Roma li, 29/01/2025. Imprese sempre più giovani e innovative stanno conquistando globalmente importanti fette di mercato grazie alla loro connaturata caratteristica di imprese “Native Globali”.
Il concetto di Born Global fu introdotto originariamente in Australia nel 1993 e successivamente declinato in varie forme tra gli anni novanta e i duemila al fine di identificare le imprese che erano già predisposte naturalmente ai mercati globali, pur se di giovane età.
Le caratteristiche principali delle imprese “Born Global” sono: predisposizione all’internazionalizzazione dell’azienda sin dalla sua costituzione;Commercializzazione di prodotti di alta qualità e con caratteristiche peculiari;
Scelta di nicchie di mercato e settorializzazione;
Focalizzazione su 1/2 prodotti con contenuti esclusivi e produzione standardizzata;
Alta qualità nel post vendita e assistenza;
Ridotta catena di comando nelle scelte aziendali;
Capacità di tessere relazioni e reti di filiera.
L’impresa, seppur giovane e piccola, avrà a disposizione un prodotto di per sé già collocabile senza eccessivi sforzi sul mercato internazionale, grazie ad una attenzione al cliente e ad una propensione naturale al mercato globale.
L’internazionalizzazione “senza sforzi” è direttamente proporzionale alla capacità delle impresa di creare una catena di valore, abbandonando il rigido orticello di casa propria e intraprendendo un percorso “politico-imprenditoriale” che crei reti in grado di supportare la diffusione del prodotto.
L’Italia è una delle realtà a maggior valore aggiunto in relazione al numero di piccole realtà imprenditoriali “Native Globali”.
Le strategie di internazionalizzazione delle Start-up. Delocalizzazione e distretti.
Ciò che più spinge le realtà native globali, è la capacità di localizzarsi o delocalizzare parte dei processi produttivi, all’interno di distretti industriali, avvalendosi di joint-ventures in grado di veicolare la diffusione del prodotto all’interno del nuovo mercato.
Purtuttavia, l’innata capacità di essere già internazionalizzate, pone le giovani imprese di fronte a problematiche di non poco conto se paragonate, invece, a situazioni maggiormente strutturate. Da qui la figura del Temporary Export Manager, che possa affiancare l’impresa lungo il percorso di crescita a livello internazionale.
In conclusione, quindi, le strategie di internazionalizzazione per le Start-up native globali sono essenzialmente semplificate dalla natura stessa dell’impresa, purtuttavia, sarà imprescindibile l’attenzione da riporre nella pianificazione dei passi giusti, dal punto di vista commerciale ,legale e fiscale .