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Dalle indagini di Petra ai diari dell'ultimo boss, le novità in libreria

Arrivato anche 'Il mondo sulle spalle' di Giulio Napolitano e 'Strane' di Guillermo Arriaga

Le copertine dei libri
Le copertine dei libri
25 gennaio 2025 | 12.51
LETTURA: 14 minuti

Ecco una selezione delle novità in libreria, tra romanzi, saggi, libri d'inchiesta e reportage, presentata questa settimana dall'AdnKronos.

E' arrivato in libreria con Mondadori 'Il mondo sulle spalle' di Giulio Napolitano, titolo che allude al peso che il padre dell'autore, l'ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha spesso sentito su di sé durante la sua lunga vita politica, piena di battaglie appassionate, cause giuste e sbagliate e strade nuove da esplorare. E che, insieme alla gratificazione per l’intenso rapporto con gli italiani, ha avvertito ancor di più quando è diventato Capo dello Stato e poi rieletto per un secondo mandato. Ma una sensazione simile l’ha talvolta provata anche il figlio Giulio, crescendo con un padre dal rigore fuori dal comune e seguendo il suo percorso con curiosità e partecipazione, prima da bambino e poi mentre si impegnava negli studi e nella professione.

Proprio attraverso lo sguardo di Giulio entriamo nella casa di Monteverde in cui ha passato l’infanzia con i genitori e il fratello maggiore Giovanni, nei corridoi di Botteghe oscure dove il padre incontrava gli altri dirigenti del Partito comunista, nell’appartamento al rione Monti in cui Giorgio condivideva ogni passo importante con sua moglie Clio, nelle stanze di Montecitorio e infine in quelle del Quirinale, teatro di giorni sereni ma anche di momenti delicati. E riviviamo da un’angolazione intima e inconsueta i principali tornanti della storia d’Italia dell’ultimo cinquantennio, dal compromesso storico al terrorismo, dalla fine del Pci allo scoppio di Tangentopoli, dalla nascita del bipolarismo fino al salvataggio dell’Italia da una rovinosa crisi finanziaria e al tentativo di avviare un programma di riforme.

Pagina dopo pagina, tra fatti inediti ed episodi sorprendenti, prende forma il ritratto di un uomo e di uno statista lucido e misurato, ironico e affabile anche se “in servizio permanente”, insieme a quello di una famiglia unita, fondata su un sodalizio di coppia più forte di ogni differenza caratteriale. Ed emerge il rapporto di complicità intellettuale tra Giulio e il padre, la reciproca tenera attenzione, ma anche, talvolta, l’inevitabile fatica del 'mestiere di figlio'. Un racconto in cui il pubblico e il privato, le vicende individuali e quelle collettive, il tono formale e quello scherzoso si alternano e contaminano continuamente: il risultato è un memoir di rara potenza, scritto da una prospettiva irripetibile.

Bompiani manda sugli scaffali 'Strane' di Guillermo Arriaga. Inghilterra, 1781. William Burton è un giovane nobile dal destino segnato: erediterà il titolo del padre, poco importa che abbia una mente curiosa e uno spirito intraprendente che lo porterebbero ben oltre l’angusto perimetro di un’esistenza già disegnata. Sarà un incontro inatteso a cambiare per sempre il corso della sua vita e a far sì che, nonostante il volere della famiglia, William abbandoni tutto per intraprendere gli studi di medicina. Amicizia, amore e coraggio sono alcuni degli ingredienti di un’avventura che ha per sfondo l’ascesa della scienza nel XVIII secolo, con la sua lotta alle convenzioni religiose e sociali, e al centro una carrellata di personaggi unici nel loro essere al limite della normalità.

Guillermo Arriaga regala uno sguardo sui misteri insondabili della condizione umana e sul concetto di diverso, mettendoci di fronte alle nostre paure più profonde. Sarà l’attitudine alla comprensione di William a fargli capire chi è veramente, e a farlo diventare l’uomo che vorrà; a dire che l’altro – simile o diverso che sia – ci arricchisce e ci definisce.

