Una dote di 13 milioni per fare di Parma la ‘grande piazza’ della gioventù europea. È il nutrito budget messo a disposizione della città Ducale che, dopo la vittoria nella ‘corsa’ al titolo di Capitale Europea dei Giovani 2027, inizia i preparativi per questo nuovo appuntamento internazionale. Una cifra importante, prova della forza attrattiva esercitata dalla manifestazione. “Il governo è a bordo, anche la presidente Giorgia Meloni ci ha mandato un messaggio di congratulazioni”, racconta all’AdnKronos il sindaco Michele Guerra.
Ma non è solo il pubblico a supportare l’avventura parmense: se infatti 5 milioni arrivano dalle istituzioni, il resto – più della metà – viene dal mondo delle imprese, da Chiesi a Barilla, passando per la maggior parte delle realtà industriali del territorio, raccolte sotto il cappello di Confindustria. Un dato che lascia presagire “un ritorno economico” per l’area, anche sulla base delle esperienze delle altre città dei giovani; l’obiettivo però è un altro: “Un salto dimensionale, immaginare una città in cui i giovani sono protagonisti”, chiarisce il primo cittadino.
Ma quali giovani? “Quelli veri, gli under 30”, chiosa con ironia Guerra (classe 1982, quarantaduenne), con le questioni che stanno a cuore alla nuova generazione. “A scrivere il dossier che abbiamo presentato allo European Youth Forum è stato un gruppo di lavoro composto da ragazze e ragazzi tra i 16 e i 25 anni che hanno portato la loro visione della città in cui abitano, i loro desideri, i loro timori”.
Un modo di ‘riprendersi’ l’arena del dibattito pubblico, ma anche un punto di partenza per il cambiamento. Non è un caso che il progetto si chiami ‘Una Piazza per l’Europa’ e si articoli in otto piazze tematiche, e trovi il proprio cuore pulsante in due parole d’ordine: diritti e ambiente. Abbiamo infatti la piazza della ‘bellezza’ accanto a quella della rigenerazione urbana, la piazza dello sport inclusivo e dell’educazione aperta, quella del clima e del disarmo. “E poi, ci sarà un focus molto importante dedicato ai lavori futuri e a ciò che dovranno offrire, orientate alla conciliazione con la vita privata più che al posto fisso e allo stipendio”, osserva il sindaco.
Ed è proprio quest’ultimo punto ad aver richiamato l’attenzione delle aziende del territorio, che – come tutte le imprese italiane – sono alle prese con l’annoso problema del mismatch. Insieme, chiaramente, all’altissimo numero di giovani destinati ad approdare a Parma tra tre anni. “Non abbiamo ancora una stima delle presenze, ma ci aspettiamo numeri alti”. Anche per questo “vogliamo coinvolgere le altre città impegnate sulle politiche giovanili perché possano usufruire del ‘beneficio’ di cui godrà Parma, sia portando qui il loro contributo sia creando connessioni tra noi e lavorare insieme. In questi pochi giorni – aggiunge poi Guerra – ho avuto molte chiamate di sindaci di altri comuni italiani, di ogni colore politico, che mi hanno chiesto di collaborare”. Un “meccanismo virtuoso che mi auguro lasci un’eredità incisiva”.