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Valentina Cirelli, parla l'amica: "Sta bene, ha grande forza e resiste in cella"

"Ha una grande forza morale e psichica, sta resistendo alla grande in cella, le vengono passati alimenti, ma non le è possibile accedere al telefono"

Valentina Cirelli
Valentina Cirelli
24 aprile 2025 | 20.12
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"Valentina sta bene, ha una grande forza morale e psichica, sta resistendo alla grande in cella, le vengono passati alimenti, ma non le è possibile accedere al telefono. Si trova quindi isolata insieme ad altre quindici persone". A parlare all'Adnkronos è una ricercatrice e conoscente di Valentina Cirelli, l'italiana originaria di Lerici, in provincia di La Spezia, arrestata a Varela, località della Guinea Bissau. E' riuscita ad ascoltare la voce di Cirelli, registrata da una persona che le ha fatto visita in cella nei giorni scorsi.

"Sono una ricercatrice, sono stata a febbraio in Guinea Bissau per lavoro - racconta -, con Valentina abbiamo guardato tutte le valutazioni di impatto ambientale e tecniche rilasciate dall'azienda che mancavano di consistenza e non rispettavano le tempistiche procedurali, lei si sentiva minacciata e perseguitata sia dalla compagnia che sta portando avanti un'operazione di sfruttamento del giacimento di sabbia pesante, che dal governo il tutto per essere considerata una leader nella comunità e contraria al progetto. Valentina è una pacifista, contraria a ogni forma di violenza. Personalmente ho intervistato numerose persone e tutte si sono dette contrarie al progetto che viene portato avanti senza il consenso informato della popolazione".

All'origine dell'arresto un incendio ai macchinari dell'azienda: "Numerose persone hanno manifestato in maniera pacifica il proprio disappunto, non sappiamo chi sia stato a dare fuoco alle attrezzature, ma prendere persone a caso solo perché ritenute capi di comunità è ingiusto e lesivo dei diritti umani". La donna conferma che al momento a Valentina Cirelli non è consentito di contattare il proprio avvocato che ha potuto vedere solo per dieci minuti. Cirelli ha incontrato anche il Console italiano. "Non sono stati rispettati i basilari diritti umani", spiega la ricercatrice.

Nel frattempo è stata lanciata una campagna di crowdfunding con lo scopo di trovare i fondi per permettere a Valentina Cirelli di fare fronte alle spese legali per il suo arresto e per quello degli altri detenuti: "Ci sono molte persone, tra cui avvocati internazionali che si sono presi in carico la sua causa", spiega. Sono numerosi gli appelli per la sua liberazione e di quella degli altri quindici detenuti, tutte persone del posto "arrestate senza prove che siano responsabile del danneggiamento ai macchinari. Valentina lavorava nel suo ecovillaggio in quei giorni di Pasqua e aveva molto lavoro".

Le ultime notizie sulla sua detenzione risalgono a martedì 22 aprile, quando gli avvocati hanno appreso che non è possibile contattarla per "ordine superiore". Gli avvocati hanno presentato richiesta di 'Habeas Corpus', cioè di rilascio immediato in mancanza di accuse formali, ma è stata respinta. Gli avvocati hanno presentato l'istanza presso il giudice istruttore penale affinché venga riesaminata. Nel frattempo un'ampia comunità si è mobilitata a suo sostegno, chi sul posto portando cibo chi dall'estero per crowdfunding e comunicazione con le istituzioni.

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