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Archeologia da raccontare, quattro incontri per quattro libri

E’ questo l’obiettivo del progetto ‘Conversazioni archeologiche. Libri per parlare’

Via Appia Antica
Via Appia Antica
05 giugno 2025 | 17.04
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Esplorare il rapporto tra archeologia e società. E’ questo l’obiettivo del progetto ‘Conversazioni archeologiche. Libri per parlare’. L’archeologia, in tutti i suoi aspetti, è una disciplina che prevede una serie di azioni che vanno dalla ‘ricerca a tavolino’ all’indagine sul campo. La finalità è comunque sempre la stessa: individuare quelle azioni quotidiane che hanno fatto crescere e sviluppare la nostra società. Rendere accessibile la ricerca archeologica a tutti, senza svilirla del proprio contenuto scientifico, è – per chi opera nel settore – una sfida quotidiana.

Sfida raccolta da questo progetto ideato da Carmela Lalli. Nei quattro incontri, che si svolgeranno nei mesi di giugno e ottobre 2025 presso la Biblioteca Laurentina a Roma in piazzale Elsa Morante (nel Municipio IX, territorio in cui si trovano siti archeologici di notevole interesse ancora oggi oggetto di studio), saranno presentati altrettanti libri in cui l’archeologia si confronta con il territorio, la società, la narrazione contemporanea e la città. “L’obiettivo è quello di avvicinare la cittadinanza al patrimonio culturale. Questi quattro libri non raccontano in modo diretto l’attività scientifica ma danno risalto a quello che è l’esito, talvolta fortuito, della ricerca”, dice l’archeologa all’Adnkronos.

Primo incontro il 9 giugno con ‘Lettere d’amore’ a cura di Rita Paris

Durante il primo appuntamento di ‘Conversazioni archeologiche. Libri per parlare’, lunedì 9 giugno, sarà presentato ‘Lettere d’amore’ a cura di Rita Paris, direttore del Museo nazionale romano di Palazzo Massimo alle Terme dal 2004 al 2017 e già direttore del Parco archeologico dell’Appia Antica. Il rapporto tra archeologia e società è al centro delle lettere trovate sulla via Appia nel corso di lavori di scavo e restauro di uno dei monumenti funerari che fiancheggiano la strada. Si tratta di una storia d'amore sublime vissuta con sentimento intenso e tormentato, tra il 1926 e il 1928, che possiamo ricostruire attraverso le missive perfettamente conservate: “La via Appia è stata percepita come luogo dell'anima a cui affidare qualcosa di molto caro con la certezza che non sarebbe stato perso per sempre. Non si tratta di un romanzo, ma di un racconto onesto, rispettoso e doveroso nei confronti della attenzione suscitata da questa scoperta e, forse, anche del personaggio”.

‘Le lettere di Rodolfo Lanciani a Giovanni Battista De Rossi nei codd Vat. Lat. 14245-14295 della Biblioteca Apostolica Vaticana’ di Lucrezia Spera, professore ordinario nel settore disciplinare di Archeologia cristiana e medievale presso il dipartimento di Studi letterari, filosofici e di Storia dell'arte dell'università di Roma Tor Vergata, sarà il volume al centro del secondo incontro che si terrà lunedì 16 giugno. Volume che costituisce l’edizione delle lettere, oltre un centinaio, inviate da Rodolfo Lanciani a Giovanni Battista de Rossi tra il 1866-1894. Il prezioso corpus epistolare offre l’occasione di fare altra luce su quei fortunati decenni in cui l’archeologia a Roma svolse un ruolo di primo piano.

Due gli appuntamenti a ottobre

‘La villa romana in località Monte Mompeo’ a cura di Federico Giletti e Stefano Fassone sarà il libro protagonista del primo incontro di ottobre. Oltre agli autori sarà presente la direttrice dello scavo Elisabetta Interdonato, docente presso l’università della Lorena. Interesse e amore per il territorio sabino sono il leitmotiv di una storia che ha inizio circa un ventennio fa. Gli scavi ancora in corso presso la monumentale villa e le indagini topografiche sul territorio permettono di elevare oggi Mompeo a caso studio per le attività di ricerca storico-archeologica incentrate sulla Sabina antica. Infine ‘La storia di Ilaria del Carretto. Un fumetto racconta l’indagine archeologica’: Elisabetta Abela, archeologa, attualmente presidente del Rotary Club di Lucca, con il suo lavoro ha contribuito alla ricostruzione della città romana e medievale di Lucca.

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