Guillermo Arriaga è autore dei romanzi Pancho Villa e lo Squadrone Ghigliottina, Un dolce odore di morte, Il bufalo della notte e la raccolta di racconti Retorno 201. Le sue opere sono state tradotte in diciotto lingue. Ha scritto la sceneggiatura di Amores perros, 21 grammi e Babel – che costituiscono una trilogia basata su una narrazione non lineare in cui analizza la forza della vita sulla morte – e Le tre sepolture. Nel 2008 ha debuttato alla regia con The Burning Plain. Di recente ha prodotto e co-sceneggiato Ti guardo, primo film ispanoamericano a vincere il Leone d’Oro al Festival del Cinema di Venezia.

Esce in libreria il 29 gennaio con la casa editrice Minerva 'Nebbia' di Andrea Veronese. Ferrara, autunno 1954. La città si presenta avvolta da un’atmosfera densa di mistero, come il velo di nebbia che nasconde le sue vie piane, grandi come fiumane. Qui prende vita il romanzo d’esordio di Veronese, che trasporta il lettore in una narrazione avvincente, dove i confini tra passato e presente, tra ideologia e passione, si fanno labili. Il protagonista, Stefan Jugovic, è un giornalista triestino appena trasferitosi a Ferrara per dirigere la pagina culturale della "Gazzetta Padana". Tuttavia, il suo arrivo coincide con un evento tragico e inspiegabile: l’omicidio del notaio Capurso. Mentre Stefan inizia a investigare sull’assassinio, la sua vita viene travolta da una serie di avvenimenti che lo porteranno a confrontarsi con una città dove i conflitti della guerra civile tra “rossi” e “neri” covano ancora sotto la superficie della pace apparente.

In questo scenario carico di tensione e sospetti, Jugovic si imbatte in Paola, una donna enigmatica e di irresistibile fascino. La loro relazione intensa e proibita lo costringerà a mettere in discussione ogni certezza, intrecciando le sue indagini giornalistiche con il destino di una Ferrara apatica, sensuale e a tratti violenta. Con una prosa che unisce lirismo e introspezione, Andrea Veronese ci consegna un romanzo che è molto più di un semplice giallo. "Nebbia" è una finestra su un'epoca di profonde trasformazioni, ricostruita con una cura storica meticolosa: ogni nome, luogo e dialogo risuona di autentica, immergendo il lettore in un mondo che si rivela, pagina dopo pagina, incredibilmente vicino al nostro. Il romanzo, edito da Minerva Edizioni, è una perfetta sintesi tra narrativa di genere e letteratura d’autore. Il ritmo serrato e la complessità dei personaggi conducono a un finale tanto illuminante quanto imprevedibile, lasciando un segno indelebile nel lettore.

Andrea Veronese nato a Ferrara nel 1949 si è laureato in Architettura dopo gli studi classici, libero professionista, poi imprenditore e assessore provinciale a Ferrara. È appassionato di aeroplani, di motociclette e di troppe altre cose. Vive a Ferrara dove si occupa di giardini.

Arriva in libreria con Einaudi 'Storia di una brava ragazza' di Arianna Farinelli, politologa che ha insegnato alla City University di New York proveniente da un quartiere popolare. Negli anni del liceo si vergognava di abitare 'allo sprofondo', ma grazie al lavoro da barista della madre ha fatto un dottorato negli Stati Uniti. Eccellere nello studio era un modo per essere vista al di là del suo corpo, che i maschi tentavano continuamente di predare, maldestri e ingordi come si è nell’adolescenza, soprattutto in un Paese sessista, in cui fino al 1996 lo stupro è stato reato contro la morale anziché contro la persona.

