
Il premier israeliano respinge le accuse di aver causato una carestia: "Abbiamo fornito 1,9 milioni di tonnellate di cibo dall'inizio della guerra". Il presidente Usa: "Non sono d'accordo con Bibi". Ministero della Salute di Gaza: "Oggi altri 14 morti per denutrizione". Onu: "Primi aiuti una goccia nel mare"
"Non c'è fame a Gaza". Così il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto alle accuse di star causando una carestia nella Striscia, liquidandole come "completamente false".
"Abbiamo consentito l'arrivo di aiuti umanitari a Gaza fin dall'inizio della guerra. Altrimenti, non ci sarebbero abitanti a Gaza. Ciò che impedisce l'arrivo di aiuti umanitari è una sola forza: Hamas. Ancora una volta, questo è un capovolgimento della verità. Hamas deruba, ruba gli aiuti umanitari e poi accusa Israele di non fornirli.", ha detto ancora per poi aggiungere: "Abbiamo fornito la quantità richiesta dal diritto internazionale. Ci sono centinaia e centinaia di camion carichi di tonnellate di aiuti. Finora, abbiamo fornito 1,9 milioni di tonnellate di cibo dall'inizio della guerra, quasi due milioni di tonnellate. E ora ci sono centinaia di camion in attesa sul lato di Gaza del valico di Kerem Shalom".
"Non rinunciamo a questo nemmeno per un minuto. Questi sono due obiettivi interconnessi, ha poi detto Netanyahu parlando al Direttorato dell'intelligence militare delle Forze di difesa israeliane, riferendosi all'eliminazione di Hamas e al ritorno di tutti gli ostaggi detenuti a Gaza, riporta il Times of Israel.
Stando al premier israeliano, la lotta contro l'asse che fa capo all'Iran non è finita: Israele deve preservare il risultato conseguito eliminando le minacce nucleari e missilistiche balistiche iraniane, e sconfiggere anche Hamas e gli Houthi, "questo gruppo nel sud, questi selvaggi. Ci occuperemo anche di loro", aggiunge Netanyahu.
E il Gogat, l'autorità militare israeliana responsabile del coordinamento degli aiuti umanitari fa sapere che solo ieri, durante il primo giorno di "pausa umanitaria"a Gaza "oltre 120 camion di aiuti alimentari sono stati distribuiti dall'Onu e dalle organizzazioni internazionali".
"C'è molta gente affamata" a Gaza, ha intanto scandito il presidente Usa Donald Trump dalla Scozia, rispondendo a chi gli chiedeva se fosse d'accordo con Netanyahu secondo cui "non c'è fame a Gaza". "Sulla base di quello che vedo in televisione, direi che non sono particolarmente d'accordo, perché quei bambini sembrano molto affamati".
Per questo, ha annunciato Trump, a Gaza "noi creeremo centri per il cibo dove la gente potrà entrare, senza limitazioni, non metteremo barriere", ha detto ai giornalisti aggiungendo che a Gaza ci sono segnali che ci si trovi di fronte ad una situazione di "vera fame". Quindi Trump ha ribadito che il cessate il fuoco nella Striscia è "possibile" e "vogliamo che parta".
Le consegne di aiuti ieri a Gaza sono "un'inizio", ma sono "una goccia nell'oceano" delle urgenti necessità della popolazione palestinese, ha detto alla Bbc Tom Fletcher, sottosegretario delle Nazioni Unite per gli Affari Umanitari, che ha sottolineato come i prossimi giorni "saranno decisivi" e che una quantità maggiore di aiuti devono arrivare e devono essere distribuiti molto più velocemente. "Noi abbiamo un piano" per raggiungere tutti a Gaza nel giro di due settimane, ma per attuarlo, ha aggiunto, c'è bisogno di confini aperti, permessi e la sicurezza per operare. Riguardo poi a quanto potrà durare la pausa umanitaria che ieri ha permesso l'ingresso di aiuti, Fletcher ha detto che sulla base di "quanto sentito dal team sul terreno", la pausa "durerà una settimana circa", durata "chiaramente insufficiente" per fermare quella che definisce "l'atrocità del 21esimo secolo".
Intanto il ministero della Salute di Gaza, riporta la Bbc, denuncia che altre 14 persone, compresi due minori, sono morte a causa della malnutrizione nelle ultime 24 ore portando a 147 il totale dei morti per fame tra cui 88 minori.
E a Trump fa "appello" il leader egiziano Abdel Fattah al-Sisi affinché intervenga perché "è giunto il momento di porre fine alla guerra" nella Striscia di Gaza. In dichiarazioni in video, al-Sisi parla della crisi umanitaria nell'enclave palestinese e afferma che il tycoon "è l'unico in grado di fermare la guerra, far arrivare gli aiuti". "Rivolgo un appello speciale - afferma il leader egiziano - al presidente Trump affinché, per favore, faccia tutto il possibile per fermare la guerra e far arrivare gli aiuti".