
L'arcipelago tassato con tariffe del 10%, ma ci vivono solo foche, pinguini e uccelli
Donald Trump impone dazi a tutto il mondo e tassa anche territori disabitati. Il presidente degli Stati Uniti dà inizio alla guerra commerciale annunciando "dazi reciproci", con le cifre relative alle 'tariffs' che verranno applicate ai singoli stati e all'Unione Europea a partire dal 5 e dal 9 aprile.
L'elenco è lunghissimo, comprende una sessantina di nazioni e territori. Ci sono nomi noti e destinazioni esotiche, probabilmente sconosciute al consumatore medio americano. Nell'ormai celeberrimo cartellone non figurano la Russia di Vladimir Putin, colpita da sanzioni, e la Corea del Nord di Kim Jong-un, che sostanzialmente non ha nulla da esportare.
Se si spulcia la lista, si arriva fino alle isole Svallbard, la parte più settentrionale della Norvegia e le terre abitate più a nord del pianeta Terra. All'estremo opposto del pianeta, o quasi, ci sono le Isole Heard e McDonald, un arcipelago di poco più di 370 km quadrati nell'Oceano Antartico. Dettaglio trascurabile: il territorio esterno australiano è disabitato, sulle isole non c'è nessuno a cui applicare i dazi del 10% varati dall'amministrazione americana.
Sull'isola Heard, decisamente la più grande, c'è solo ghiaccio a far compagnia al vulcano Mawson Peak. Non esistono porti per sbarcare sulle isole e, visto il clima, non ci sono troppi motivi per mettere piedi sulla terra ferma: piove o nevica praticamente sempre. Le isole, raggiunte per la prima volta nel corso dell'800, sono meta di ricerche scientifiche legate alla presenza di foche, pinguini e uccelli marini.
Solo loro, in sostanza, possono essere colpiti dai dazi. E' quasi un mistero, a questo punto, il dato relativo all'export delle isole Heard e McDonald verso gli Usa: nel 2022, il dato raggiunge 1,4 milioni di dollari per 'macchinari e materiali elettrici'. Prodotti da chi?
E' andata peggio all'isola di Norfolk, altro territorio legato all'Australia. Sul lembo di terra a 1.600 km a nordest di Sydney vivono 2188 persone che dovranno fare i conti con dazi del 29%. Tutta 'colpa', a quanto pare, delle esportazioni di pellame per calzature: si tratterebbe di un business da 655mila dollari nel 2023. "In realtà non ci sono esportazioni note verso gli Usa e non ci sono dazi per i beni importati qui", lo sconsolato commento al Guardian di George Plant, amministratore dell'isola. "Non sono sicuro che l'isola di Norfolk, con tutto il rispetto, sia un competitor della gigantesca economia americana. I dazi del 29% dimostrano che nessuno è al sicuro sulla Terra...", chiosa il premier australiano Anthony Albanese.
Un altro territorio australiano colpito dai dazi è quello delle Isole Cocos. Con una popolazione di 600 persone, il territorio invia il 32% delle sue esportazioni (navi) negli Stati Uniti, secondo il Cia Factbook. Ora devono affrontare un dazio del 10%. Dall'altra parte del pianeta, la piccola isola norvegese ed ex stazione baleniera di Jan Mayen affronta tariffe del 10%. Ma nessuno ci vive in modo permanente (alcuni militari vi si alternano) e ha un'economia pari a zero, secondo il Cia Factbook, che la definisce un'isola "desolata e montuosa". A dover pagare tariffe del 10%, c'è anche Tokelau, un territorio auto-amministrato della Nuova Zelanda, composto da tre atolli nell'Oceano Pacifico meridionale, con una popolazione di circa 1.600 abitanti, secondo il Cia Factbook. Ha un'economia di circa 8 milioni di dollari ed esportazioni di circa 100.000 dollari.
Un'enclave particolarmente colpita dai dazi di Trump è Saint Pierre e Miquelon, un territorio francese di otto piccole isole vicino alla provincia canadese di Terranova. Con una popolazione di circa 5.000 persone, è "l'unica vestigia rimasta dei vasti possedimenti nordamericani della Francia", spiega sempre il Cia Factbook. Le sue esportazioni, "crostacei lavorati, molluschi", sono ora soggette a una maxi tariffa statunitense del 50%, molto più di quella che la Francia deve affrontare (20%) come parte dell'Unione Europea. Affronterà tariffe del 50% anche il Lesotho, un Paese di 2,2 milioni di persone circondato dal Sudafrica, che invia negli Stati Uniti il 20% dei suoi 900 milioni di dollari di esportazioni annuali (diamanti, indumenti, lana, apparecchiature elettriche, biancheria da letto).
Il Territorio britannico dell'Oceano Indiano è soggetto a una tariffa del 10%. È popolato solo da circa 3.000 militari e appaltatori britannici e americani presso la base aerea di Diego Garcia. Il Factbook della Cia elenca la sua principale esportazione come pesce, ma non è chiaro chi si occupa della pesca o chi lo acquista. Le Isole Marshall, un gruppo di 34 atolli e isole nel Pacifico settentrionale, ospitano 82.000 persone e un'importante base militare americana, la guarnigione di Kwajalein, che contribuisce ai test e al tracciamento dei missili balistici. Washington è responsabile della difesa delle Isole Marshall in base a un Compact of Free Association. L'export è di circa 130 milioni di dollari all'anno, sebbene gli Stati Uniti non siano elencati come destinazione principale delle sue merci. Se arriveranno negli Usa, i dazi saranno del 10 per cento.