Che cos’è un corpo femminile, che cos’è una donna? Farinelli si interroga e ci interroga, mettendo a nudo la sua storia personale e quella delle donne della sua vita: la nonna, la madre, le amiche di sempre. Facendo appello alle scrittrici che hanno segnato la sua strada, da Annie Ernaux a bell hooks, da Virginia Woolf a Susan Sontag, porta il loro sguardo fino alla periferia romana, per esplorarne le dinamiche primordiali e restituirle con irresistibile ironia. E ci racconta una tormentata emancipazione, senza negare le contraddizioni che toccano ciascuna di noi: l’aver introiettato, malgrado la fatica fatta per combatterlo, tutto il patriarcato possibile. "Puoi davvero scappare da un destino quando quel destino è scritto sul tuo corpo di donna?".

Dalla scrittrice che ha creato il personaggio dell’ispettrice Petra Delicado, arrivano sei racconti segnati da un'intensa dose di mistero e intreccio. Racconti firmati da Alicia Giménez-Bartlett raccolti nel libro 'Una poco di buono. Sei indagini di Petra Delicado' pubblicato da Sellerio. Il primo racconto si apre sul cadavere di un’anziana prostituta che sembra una mascherata, "buttato lì come una vecchia bambola rotta; era perfino difficile provare pietà; tutto era così grottesco". È così che inizia anche negli altri racconti: un cadavere indefinibile, che adombra l’enigma di una realtà irreale, inverosimile, su cui si focalizza subito la procedura dell’indagine; decifrato il cadavere, poi a poco a poco si aprono squarci su ambienti al contrario apparentemente normali, famiglie ben messe, individui irreprensibili, vite tranquille.

Racconta in prima persona Petra Delicado della polizia di Barcellona. E il modo in cui Petra parla e riferisce il suo procedere di poliziotta disegna il personaggio: dall’antipatia che non nasconde per ogni cliché formale e beneducato, affiora il suo passato femminista e la gioventù radicale; dagli scambi fuori dai convenevoli con il suo vice Fermín Garzón, che punteggiano il loro ménage professionale, emerge il suo graffiante umorismo; dai silenzi al cospetto delle vittime, o di fronte ai motivi umani e disumani dei colpevoli fino a un minuto prima insospettabili, s’intuisce che è una donna sinceramente compassionevole, anche se l’instancabile tenacia nel tirare dritto la arruola da investigatrice donna nella scuola dei duri. La sua spalla Fermín, un alter ego, un Sancho Panza, un Watson, rappresenta l’immagine contraria di lei: il suo bofonchiare e obiettare, questa mano di commedia latina distesa su un poliziesco da giungla d’asfalto, nasce anche dal sospetto segreto, che certe volte sembra nutrire Fermín, che il proprio capo sia forse appena appena una poco di buono.

Le indagini di 'Una poco di buono' sono tutte già comparse, sparse in precedenti antologie pubblicate da Sellerio. Concentrarle assieme dà la compiuta idea della profonda impronta letteraria di Alicia Giménez-Bartlett, una scrittrice capace di costruire con la materia delle strade di città misteri opachi, per poi decostruirli facendo agire una galleria inesauribile di tipi presi dalla realtà.

E' in libreria con Baldini+Castoldi 'La fine di Israele' di Furio Colombo, da poco scomparso all'età di 94 anni. "Israele ricco, potente, usurpatore di case e di terre, colpevole di occupazione, esecutore di 'apartheid' e del 'muro della vergogna'. Israele assassino", scrive l'autore del saggio.

La sinistra è lontana da Israele. Senza la sinistra - in Israele, in Europa, nel mondo - Israele non si salva. Israele ha nuovi amici. I nuovi amici di Israele vengono dalla parte sbagliata della storia. La sinistra italiana ha abbandonato Israele, consegnandolo di fatto alla destra e a un destino di guerra. Israele appartiene al mondo e ai valori della sinistra. Senza il sostegno della sinistra del mondo Israele muore.

