli israeliani nell'enclave palestinese ''significherebbe che l'accordo è saltato''. Rubio ha quindi detto di augurarsi di ''creare le condizioni affinché Hamas non abbia alcun controllo sulla popolazione, cosa che non accadrà la prossima settimana. Ma vogliamo creare le condizioni affinché la gente non abbia paura di Hamas".

Rubio ha anche parlato del voto alla Knesset su un disegno di legge per annettere parti della Cisgiordania: ''L'annessione della Cisgiordania'' a Israele ''minaccerebbe l'intero processo a Gaza perché molti Paesi coinvolti non vorranno più esserlo''.

Rubio ha poi minimizzato il voto alla Knesset, definendo il tema dell'annessione della Cisgiordania una trovata politica per mettere in imbarazzo il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il vice presidente americano JD Vance in visita in Israele. ''È sufficiente dire che non pensiamo che ciò accadrà", ha detto Rubio ai giornalisti.

Hamas: "Rispettata prima fase accordo ma seconda richiede ulteriori discussioni"

Hamas ha ribadito in un comunicato il proprio "pieno impegno nel rispettare i dettagli dell'accordo di cessate il fuoco", sottolineando la propria determinazione a "garantirne il successo e l'attuazione concreta sul campo". Il movimento ha dichiarato di aver "completato la prima fase dell'accordo" con la consegna degli ostaggi vivi e di alcuni corpi dei deceduti e che sta “attualmente lavorando per finalizzare la consegna di quelli rimanenti". Hamas sostiene che la seconda fase dell'accordo "richiede ulteriori discussioni e intese con i mediatori, a causa delle complesse problematicità che comporta". Allo stesso tempo, il movimento ha sottolineato il proprio impegno per raggiungere “un consenso nazionale palestinese volto a risolvere tutte le questioni pendenti, in particolare quelle relative alla forma di governo a Gaza” dopo la guerra.

Hamas ha esortato i mediatori ad “esercitare pressioni” su Israele affinché rispetti i suoi obblighi, “in primis la cessazione delle ostilità, la revoca dell'assedio sulla Striscia di Gaza e l'urgente facilitazione dell'ingresso di aiuti umanitari”. Ha inoltre messo in guardia contro il rischio che "lo Stato occupante possa utilizzare la questione umanitaria come strumento di ricatto politico".

Il movimento ha rivelato di aver ricevuto garanzie chiare da Egitto, Qatar e Turchia, oltre a conferme dirette dagli Stati Uniti, secondo cui la guerra "è effettivamente finita". Hamas ha infine annunciato l'intenzione di avviare un dialogo nazionale palestinese inclusivo, invitando a "sostenere lo stato di consenso nazionale che si sta consolidando a Gaza", al fine di garantire l'unità della posizione palestinese nella prossima fase.

Usa puntano su ambasciatore Yemen per monitoraggio

Rubio ha scelto l'ambasciatore Usa in Yemen, Steven Fagin, come responsabile civile del centro di coordinamento civile-militare a Kiryat Gat, nel sud di Israele, che ha il compito di monitorare il rispetto del piano Trump per il cessate il fuoco a Gaza. Lo ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Tommy Pigott. Fagin lavorerà a fianco del tenente generale dell'esercito americano Patrick Frank, il capo militare nominato dopo il cessate il fuoco del 10 ottobre.

Il Centro di coordinamento civile-militare è stato istituito a Kiryat Gat il 17 ottobre per monitorare il rispetto del cessate il fuoco e segnalare eventuali violazioni, oltre a gestire la logistica, compresa la consegna degli aiuti alla popolazione palestinese della Striscia di Gaza. Nella base sono stati inviati circa 200 soldati statunitensi, che lavoreranno con soldati provenienti da Israele e da paesi europei, rappresentanti degli Emirati Arabi Uniti e della Giordania, personale delle Nazioni Unite e di gruppi umanitari.

Fagin è ambasciatore degli Stati Uniti nello Yemen da maggio 2022 e prima è stato vice ambasciatore presso l'ambasciata di Washington a Baghdad. in precedenza è stato funzionario principale presso il consolato generale degli Stati Uniti a Erbil, direttore dell'Ufficio per gli affari iraniani del Dipartimento di Stato e direttore dell'Ufficio per gli affari regionali presso l'Ufficio per l'Asia meridionale e centrale del Dipartimento di Stato. Entrato in diplomazia nel 1997, ha anche lavorato a Bruxelles, Islamabad, Astana, Mostar, Minsk, Tbilisi e Il Cairo.

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