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Dai curdi di Kobane passa il destino della Siria

Le milizie filo-turche si scatenano. Mayer (Luiss): l'Ue faccia pressione su Erdogan per fermare la violenza

A young girl waves the flag of Kurdistan during a demonstration by Syrian Kurds against Turkish threats to launch a military operation on their region, in the town of Al-Qahtaniyah, in northeastern Syrian Al-Hasakah Governorate on October 7, 2019. - Turkish President Recep Tayyip Erdogan said today that his army was ready to launch operations against Kurdish militants in Syria at any moment following the US announcement that it would not stand in the way. (Photo by Delil SOULEIMAN / AFP) - AFP
A young girl waves the flag of Kurdistan during a demonstration by Syrian Kurds against Turkish threats to launch a military operation on their region, in the town of Al-Qahtaniyah, in northeastern Syrian Al-Hasakah Governorate on October 7, 2019. - Turkish President Recep Tayyip Erdogan said today that his army was ready to launch operations against Kurdish militants in Syria at any moment following the US announcement that it would not stand in the way. (Photo by Delil SOULEIMAN / AFP) - AFP
19 dicembre 2024 | 18.08
LETTURA: 1 minuti

"Per capire quale sarà il reale futuro della Siria tutti i riflettori del mondo dovrebbero concentrarsi sul destino di Kobane, la città simbolo della vittoria dei curdi siriani contro i terroristi dell'Isis”, dice all’Adnkronos Marco Mayer, docente alla Luiss ed esperto di sicurezza internazionale.

Le milizie filo-turche hanno, infatti, ripreso gli attacchi contro i curdi con il supporto tecnologico e logistico delle forze armate di Ankara. “Se l'assalto non verrà immediatamente fermato ci saranno due gravissime conseguenze”, spiega Mayer. “La prima è che le forze curde non saranno più in grado di gestire le carceri dove sono rinchiusi più di 10.000 terroristi dell'Isis - tra cui numerosi foreign fighters - che potranno uscire dalle prigioni e organizzare nuovi attacchi terroristici in Europa. La seconda conseguenza è che a pochi giorni dalla caduta di Assad l'oppressione della minoranza dei curdi siriani cancellerà dall’inizio ogni speranza di una Siria aperta, multietnica e multireligiosa. Per impedire che questo accada, il vertice dell' Unione Europea deve lanciare un severo monito ad Ankara arrivando anche a interrompere i cospicui finanziamenti della UE alla Turchia del Presidente Erdoğan”, conclude il docente.

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