E' in libreria con Rizzoli 'I diari del boss. Parole, segreti e omissioni di Matteo Messina Denaro' di Lirio Abbate. "Durante la mia vita ho imparato a non credere più in Dio e nel mio prossimo, a non sperare più, per non essere più deluso. Dio può venire a cercarmi, se vuole; se non vuole, finirà forse per restare solo, un giorno". Non esiste nulla di simile nella storia della criminalità organizzata e dei suoi capi indiscussi. Un boss e i suoi diari privati, quelli che Matteo Messina Denaro chiamava 'i libriccini'. Dentro, vergati con uno stampatello preciso, ordinato, quasi ossessivo, pensieri e riflessioni, sfoghi, appunti, ricordi. E soprattutto, come da dedica, una sorta di lunga e tumultuosa corrispondenza a senso unico con la figlia Lorenza che non ha mai conosciuto. È su questo materiale unico, ritrovato in una perquisizione dopo l’arresto del padrino, che Lirio Abbate affonda il suo sguardo da cronista ed esperto di mafie, lui che al boss di Castelvetrano ha dedicato decine di articoli, inchieste, libri.

Per cercare di dare un senso e una composizione a un flusso di parole dal quale emerge un ritratto inedito e privato - per quanto manipolato ad arte dal suo stesso autore - di una delle figure più oscure della storia criminale non solo italiana. A due anni dall’arresto del latitante di mafia, ci inoltriamo così nel suo legame a distanza con la figlia, nei rapporti con la famiglia di origine e con il padre, con le amanti, il sesso e gli amici; con la giustizia, l’onore e la religione. Nei misteri del lato più intimo e segreto di un uomo che si descrive fondamentalmente solo e in guerra. Un viaggio negli anni della latitanza dello stragista ricercato per trent’anni in tutto il mondo, un documento eccezionale analizzato con la guida e la perizia del grande giornali- sta d’inchiesta.

Matteo Messina Denaro, l’ultimo padrino corleonese libero che non ha mai parlato, lo fa per la prima volta: "Le persone non restano uguali per tutta la vita, io sono cambiato. Che non significa che sia pentito di qualcosa o che rinneghi il mio passato. Questo non accadrà mai".

Esce in libreria il 28 gennaio con Feltrinelli 'L'anniversario' di Andrea Bajani. Si possono abbandonare il proprio padre e la propria madre? Si può sbattere la porta, scendere le scale e decidere che non li si vedrà più? Mettere in discussione l’origine, sfuggire alla sua stretta? Dopo dieci anni sottratti al logoramento di una violenza sottile e pervasiva tra le mura di casa, finalmente un figlio può voltarsi e narrare la sua disgraziata famiglia e il tabù di questa censura 'con la forza brutale del romanzo'. E celebrare così un lacerante anniversario: senza accusare e senza salvare, con una voce "scandalosamente calma", come scrive Emmanuel Carrère a rimarcarne la potenza implacabile.

Il racconto che ne deriva è il ritratto di una donna a perdere, che ha rinunciato a tutto pur di essere qualcosa agli occhi del marito, mentre lui tiene lei e i figli dentro un regime in cui possesso e richiesta d’amore sono i lacci di un unico nodo. L’isolamento a cui li costringe viene infranto a tratti dagli squilli di un apparecchio telefonico mal tollerato, da qualche sporadico compagno di scuola, da un’amica della madre che viene presto bandita. In questo mondo chiuso, a poco a poco si innesta nel figlio, e nei lettori, un desiderio insopprimibile di rinascita - essere sé stessi, vivere la propria vita, aprirsi agli altri senza il terrore delle ritorsioni. Con la certezza che, per mettersi in salvo, da lì niente può essere salvato. 'L’anniversario' è prima di tutto un romanzo di liberazione, che scardina e smaschera il totalitarismo della famiglia. Ci ferisce con la sua onestà, ci disarma con il suo candore, ci mette a nudo con la sua verità. È lo schiaffo ricevuto appena nati: grazie a quel dolore respiriamo.

