Aveva 100 anni. Era un illustre specialista del Medioevo pisano
Lo storico Ottavio Banti, decano degli studiosi di paleografia latina e medioevale, illustre specialista del Medioevo pisano, è morto "serenamente", la sera di martedì 22 ottobre, a Pisa, all'età di 100 anni. Aveva tagliato il traguardo di un secolo di vita lo scorso 29 settembre. L'annuncio della scomparsa è stato dato oggi dall'Università di Pisa. I funerali si terranno domani, giovedì 24 ottobre, alle ore 16, nella Chiesa di Santa Caterina a Pisa.
In servizio presso la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Ateneo pisano dal 1965 al 1993, Banti ha impartito a diverse generazioni di studenti l'insegnamento di Paleografia latina e tenuto i corsi di Antichità medievali e di Epigrafia medievale presso la Scuola Speciale per Archeologi. Come storico del Medioevo ha approfondito in particolare la Storia delle Istituzioni (origine del Comune, governi podestarili, regimi signorili); nell'ambito della Paleografia latina ha curato edizioni di cronache e di documenti, mentre in campo epigrafico è stato uno dei più autorevoli studiosi. Per i suoi meriti scientifici e per gli importanti incarichi ricoperti a livello di Ateneo (prorettore, membro di commissioni) e come direttore del Dipartimento di Medievistica, nel 1985 era stato insignito del prestigioso Ordine del Cherubino.
Tra i suoi libri "Pisa tra XI e XII secolo. Una civitas nella 'stagione germinale' del Comune" (Edizioni Ets), dedicato a quella che fu la stagione germinale del nascente Comune di Pisa, l'inizio di un lungo processo di innovazioni nei rapporti tra singoli, e di singoli nella vita della 'civitas', in cui si sviluppò una nuova forma di società diversa da quella fino ad allora tipica dell'epoca feudale. Grande impegno Ottavio Banti ha profuso anche nell'attività della Società Storica Pisana, soprattutto come direttore per quasi mezzo secolo del "Bollettino Storico Pisano" e come autore, nelle pagine della rivista, di numerosi e densi saggi, nonché curatore di volumi nelle collane. L'elenco dei suoi scritti fino al 2014 è stato pubblicato nell'annata LXXXIII del Bollettino, a lui dedicato in occasione dei suoi novant'anni.
Numerosi i volumi di Ottavio Banti pubblicati da Pacini Editore: "Iacopo d'Appiano. Economia, società e politica del Comune di Pisa al suo tramonto (1392-1399)"; "Breve storia di Pisa"; "Poesia a Pisa nel Medioevo"; "Storia illustrata di Pisa"; "Scritti di storia diplomatica ed epigrafia"; "Le epigrafi e le scritte obituarie del Duomo di Pisa"; "Il campanile di Pisa. Una città e la sua Torre"
Così lo ricorda la professoressa Gabriella Garzella: "Ho avuto la fortuna di conoscere e frequentare il professor Banti per oltre mezzo secolo. Come allieva 'biennale' del corso di Paleografia ho potuto rivivere gli esami sostenuti a suo tempo grazie a certi taccuini gelosamente custoditi, in cui il professor Banti annotava con minuzia le domande rivolte allo studente con le risposte e il voto finale impartito. Poi, da collega, ho potuto affiancarlo come segretaria del Consiglio di Dipartimento negli anni dei suoi mandati di direttore di Medievistica, e infine come segretaria della Società Storica Pisana. Oltre alla stima profonda per uno dei miei maestri, mi ha legato a lui un sincero affetto, ricambiato da tante piccole attenzioni: ricorderò soltanto il dono di tanti suoi estratti, sempre accompagnati da una dedica in versi, quei versi arguti che gli sgorgavano fluidi e rivelavano una vena poetica a molti rimasta sconosciuta".
Il professor Mauro Ronzani ricorda che Ottavio Banti per oltre un quarantennio ha tenuto presso la Facoltà di Lettere e Filosofia l'insegnamento di Paleografia e diplomatica, dapprima come incaricato, poi dal 1973 come professore straordinario e quindi ordinario. "Il suo corso, fondato su un'accorta miscela di nozioni generali e teoriche e di esercitazioni pratiche di lettura di scritture latine dal I al XV secolo dell'era volgare, è stato un passaggio obbligato nella carriera di centinaia di studenti di storia, di lettere, di storia dell'arte, per i quali ha costituito un'esperienza formativa preziosa e memorabile", sottolinea Ronzani, Banti era nato scientificamente come storico della politica e della società. La tesi di laurea assegnatagli da Ottorino Bertolini (e pubblicata in parte nell'annata 1951-52 del "Bollettino storico pisano") riguardava la signoria di Iacopo d'Appiano su Pisa (1392-1399); e su questo argomento Banti sarebbe ritornato un ventennio più tardi con il volume pubblicato nel 1971. Nel frattempo, Bantti aveva sviluppato l'interesse per lo studio delle fonti - tanto narrative quanto documentarie - nella loro materialità e in relazione al contesto della loro produzione: donde gli studi sulla cancelleria del Comune di Pisa e sul notariato medievale pisano, come pure su La genesi dei testi cronistici pisani del secolo XIV (1963), lavoro innovativo e citatissimo preparato parallelamente all'edizione della cronaca di Ranieri Sardo, pubblicata nello stesso anno presso l'Istituto storico italiano per il Medio Evo di Roma, nel cui ambiente ebbe modo di allargare i suoi orizzonti di ricerca e conoscere alcuni dei maggiori medievisti italiani. Il frutto più noto di questo allargamento di prospettive è il saggio del 1972 su "Civitas" e "commune" nelle fonti italiane dei secoli XI e XII, ancora oggi riferimento ineludibile degli studi sulle origini comunali. Già in quegli anni, peraltro, i suoi interessi si erano estesi all'epigrafia medievale, che divenne con il tempo l'oggetto prediletto dei suoi studi: nel 1995 essi occuparono buona parte della silloge intitolata "Scritti di storia, diplomatica ed epigrafia", curata da Silio P. P. Scalfati, mentre nel 2003 uscì il fondamentale volume "Monumenta epigraphica pisana saeculi XV antiquiora".
Lungo l'elenco delle cariche da ricoperte da Banti nell'Università di Pisa (fu direttore dell'Istituto di storia medievale e moderna e del Dipartimento di Medievistica, e membro del Senato Accademico) e in altre istituzioni pisane come l'Opera del Duomo. "Chi ha avuto la fortuna di essergli allievo, ogni volta che getta l'occhio sull'originale di un documento o di un testo medievale non può fare a meno di ricordare le lezioni (o le consulenze specifiche) di Ottavio Banti, rinnovando un sentimento di affetto e riconoscenza, che da oggi si rivolgerà, ancor più intensamente, alla sua memoria", ha detto Ronzani.
(di Paolo Martini)