Il presidente della Commissione Cultura condivide il filmato sui social in cui viene intervistato da un giornalista della trasmissione di Rai3
"Report perde Rai 3...ma non il vizio. Le illazioni rappresentate dalla testata - e riportate questa mattina da Repubblica - sono false. Fabrizio Russo – a cui va la mia stima – è un professionista riconosciuto, che nel settore tutti conoscono in qualità di gallerista internazionali e curatore di mostre nazionali. Ho avuto modo di incontrarlo solo in occasione di iniziative sui temi della regolazione del mercato dell'arte, dove sono intervenuto parlando della necessità dell'adeguamento dell'Iva sul mercato dell'arte – così come testimoniato dal mio emendamento nella delega fiscale". Così su Instagram e Facebook il Presidente della Commissione Cultura della Camera Federico Mollicone.
"La mia attività istituzionale è assolutamente competente su mostre, musei e beni culturali – come dimostra anche l'avvio dell'iter della proposta di legge a prima firma 'Italia in scena' e della proposta 'Modifiche alla tabella A allegata al decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633, concernenti la riduzione dell’aliquota dell’imposta sul valore aggiunto relativa a oggetti d'arte, di antiquariato o da collezione" di cui sono cofirmatario. Nonché di numerosi ordini del giorno e attività parlamentare emendativa sia nella presente legislatura che in quella precedente. Ogni altra distorsione del mio pensiero e della mia attività istituzionale presentata da Report e da Repubblica verrà perseguita a norma di legge'", conclude.
"Condivido quanto detto dal ministro Giuli sulle grandi mostre, che non sono le mostre del governo Meloni, ma le mostre del ministero della Cultura che ha degli indirizzi culturali macro che gli dà la politica, il nostro governo ha vinto con un programma culturale votato da milioni di persone" ha detto, poi, Mollicone.
"Tra questi c'è anche la valorizzazione della storia dell'arte italiana, sicuramente anche quella del Futurismo, che ha influenzato tutte le avanguardie mondiali dal 1911 a oggi. Il Futurismo è un fenomeno culturale mondiale che andrebbe riscoperto, valorizzato nelle scuole, fatto conoscere e di cui tutti dovrebbero andare orgogliosi: perché è la creatività italiana, attraverso Filippo Tommaso Marinetti e tutta la scuola dei futuristi che ha influenzato le avanguardie di tutto il '900. La mostra serve a questo".
Sul co-curatore della mostra sul Futurismo, Alberto D'Ambruoso, cui è stato tolto l'incarico perché, riporta il giornalista di Report, "il suo curriculum non era all'altezza, ma un anno e mezzo, dopo aver lavorato", Mollicone ribadisce: "Non l'ho mai conosciuto di persona, non mi sembra". "Io faccio un'attività istituzionale, so quello che stanno facendo al ministero. Se c’è stato un taglio dei prestiti delle opere, quello è sempre un peccato perché si va a limitare il parco prestiti; ma era necessario, penso, per un problema di costi". Mollicone, poi, ribadisce: "Non ho incontrato Mazzantini e Merlino insieme a Russo per parlare della mostra, chi ve lo ha detto, non è vero. Fermo restando che non c’è niente di male, sono il presidente della Commissione Cultura, vigilante su musei, mostre e rientrerebbe nei miei compiti. Non ci sarebbe niente di male. Ho fatto tante cose insieme a Russo e a tanti galleristi, e le rivendico tutte. Nella fattispecie, se la domanda è questa la risposta è no: non sono mai intervenuto sull’aspetto delle curatele e dei prestiti".
"Chi non conosce Fabrizio Russo, è un gallerista famosissimo e da sempre suscitatore di grandi convegni, in particolare su temi come le transazioni d'arte e del mercato d’arte. C’è un tema, su cui sto lavorando con degli emendamenti con delega fiscale, sulla riduzione dell’Iva al 5% sulle transazioni d’arte. Francia e Germania l'hanno realizzata, noi l’avevamo presentata come Italia sollecitata da un movimento culturale che fa capo a tante gallerie, tra cui quella di Fabrizio Russo, e l’avevamo introdotto nella delega fiscale dello scorso anno. Francia e Germania sono arrivati prima: questo sta comportando che la maggior parte delle gallerie e dei mercanti d’arte si spostino in quei Paesi".