Andrea Bajani è nato a Roma nel 1975. È autore, fra gli altri, dei romanzi 'Cordiali saluti' (Einaudi 2005), 'Se consideri le colpe' (Einaudi 2007, Feltrinelli Ue 2021; premi Super Mondello, Brancati, Recanati e Lo Straniero), 'Ogni promessa' (Einaudi 2010, Feltrinelli UE 2021; premio Bagutta), 'Mi riconosci' (2013), 'La gentile clientela' (2013) e 'Il libro delle case' (2021, finalista al premio Strega e al premio Campiello). È inoltre autore dei volumi di poesie 'Promemoria' (Einaudi 2017), 'Dimora naturale' (Einaudi 2020) e 'L’amore viene prima' (Feltrinelli, 2022). I suoi libri sono tradotti in 17 Paesi. È writer in residence presso la Rice University di Houston, in Texas.

Arriva sugli scaffali con Sperling&Kupfer 'La svolta sei tu' di Roberto D'Incau. Questo libro invita i lettori a mutare prospettiva e a prendere in mano le redini della loro esistenza. Non ci sono età, circostanze o limiti che possano davvero impedire di cambiare e ricominciare negli studi, in amore, nel lavoro: la vera chiave per trasformare l'esistenza sono sempre le singole persone e le loro scelte. Roberto D'Incau, executive coach ed esperto nello sviluppo del capitale umano, guida i lettori in un viaggio per smontare il mito che vede il destino già scritto.

Ogni scelta può essere rivista, ogni percorso ricalibrato, ogni cambiamento è sempre possibile e in queste pagine troverai le risorse per farlo. Scoprirai come la resilienza, il coraggio e la capacità di uscire dalla zona di comfort possano trasformare anche le situazioni più difficili in occasioni di rinascita. E soprattutto che non è mai troppo tardi per ascoltare sé stessi, superare pregiudizi e paure che ti tengono ancorato al passato e costruire un futuro che rispecchi davvero chi sei e chi vuoi diventare.

Sarà in libreria con Mondadori dal 28 dicembre 'Un tranquillo weekend di scrittura' di Alex Pavesi. Il 30 maggio 1999, sotto una pioggia torrenziale, un gruppo di amici si incontra in un’elegante dimora del Wiltshire. Anatol, il proprietario della casa, ha da poco perso il padre in circostanze sospette, ma, come sempre, ha riunito tutti per festeggiare il suo compleanno. Agli invitati propone un gioco: ognuno dovrà scrivere un racconto giallo, in cui vittime e assassini siano loro stessi, e il testo verrà battuto su un paio di vecchie macchine da scrivere, in modo che l’autore non venga svelato.

Anatol può contare sulla perfetta organizzazione di Phoebe, insegnante rigorosa, che si occupa che tutto proceda per il meglio. E su Dean, il suo affascinante migliore amico, che ha altro per la testa, ma decide comunque di non boicottare il desiderio di Anatol. Maya, l’artista del gruppo, ha un’attrazione morbosa per la morte e accetta di buon grado, alla ricerca di uno stimolo che possa smuovere la sua proverbiale apatia. Marcin, milionario malinconico, è critico nei confronti della proposta, ma pensieri ben più drammatici sembrano offuscare il suo orizzonte. E poi c’è Janika, appena rientrata da un viaggio in Australia, che raggiunge il gruppo all’ultimo momento e avverte fin da subito che qualcosa non sta andando nel verso giusto.

Perché quando si affida un compito del genere a persone che si conoscono da una vita, è naturale che attingano a ciò che hanno a disposizione: segreti, rancori, tradimenti. Così, per ogni omicidio immaginario, qualcuno ricava un movente per un omicidio reale, mentre i piani si confondono, la realtà si intreccia ai racconti e nella mente del lettore si fa largo il quesito più importante: se ci sarà un vero omicidio, sarò in grado di riconoscerlo. 'Un tranquillo weekend di scrittura' è un gioco di scatole cinesi in cui il lettore è chiamato in prima persona a partecipare alla risoluzione del caso.

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